"Comprendo e condivido le preoccupazioni dei produttori toscani di latte, ma la strada da percorrere resta quella da anni già intrapresa dalla Regione a tutela delle produzioni locali.
Il confronto con la situazione nazionale ci dà ragione e qui da noi la crisi si è fatta sentire meno che nel resto dell'Italia. Siamo ben disponibili a sederci intorno ad un tavolo per aggiornare e migliorare un Piano di sostegno al latte toscano che è già operativo da tempo".
L'assessore regionale all'agricoltura, Marco Remaschi, risponde in questo modo ai produttori di latte e alle associazioni di categoria che hanno lanciato un vero e proprio allarme sul crollo dei consumi del latte italiano, schiacciato dalla concorrenza di altri Paesi.ù Dal confronto tra i livelli 2014 e quelli 2015 emerge infatti che i consumi di latte UHT a lunga conservazione hanno subito in Italia una flessione del 7%, mentre in Toscana sono scesi del 5,7%. Simile l'andamento rispetto al latte fresco (che in Toscana insieme a quello di qualità rappresenta circa il 65% dei 60 milioni di litri prodotti ogni anno) che segna un -5,2% a livello nazionale mentre in Toscana il consumo scende del 3%.
"Da tempo – aggiunge Remaschi – abbiamo scelto di puntare sulla qualità, e agli allevatori toscani il latte di alta qualità e il biologico vengono pagati mediamente in misura assai superiore rispetto al prezzo riconosciuto nel resto dell'Italia. La nostra politica di valorizzazione del latte toscano fa leva sulla territorialità, sulla tracciabilità del prodotto e sulle azioni di filiera. Credo sia questa la strada che dobbiamo insistere a percorrere".
L'assessore sottolinea poi come con il Programma di sviluppo rurale 2014-2020 la Regione finanzia i progetti di riorganizzazione delle aziende e quelli di innovazione di prodotto e di processo. "Da questo punto di vista – conclude Marco Remaschi – possiamo fare ancora molto quanto a integrazione e reti di filiera, per la tracciabilità dei nostri prodotti e per insistere su quelli innovativi. Penso ai prodotti per l'infanzia, a quelli per chi è intollerante al lattosio, a basso contenuto di colesterolo, a quelli arricchiti con integratori e altro ancora. Giudico strategico e fondamentale il rapporto con le università e una più decisa azione comunicativa nei confronti dei consumatori finali. Il latte toscano è sinonimo di qualità e di salute e noi dobbiamo essere in grado di farlo sapere a chi acquista con una continua azione di formazione ed informazione del consumatore, così da far comprendere come scegliere i prodotti migliori, non solo quindi guardando al prezzo, ma anche alla percezione della qualità. Insomma sono convinto che facendo dialogare i vari soggetti che operano nel settore, ossia incentivando le reti di imprese, come avvenuto anche di recente con il finanziamento ai PIF (piani integrati di filiera),sia possibile migliorare le performance di filiera e garantire un futuro al latte toscano. Alla crisi si deve reagire e la Regione è disponibile a fare la sua parte".
L'assessore ha aggiunto di apprezzare iniziative come quella della Coop che proprio ieri ha lanciato una campagna nazionale di promozione del latte fresco italiano al 100%. E non ha mancato di sottolineare che la Regione Toscana ha deciso di aumentare di 25 milioni di euro nei prossimi 5 anni le misure economiche a sostegno dell'agricoltura biologica, cioè delle produzioni di qualità.
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