Oggi i carabinieri ascolteranno il padre di Federico Zini, il 25enne, ex calciatore, che ha ucciso la ex fidanzata Elisa Amato (30 anni) ferendola a morte con almeno 4 colpi di pistola di fabbricazione ceca calibro 9x21.
Zini, poi, si è suicidato rivolgendo l'arma, acquistata da poco tempo per uso sportivo presso un poligono, contro sé stesso.
Lo Zini non si rassegnava alla fine della relazione e secondo la sorella di Elisa Amato la avrebbe pedinata: “ Federico – ha detto la sorella della vittima a Sky – era un ragazzo che pedinava mia sorella”. “Tutte le volte che si allontanava da lui – ha spiegato – andava sempre nel luogo di lavoro, la aspettava alla stazione di Prato dove lei scendeva quando tornava da lavoro, o sotto casa in piena notte. Una cosa che accadeva quasi quotidianamente”. “È stato più volte chiesto a mia sorella – ha aggiunto – di fare una denuncia di stalking, cosa che lei, per amore anche nei confronti di questo ragazzo, perché gli voleva bene e non lo voleva far soffrire, non ha mai voluto fare”. “C'erano le avvisaglie - ha detto ancora - c'erano tutte, mia sorella ne era consapevole anche se forse non abbastanza. E anche i genitori lo erano perché mia sorella stessa aveva chiesto espressamente a loro di aiutarlo in questa situazione per fargli accettare il fatto che questo amore non poteva andare avanti”.
Oggi la procura di Pisa incaricherà il medico legale per l'autopsia sulla vittima, chiarendo così se è morta subito a Prato oppure se Zini l'ha sequestrata ancora viva e le ha sparato altrove. Tra gli investigatori non si esclude inoltre di fare lo stesso esame anche sul corpo del suicida, aspetto valutato in queste ore. Le indagini vengono estese anche ai cellulari e al traffico di chiamate e messaggi tra i due ex fidanzati.
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