Due rapinatori sono stati arrestati dagli agenti Squadra Mobile di Firenze. In manette sono finiti un 29enne napoletano e un suo complice, 36enne sempre originario di Napoli e attualmente ristretto in Olanda, che sono entrambi gravemente indiziati di rapina aggravata in concorso.
L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile con il coordinamento della Procura della Repubblica di Firenze, è scattata dopo la rapina avvenuta il 3 aprile dello scorso anno a Firenze.
La vittima, un uomo originario di Pistoia, è stato raggiunto alle spalle da un uomo con un casco integrale che gli ha strappato dal polso l’orologio, del valore di circa 2.500 euro.
Dopo aver ottenuto il bottino, il rapinatore ha raggiunto un complice che lo attendeva a bordo di uno scooter per poi dileguarsi nel traffico. Secondo la ricostruzione degli inquirenti i due complici sono stati immortalati nel sistema di videosorveglianza cittadino e condominiale mentre seguivano la vittima e la rapinavano per poi sfrecciare nel traffico di Firenze a colpo compiuto fino alla zona di Piazzale Donatello.
Qui i due complici si sono divisi e sarebbe entrato in gioco un secondo scooter, a bordo del quale è salito chi aveva materialmente rapinato l’orologio. I due mezzi si sono infine diretti verso il Varlungo per poi entrare in autostrada al Casello Firenze Sud ed uscire a Scandicci. Pochi minuti dopo i due scooter sarebbero stati caricati su un furgone che è poi rientrato in autostrada a Scandicci, per uscire nella notte a Napoli Nord.
Il quadro indiziario ha trovato conforto sia nelle immagini del sistema autostradale che nelle impronte papillari trovate sui biglietti del pedaggio. La Squadra Mobile ha infatti scovato su un biglietto all’uscita Firenze-Scandicci un’impronta digitale appartenente ad un uomo del 1991 originario di Napoli e su un altro biglietto, con ingresso Firenze Sud, l’impronta corrispondente a quella di un uomo, sempre originario di Napoli, del 1984, entrambi già noti alle Forze di Polizia per reati di eguale natura.
Infine, le perquisizioni a Napoli presso le abitazioni dei due indagati hanno consentito di individuare indumenti corrispondenti a quelli indossati dai rapinatori e cristallizzati dai sistemi di videosorveglianza di Firenze. Sulla scorta degli indizi, gravi, precisi e concordanti, emersi al termine delle indagini, il Pubblico Ministero ha richiesto applicazione della misura cautelare, che è stata accolta dal GIP.
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