Poteva pensare Beppe Severgnini di poter scatenare un'Odissea, seppur Viola? Ci ha pensato Rudy Caparrini, apprezzato scrittore storico politico, esperto di Grecia, acuto opinionista e intenditore di calcio e Fiorentina, a rispondere all'invito di uno scrittore che ammira e oltretutto interista, che dalle pagine di INTERpretazioni invitava sportivi e letterati a contaminarsi. E così è stato per l'ultima fatica di Caparrini, Odissea Viola. Aspettando Ulisse Lo Scudetto (Edizioni Nte) in cui l'autore ha scelto "una serie di episodi “odisseici”, associabili alla storia recente dei viola, da cui scaturiscono similitudini affascinanti: i Della Valle sono i Feaci, poiché soccorrono la Fiorentina vittima di un naufragio; il fallimento di Cecchi Gori è il classico esempio di chi si fa attrarre dal Canto delle Sirene; Edmundo che fugge per andare al Carnevale di Rio è Paride, che per soddisfare il suo piacere mette in difficoltà l’intera squadra; Tendi che segna il gol alla Juve nel 1980 è un “Nessuno” che sconfigge Polifemo; Di Livio che resta coi viola in C2 è il fedele Eumeo, colui che nell’Odissea per primo riconosce Ulisse tornato ad Itaca e lo aiuta a riconquistare la reggia". Un puntuale tratteggio della storia della Fiorentina vista "da un tifoso nato nel 1969, anno del suo secondo e ultimo scudetto".
Per questo abbiamo intervistato Rudy Caparrini che, con grande disponibilità e simpatia, ci ha raccontato alcuni suoi pensieri legati all'Odissea Viola.
Severgnini è il suo ispiratore? :"Ho risposto ad un suo "invito", da sportivo e letterato ho creduto opportuno scrivere qualche similitudine fra la Fiorentina e l'Odissea, il poema greco a me caro vista la passione per il mondo ellenico. E devo dire che Severgnini ha gradito questo "capitolo" viola".
Allora avanti con le domande. I Feaci, che rappresentano nel suo libro i Della Valle, sono un popolo felice e prospero, di navigatori. La felicità e la tranquillità oggi però è contrasto con la piazza. "I Della Valle hanno il merito di aver risollevato una Fiorentina sprofondata, naufraga. L'hanno trovata nuda e riportata ai vertici, hanno compiuto le gesta di Ulisse, hanno riportato la squadra a Itaca, in serie A dopo gli anni del fallimento,".
Gli anni del Canto delle Sirene? "Esatto, e mi chiedo come nessuno abbia mai legato Cecchi Gori all'albero della nave, questo è il problema".
I Della Valle, pare acclarato, sono "permalosi", lei crede che i problemi sulla cittadella viola abbiano inciso su questa 'frenata' nella gestione della Fiorentina? "Guardi i Della Valle non sono nè Moratti, nè Cecchi Gori, nè tantomeno la Sensi. Non aspettiamoci la "passione". Quello della cittadella viola era per i Della Valle un buon affare, un'operazione economica attiva che li avrebbe contraddistinti. Chiaramente sulla vicenda è poi subentrato l'aspetto giudiziario e il sequestro dell'area, che ha reso tutto più complicato".
C'è una persona che si è sempre esposta a nome della società in questo periodo particolare della Fiorentina. Ed è Corvino, che ne pensa Caparrini? "Il Direttore sportivo gioca fuori ruolo, troppo spesso è stata la voce parlante dei Della Valle e ha potuto dedicare troppo poco tempo a quelli che sono i suoi compiti effettivi, quelli di direttore sportivo. Ha dovuto sopperire a mancanze societarie dovendo svolgere mansioni che non gli spettavano".
Molti fiorentini vedono nel "mito" la figura di Cesare Prandelli, il mister. C'è un personaggio dell'Odissea che potrebbe avvicinarsi alla sua figura? "Il suo stile lo rende unico, la sua educazione è in rara questi ambienti, Prandelli è il Mito della recente storia viola. Basta vedere il rapporto che c'è con Firenze, che ne ha apprezzato l'allenatore ma soprattutto l'uomo e che vive ancora dei suoi ricordi. Non è un caso se Prandelli sarà starter e testimonial della IX edizione di Corri la Vita. E' un segnale di vicinanza verso la città".
Passiamo a Mihajlovic, e alla sua gestione mai digerita da Firenze? "Mi ha deluso, non che sia peggio di tanti altri, ma in più di un'occasione ha scaricato le responsabilità sui suoi giocatori, cosa che un allenatore non dovrebbe fare mai. Negli spogliatoi devono tremare i muri, ma fuori si è squadra. Ricordo ancora di quando nella partita casalinga contro l'Inter nel dopopartita ebbe a ridire di come il giovane Camporese aveva affrontato Eto'o, e poi la questione nei "calci nel sedere", certe cose non si dicono pubblicamente".
Chiudiamo da dove abbiamo iniziato, dai Feaci, ovvero i DV, che erano dei navigatori e della loro ubicazione geografica non c'è troppa certezza. Secondo lei i Della Valle sono di passaggio? "Credo che quella dei Della Valle sia una parentesi, anche se hanno salvato la Fiorentina riportandola a Itaca. I Della Valle sono dei sognatori con i piedi per terra"