Brusco rallentamento sulla possibilità di vedere sorgere nell'area Mercafir il nuovo stadio della Fiorentina, con 30.500 metri quadrati extra impianto sportivo di strutture commerciali, direzionali e turistico-ricettive.
A spingere sul pedale di stop il comunicato diffuso ieri pomeriggio dal Club viola che, pur lasciando socchiusa la porta all'ipotesi Novoli, evidenzia molti dubbi sull'iniziativa. Il Comune di Firenze ha già approvato una variante urbanistica e pubblicato un bando (che scadrà il prossimo 7 aprile) per vendere i terreni destinati alla cittadella viola (facendo sì che chi effettua l'investimento possa godere del diritto di proprietà degli immobili edificati).
Gli aspetti che hanno sollevato le preoccupazioni, in casa Fiorentina, sono i tempi effettivi di disponibilità dei terreni (attualmente occupati dal centro alimentare che va riqualificato nella parte nord) e i costi relativi agli oneri di urbanizzazione che si sommano a quelli per la realizzazione delle infrastrutture che garantiscano il deflusso del traffico privato.
Perplessità legittime da parte di Rocco Commisso che, per un'opera del genere (stadio e strutture connesse), dovrebbe affrontare un investimento da almeno 300 milioni di euro.
Insieme alle comprensibili titubanze del Presidente, però, sorgono degli interrogativi.
I tempi per avere il via libera a costruire in qualsiasi altra area di Firenze e provincia potrebbero essere certi? Intoppi burocratici, scontri tra istituzioni, ricorsi del “comitato per la tutela del lombrico della Piana” o del “ranocchio italico” sarebbero da escludere in altre destinazioni?
Un impianto sportivo con aree commerciali e turistico-ricettive che muove decine di migliaia di persone, ovunque sia ubicato, non prevederebbe oneri di urbanizzazione e l'obbligo di realizzare una adeguata rete infrastrutturale?
Il parcheggio alla Mercafir lo offrono a loro spese Comune e Firenze Parcheggi, un'opera che pesa circa una quindicina di milioni di euro. Altre destinazioni garantirebbero questo risparmio?
Allontanarsi da Firenze, scegliendo la provincia, produrrebbe gli stessi introiti derivanti dalle strutture connesse all'impianto sportivo e (a parità di superfici) lo stesso valore immobiliare di quanto edificato?
Tra le preoccupazioni di Commisso e gli interrogativi di cui sopra, la sensazione è che il patron gigliato gradirebbe poter valutare ulteriori opzioni di aree che insistono sul territorio e che ad oggi non sono salite agli onori della cronaca.
Palazzo Vecchio ha deciso di non commentare, ma ieri, prima della diffusione della nota della Fiorentina, Nardella ha dichiarato che Firenze “è il Comune più 'fast' d'Italia”, ripercorrendo le tappe che, a seguito dell'approvazione definitiva della variante urbanistica, hanno portato alla pubblicazione del bando di alienazione dell'area Mercafir. Il Sindaco ha spiegato che “in quattro anni siamo in grado di fare tutto”, ma si è dimenticato di ricordare che il conto alla rovescia, come spiegano atti e documenti, scatta a seguito di una formale manifestazione d'interesse. Manifestazione formale che ad oggi non c'è.
L'investimento, va ribadito, è significativo e pertanto deve essere valutato attentamente, ma per fare partire un iter che in futuro porti a vedere sorgere l'impianto, in luogo degli annunci pubblici, servono anche da parte del privato atti formali. In alternativa, dopo aver considerato le varie opzioni, si può decidere di non costruire nessun nuovo stadio.
Donato Mongatti
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