Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri sono indagati per mafia dalla Procura di Firenze nell'inchiesta sui mandanti occulti delle stragi del 1993 che colpirono Firenze, Roma e Milano.
Il procuratore capo Giuseppe Creazzo, scrivono La Repubblica ed il Corriere della Sera oggi in edicola, ha già ottenuto dal giudice delle indagini preliminari la riapertura del fascicolo, già archiviato nel 2011, ordinando nuovi accertamenti alla Direzione investigativa antimafia.
In particolare verranno nuovamente ascoltate le intercettazioni in carcere al boss Giuseppe Graviano mentre parlava dei rapporti con il leader di Forza Italia e con l'ex senatore, ora in carcere per scontare una condanna definitiva a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa.
"Berlusconi mi ha chiesto questa cortesia, per questo c'è stata l'urgenza", sarebbe questa la frase pronunciata da Graviano, ad un compagno di cella, durante l'ora d'aria nel braccio del 41 bis del carcere di Ascoli Piceno. "Lui voleva scendere," prosegue il boss intercettato, "però in quel periodo c'erano i vecchi lui mi ha detto: ci vorrebbe una bella cosa".
Graviano, in carcere dal '94, in quelle intercettazioni parlerebbe ancora dei rapporti di lunga data con Berlusconi. "Trent'anni fa, venticinque anni fa, mi sono seduto con te, giusto? Ti ho portato benessere. Poi mi è successa una disgrazia, mi arrestano, tu cominci a pugnalarmi. Per cosa? Per i soldi, perché ti rimangono i soldi...".
Immediata la replica dell'avvocato Nicolò Ghedini, difensore dell'ex presidente del Consiglio, che ha parlato di "illazioni e notizie infamanti prima del voto, non avendo mai avuto alcun contatto il presidente Berlusconi né diretto né indiretto con il signor Graviano".
Adesso toccherà ad una nuova perizia stabilire se quei riferimenti erano a Berlusconi e a Forza Italia.
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