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pene severe

Spari contro auto e azienda dell'imprenditore Bacci, due condannati

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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

Spararono contro l'auto e la ditta dell'imprenditore fiorentino Andrea Bacci, per questo motivo il tribunale di Firenze ha condannato Giuseppe Raffone e Pasquale D'Alterio, rispettivamente a 7 anni e 6 mesi e a 6 anni e 9 mesi di reclusione. Lo ha deciso la corte d'assise di Firenze presieduta dal giudice Gaetano Magnelli.

 

Gli spari avvennero in due distinti raid, per due volte nella stessa giornata, prima contro la vettura di Bacci, e poi contro vetrate e insegna della pelletteria Ab Florence a Scandicci.

 

"Siamo molto soddisfatti - ha dichiarato dopo la lettura della sentenza il legale di Bacci, l'avvocato Luca Bisori - Sono state accolte interamente le richieste dell'accusa e delle parti civili". Il pm Christine Von Borries aveva chiesto condanne a 9 anni e 6 mesi di reclusione per Giuseppe Raffone, e a 7 anni per Pasquale D'Alterio.

 

D'Alterio, imprenditore di origine napoletana residente da anni nel Pistoiese, tra l'altro noto per essere un campione mondiale di bocce, e D'Alterio, di Catania, furono arrestati nel febbraio del 2017 nell'ambito dell'inchiesta che poi ha portato al processo. Dietro gli atti intimidatori all'imprenditore ci sarebbero stati motivi economici e un credito da 270.000 euro, messo a rischio dalla richiesta di fallimento per bancarotta della Coam, azienda controllata da Bacci.

 

Le indagini della guardia di finanza avrebbero permesso di appurare che Bacci e l'amministratore della Coam, Fabio Bettucci, erano stati minacciati pesantemente da un personaggio, poi risultato dalle indagini essere Raffone, che avrebbe agito per conto di D'Alterio, arrivando quindi ai colpi di pistola, a mo' di avvertimento, del 23 gennaio 2017.

 

Tra la Coam e la Fcm di D'Alterio era stato raggiunto un accordo prima della richiesta di bancarotta: a parziale copertura del credito, Bacci avrebbe ceduto un appartamento in costruzione a Livorno. Al compromesso non fece seguito il contratto proprio per l'inchiesta della procura fiorentina che blocco' queste 'trattative'.

 

Secondo quanto rilevato, comunque, dopo i colpi di pistola a Scandicci, alla Fcm arrivarono comunque 60.000 euro da un'azienda che doveva la stessa cifra alla Coam.

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