firenze
skyline
facebook twitter youtube Feed RSS
domenica, 10 novembre 2013 - 04:43
X
Commesso Fiorentino

L'Opificio delle Pietre Dure crea un tavolo su modello del XVI secolo

Immagine articolo - Il sito d'Italia

Un nuovo piano di tavolo con intarsi e commessi in marmi policromi, su un modello originale della fine del XVI secolo, e' stato realizzato nei laboratori dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze e ora puo' essere apprezzato in tutta la sua bellezza all'interno del suo museo. L'Opificio rinverdisce cosi' la grande eredita' della manifattura medicea nella tecnica del ''commesso fiorentino'' in pietre dure e della tarsia marmorea. Il tavolo misura complessivamente 110 x 110cm e ha uno spessore di 6 cm. Per il piano di fondo e' stata utilizzata una lastra di marmo bianco di Carrara sulla quale e' stato riportato a matita il disegno ricavato dal modello preso a riferimento. Il nuovo piano di tavolo che l'Opificio presenta e' stato eseguito con grande maestria partendo da un modello di fine Cinquecento appartenente alle collezioni medicee e oggi conservato al Museo degli Argenti, dal quale e' stata ripresa la composizione decorativa a motivi astratti. Con scalpello e mazzuolo secondo la tradizionale tecnica della scultura, sono stati realizzati gli 'scassi' delle zone destinate ad accogliere gli intarsi di marmi policromi, lasciandone a vista i 'cigli' ovvero i sottili profili bianchi che definiscono il disegno decorativo. Ogni tarsia di marmo e' stata eseguita a mano, utilizzando gli strumenti e la tecnica del ''commesso fiorentino'' per poi essere incassata nel piano appositamente preparato. La modanatura ''a becco di civetta'' tipica di molti tavoli cinquecenteschi e' stata ottenuta scalpellando la lastra di marmo di fondo. Una lucidatura manuale dell'intero piano ha consentito di donare all'opera la giusta lucentezza e modulazioni cromatiche appropriate. A fine lavoro, sotto il piano marmoreo, e' stata scalpellata la scritta ''Opificio delle Pietre Dure 2012''. Il nuovo piano di tavolo e' stato realizzato nei laboratori di mosaico e commesso in pietre dure dell'Opificio in via degli Alfani recuperando la tradizione della manifattura fondata nel 1588. L'opera nasce da un ambizioso progetto pensato a scopo didattico e portato a termine dagli esperti del laboratorio. Questo lavoro mantiene viva una tradizione artistica che fa parte del patrimonio irrinunciabile dell'Opificio ma anche della grande tradizione fiorentina, altrimenti a rischio di estinzione. Come ha messo in evidenza il soprintendente Marco Ciatti, ''la realizzazione di quest'opera dimostra il livello d'eccellenza dell'istituto e dei diplomati della sua scuola anche in questo particolare campo di attivita' e conferma come l'antica tradizione dell'Opificio riviva negli attuali studi delle tecniche artistiche, che costituiscono la premessa fondamentale per una conservazione consapevole''. Come ha ben spiegato Annamaria Giusti che ha seguito da vicino la realizzazione dell'opera, ''i materiali sono stati scelti sulla falsa riga del modello del Museo degli Argenti, ma variandone qualita' e cromia in rapporto alla disponibilita' delle pietre, ma anche e soprattutto al gusto cromatico degli artefici che di questi lavori erano e sono non solo esecutori, ma anche interpreti creativi del modello pittorico''. Il nuovo piano di tavolo potra' essere apprezzato in tutta la sua bellezza fino al 3 maggio 2014 all'interno della prima Sala del Museo dell'Opificio, ''una sistemazione, - come ha voluto ribadire la direttrice Clarice Innocenti, - che intende mettere in risalto la corrispondenza e la continuita' tra passato e presente attraverso la coerenza delle tecniche e dei materiali. La prima sala ospita infatti le opere piu' antiche del museo, a cui si collegano la tecnica e la scelta del modello per il nostro tavolo''. Anche quest'opera, come altre similari nel passato, attende un destinatario in grado di apprezzarne l'eccellenza.

 
 

Nessun voto finora
Manda i tuoi comunicati stampa a: redazionefirenze@ilsitodifirenze.it