Una vera e propria struttura piramidale composta da mogli, mariti e cognati quella finita nella rete dei Carabinieri della Stazione di Castello in collaborazione con il Nucleo Operativo della Compagnia di Firenze, tutti erano coinvolti in un giro di prostituzione. Al momento a finire in manette sono stati un albanese e due rumeni. L'accusa è quella di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, riduzione in schiavitù, tratta e commercio di persone in condizioni analoghe alla schiavitù, infine di induzione alla prostituzione minorile.
La vicenda è piuttosto complessa, l'indagine è iniziata più di un anno fa, quando una segnalazione avvertì le forze dell'ordine di un movimento sospetto in un appartamento in Via Val d'Orcia. Da allora i Carabineri hanno tenuto d'occhio la zona e sono riusciti a risalire al vertice di quella che ha tutta l'aria di una vera e propria associazione a delinquere. A capo dell'organizzazione due albanesi, Zykay Ajet, detto Alex di 32 anni ed un suo connazionale di anni 27. Erano loro che decidevano dove 'posizionare' le ragazze, preoccupandosi di garantire le postazioni migliori e la somma da richiedere ai clienti per ogni prestazione. Un gradino più in basso degli albanesi, c'erano i rumeni che con i primi venivano a patti per 'piazzare' a loro volta sull 'altrui' territorio le proprie ragazze, in cambio di un affitto mensiile. I due rumeni potevano contare sull'aiuto del fratello di uno dei due e su quello delle loro stesse mogli, e persino di una coppia esterna alla famiglia. A tenere le redini in questo caso era Nuculae Fanica, detto Fane che in collaborazione con i suoi connazionali seguiva le direttive degli 'albanesi'. Sembra che lo stesso fosse disposto a tutto pur di un ritorno economico, imponeva alla moglie di prostituirsi e per parecchi mesi ha costretto una minorenne, rumena anche lei iniziata alla strada dall'età di 12 anni dalla stessa madre, a vendere il proprio corpo. Infine, così come è emerso dalle intercettazioni ambientali, l'uomo avrebbe costretto a prostituirsi persino una ragazza al terzo mese di gravidanza "tanto per 3/4 mesi può ancora lavorare" avrebbe detto, dalle stesse intercettazioni si è scoperto che per le trattative con la Romania e l'Ungheria le ragazze destinate a Firenze erano chiamate 'bagagli' e la loro età era indicata in Kg: "ti sto per spedire un bagaglio di 25 Kg" voleva significare una ragazza di 25 anni. Ciò che più sconvolge è forse il ruolo che in tutta questa vicenda hanno avuto le mogli, in particolare quella di Fane, sono loro che avevano la 'direzione' delle ragazze in strade, impartivano loro persino lezioni d'italiano e si occupavano del vestiario da lavoro.
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