Le parole che Davide Di Martino disse alla vicina pochi giorni dopo la scomparsa di Irene Focardi, e cioè, che "Irene era morta", che "aveva cercato inutilmente di rianimarla" e che "il fatto era successo un paio di giorni prima", devono essere ritenute "una confessione stragiudiziale". Lo scrive il gip di Firenze nell'ordinanza con cui dispone il carcere per Di Martino, accusato dell'omicidio di Irene Focardi, la ex modella scomparsa dal 3 febbraio. Ascoltato dagli investigatori, Di Martino giustificò poi le sue frasi dicendo: "E' morta dentro di me, anche se tuttora ne sono innamorato". Per il gip, questa spiegazione "non convince" ed è da ritenere "falsa". "Quando Di Martino parla di morte - spiega il gip - si riferisce alla morte fisica e alla disperazione per il gesto compiuto, verosimilmente nell'ambito del burrascoso rapporto di coppia sfuggito di mano, lo ha portato ad annegare la sua disperazione nell'alcol, che però, assunto in maniera incontrollata, gli ha fatto fare affermazioni a loro volta incontrollate e, alla resa dei conti, veritiere".
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