Adescava ragazzine minorenni iscritte alla sua associazione di rievocazioni storiche e, in un caso, avrebbe prestato casa sua a due minori per consumare un rapporto sessuale ripreso, a loro insaputa, da microcamere nascoste in camera da letto. Un uomo di 70 anni, che già nell'ottobre scorso era stato arrestato (e condannato in primo grado a due anni e otto mesi di reclusione) con l'accusa di detenzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale su una ragazzina che lo aveva denunciato, è stato nuovamente arrestato questa mattina dalla Polizia di Pisa in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare per l'ulteriore accusa di violenza sessuale aggravata e continuata su minore, produzione continuata di materiale pedopornografico, adescamento di minore continuata e interferenza illecita nella vita privata.
Gli agenti della Squadra Mobile di Pisa hanno raggiunto l'uomo presso la sua abitazione, sottoponendolo nuovamente agli arresti domiciliari. Le nuove accuse contro l'uomo riguardano sue presunte condotte nei confronti di sei iscritti all'associazione, tutti minorenni al momento dei fatti. Il 70enne è attualmente ai domiciliari, nei prossimi giorni comparirà davanti al Gip di Firenze per l'interrogatorio di garanzia.
L'indagine nasce da una costola del procedimento penale che aveva portato all'arresto dell'uomo nell'ottobre scorso per il reato detenzione di materiale pedopornografico, nell'ambito del quale lo stesso era indagato per atti persecutori e atti sessuali ai danni di una minorenne: la prima delle sei vittime a denunziare, che aveva portato poi alla condanna dell'uomo in primo grado alla pena di due anni e otto mesi di reclusione. Le indagini, durate quasi un anno, inizialmente coordinate dalla Procura della Repubblica di Pisa e poi traferite, in ragione dei gravi reati contestati, alla Procura Distrettuale di Firenze, ed eseguite dalla Squadra Mobile pisana, hanno fatto luce sulla rete di relazioni che l'uomo avrebbe intrattenuto tra il 2015 e il 2020 con alcuni membri dell'associazione, relazioni subdole ad evidente carattere sessuale.
L'analisi dei device sequestrati all'indagato, all'atto della perquisizione in casa e del suo arresto, ha consentito l'apertura di un fronte investigativo su una mole cospicua di fotografie di alcune ragazzine dell'associazione, scatti che l'uomo si sarebbe procurato durante gli allenamenti in palestra o durante alcune vacanze organizzate dall'associazione all'Isola d'Elba, e che poi l'uomo avrebbe provveduto ad elaborare attraverso dei programmi informatici, cancellando il vestiario alle ragazzine e sostituendoli con l'apposizione di organi genitali (pratica nota con il termine deepnude).
Ma gli approfondimenti ulteriori hanno consentito di ricostruire condotte dell'indagato ben più gravi, ricavati dal contenuto della chat di Whatsapp, Facebook e Instagram che l'uomo intratteneva con alcune ragazzine minori iscritte. Il contenuto delle chat, dall'esplicito tenore sessuale, hanno consentito agli investigatori della Squadra Mobile di Pisa di ricostruire il modo in cui operava l'uomo. Attraverso lusinghe, complimenti inopportuni, il 70enne carpiva la fiducia delle minori inducendole, in alcuni casi riuscendovi, a compiere atti sessuali, approfittando anche del rapporto fiduciario intrattenuto con le stesse. In due circostanze gli approcci, da verbali, sono divenuti fisici, con palpeggiamenti delle parti intime delle vittime, mentre si trovavano nella palestra dell'associazione.
In una circostanza, la più grave, l'adulto avrebbe finanche concesso con l'inganno la disponibilità del suo appartamento a due membri minorenni dell'associazione, consentendo loro di utilizzarlo per consumare un rapporto sessuale. L'indagato aveva nascosto all'interno della camera da letto delle microcamere nascoste (poi trovate e sequestrate dalla Polizia perquisendo la sua abitazione, nell'ambito della quale erano state trovati enormi quantitativi di materiale pornografico, oggetti sadomaso ed anche una pistola illegalmente detenuta), per riprenderli a loro insaputa durante l'atto sessuale, producendo cosi' materiale pedopornografico. Decisiva, per la ricostruzione del quadro indiziario (sono sette i capi di imputazione), sono state, oltre all'analisi dei dispositivi elettronici e degli hard disk sequestrati, anche le coraggiose testimonianze delle vittime.
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