''Nella mia lunga vita politica, com'e' naturale, ho vinto e perso ma quando il mio partito me lo ha richiesto mai mi sono tirato indietro. Ad esempio, nel 2000 mi sono candidato a presidente della Regione Toscana quando il Pd era fortissimo, un monolite e quindi la battaglia era improba se non persa in partenza. Figurarsi se ho paura a candidarmi, qualora il partito me lo chiedesse, a sindaco contro un esponente del Pd, partito a pezzi, dilaniato dalle correnti che ha ridotto Livorno ad una citta' anemica". Lo dichiara, in una nota, il senatore del Pdl Altero Matteoli, dopo la sfida lanciatagli dal segretario comunale del Pd di Livorno Yari De Filicaia. "Riguardo alla situazione del porto di Livorno - aggiunge Matteoli - la famiglia Piccini non lo ha gestito per 37, come sostiene De Filicaia, ma per ben 47 anni, come se fosse cosa propria e dopo questo infinito tempo con quali risultati? La cosa peggiore da imputare a questa interminabile gestione e' stata aver indotto gli imprenditori a piegarsi alla Compagnia dei lavoratori portuali, determinando cosi' una crisi profonda dalla quale e' difficile uscire. Relativamente, poi, a quanto fatto per Livorno nei dieci anni in cui ho avuto l'onore di ricoprire il ruolo di ministro, basterebbe che De Filicaia chiedesse a vari amministratori. Dall'accordo con Azimut-Benetti ai finanziamenti per l'Interporto, dalla ripartenza dell'autostrada Rosignano-Civitavecchia ai contributi per l'escavazione dei fanghi e potrei continuare''. ''De Filicaia, mi accusa infine di aver fatto nomine, l'unica e' - conclude Matteoli - quella dell'avvocato Giuliano Gallanti a presidente dell'Autorita' portuale che mi competeva per le deleghe che avevo come ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, realizzata con il parere favorevole dell'attuale presidente Enrico Rossi".
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