Condanna in appello ma pena ridotta per Rodolfo Fiesoli, detto “il Profeta”, fondatore e ''guru'' della comunità il Forteto a Vicchio del Mugello (Firenze), imputato di violenze nei confronti di molti dei giovani affidati della struttura.
I giudici, dopo una camera di consiglio di due giorni, hanno condannato Fiesoli a 15 anni e 10 mesi di reclusione riducento la condanna inflitta in primo grado a 17 anni e mezzo. La riduzione si lega alla prescrizione delle accuse per alcuni episodi contestati a Fiesoli. Condannato anche Luigi Goffredi, braccio destro di Fiesoli nella gestione della comunità, con riduzione di pena da 8 a 6 anni.
Tra gli altri quattordici imputati si registra la riduzione della pena per Daniela Tardani, che vede passare la sua condanna da 7 a 3 anni e 2 mesi, e le assoluzioni di Stefano Pezzati, ex presidente della cooperativa agricola Forteto, condannato a 4 anni e mezzo in primo grado, di Silvano Montorsi, ex presidente dell'associazione Forteto, condannato anche lui in precedenza a 3 anni e mezzo, e di Stefano Sarti, già condannato a 3 anni.
Nuova condanna poi in appello per la cooperativa al pagamento in solido dei risarcimenti ma per un numero ridotto di vittime a causa di errori nelle domande per i danni mentre è stata revocata la condanna per la coop al risarcimento di una serie di enti costituitisi parte civile.
LE REAZIONI DELLA POLITICA - "L'impianto accusatorio della Procura ha retto: la corte d''appello ha confermato oggi in via definitiva nel merito che il Forteto è stato una setta dove per anni, nella copertura delle istituzioni, si sono perpetrati abusi e maltrattamenti gravissimi. In questo contesto è assurdo che i responsabili di questa vicenda, che ha distrutto la vita di centinaia di persone, siano ancora a piede libero. Su tutti Rodolfo Fiesoli, che nonostante la condanna probabilmente non andrà mai in carcere". Con una nota, il capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione Toscana, Giovanni Donzelli, ha commentato la sentenza d'appello.
"Non avevamo alcun dubbio, convinti come siamo che la verità processuale coincida con quanto abbiamo ascoltato dalle vittime che, oggi, si vedono riconosciuta una nuova tessera nel puzzle della giustizia che spetta loro e si conferma la validità dell' impianto accusatorio sul sistema Forteto che era emerso dalla prima sentenza e dalle due commissioni regionali d'inchiesta". Questo il commento del capogruppo di Fi in Regione Toscana, Stefano Mugnai, già presidente della prima commissione regionale d'inchiesta sul Forteto nonché promotore della seconda, la cosiddetta Forteto bis che ha appena chiuso i suoi lavori.
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