Lo scandalo bancario e finanziario della banca più antica d'Italia, il Monte dei Paschi di Siena, diventa un’opera teatrale che debutta, in prima assoluta a Bologna, giovedì 6 marzo. Si intitola “Ummonte” ed è il monologo scritto, diretto e interpretato da Elisa Porciatti, giovane attrice e regista senese, meritevole della menzione nell'edizione 2013 del prestigioso Premio Scenario che ospita la prima rappresentazione nell'ambito di “Interscenario IV. Le generazioni del nuovo”, che si tiene nel Laboratorio delle Arti all'interno delle attività del Centro La Soffitta del Dipartimento delle Arti dell'Università di Bologna (piazzetta P. Pasolini, inizio ore 21).
Una scenografia essenziale vede al centro della scena uno sgabello che per l’autrice simboleggia la statua di Sallustio Bandini che troneggia in quella Piazza Salimbeni, meglio nota come Piazza del Monte. Intorno si sviluppa un perimetro delineato da 8 colonnini e che idealmente ci riportano nel cuore pulsante e ferito della città di Siena: Piazza del Campo. Sullo sfondo una città gioiello. Storica. Con una banca storica. Tra i banchi di una scuola, tra le generazioni, nelle relazioni, passano i fatti di un grande colosso di un grande sistema, cosiddetto eco-nomico per il suo innato talento di dettare le regole nel suo ambiente.
Nella sinossi che sintetizza il testo complesso e ricco di spunti dell’opera, l’ironia che attraversa tutto il racconto, emerge prepotente. Si legge che “E' grande. E' grande Ummonte. Tiene in vita una città e sul più bello la riunisce al suo capezzale di padre agonizzante e pieno di debiti. Agonizza compostamente ma ovunque. In piazza, nelle botteghe, tra i banchi, nei letti dei giovani sposi”.
Ma Ummonte è anche il nome del protagonista, impegnato a diventare un grande bancario della sua città bancaria. Fa di conto, impila le 20 lire del 74 di dieci in dieci, degno figlio di Babbo Monte. E per Zoe, fissata con le parole è solo il suo amico, quando sarà famoso. Per lei, così distante da lui: “I debiti sono colpe. L'asta quella di Cristo. I titoli quelli dei film d'amore. La borsa quella della spesa e il portafoglio quello che è caduto dalla tasca rossa con gli ultimi 65 soldi”. Per Zoe, “il valore è gusto, è sorridere. Senza motivo. Il valore non c'è. Si sente”. Intorno a loro una città di storie. E solo una donna a raccontarle.
Elisa Porciatti, già co-autrice e interprete di Senza Lear (vincitore del Premio Lia Lapini 2009) e di M.A.E.S.T.A', “tra ironia e commozione – si legge nella motivazione della giuria del Premio Scenario 2013 - ripensa con originalità il teatro di narrazione, per cercare, nell'apparente semplicità delle forme, una coralità di personaggi, raccontati con astrazione e musicalità”, partendo proprio da se stessa e dalla sua esperienza di ex dipendente della banca e dai racconti di persone legate, anche se indirettamente, con il potere della stessa: i colleghi, gli amici, la gente comune. Il risultato non è un'inchiesta ma un'indagine narrativa, che si sofferma sulle vite piccole e concrete che muovono Siena e la "sua” banca. Una testimonianza che trova nel mezzo teatrale uno strumento di apertura di un dialogo con la cittadinanza in un momento in cui la richiesta di confronto si fa pressante e non si può più ignorare. Per conoscere e digerire quello che è accaduto e insieme rilanciare.
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