“Abbiamo fatto tutte le nostre osservazioni e critiche ed espresso la nostra diffidenza. Ci hanno offerto un quadro della situazione che ha spiegato l'evento con un’ipotesi da verificare, dato che il monitoraggio è ancora in corso.
Erano assistiti da un professore del politecnico di Torino. Il crollo è stato spiegato con un problema localizzato. Ora stanno verificando che tutta la struttura non presenti uguali fragilità". Lo ha detto la vicesindaca di Firenze Cristina Giachi, dopo il sopralluogo assieme a Grandi Stazioni Rail alla pensilina della stazione di Santa Maria Novella, che nei giorni scorsi ha riportato un crollo di parte del controsoffitto.
"Abbiamo fatto rilevare - ha spiegato Giachi - che siamo preoccupati che ci siano altre situazioni di fragilità non ancora emerse. Ci è stato assicurato che il monitoraggio è continuo, assiduo e a vista anche giornaliero e che non esistono altri manufatti che presentano quelle caratteristiche. Adesso faranno un'ispezione con un endoscopio, uno strumento ottico, di tutte le strutture con quella conformazione. Tra una settimana-dieci giorni ci daranno un primo report. A fine mese avremo chiaro il quadro dei lavori e la tempistica del cantiere. Abbiamo chiesto che ogni intervento venga 'raccontato' alla cittadinanza con 'cantieri parlanti' e che sia mantenuto in condizioni decorose. Abbiamo inoltre fatto osservazioni su altre zone della stazione che non ci paiono adeguatamente curate. Grandi Stazioni Rail ha spiegato che è in corso un forte lavoro di risistemazione".
"Da parte sua - ha aggiunto la vicesindaca - l'amministrazione comunale ha chiesto che venga fatto uno sforzo supplementare anche di investimento e non ci affidi ad una distribuzione dei lavori nel tempo che impieghi così tanti anni. Staremo loro addosso sulle tempistiche e le modalità dei monitoraggi e stringeremo l'attenzione sulla pensilina e su quello che emergerà dal primo report.
Il cedimento è avvenuto, probabilmente, per la conformazione della struttura nella parte che si trova nei pressi di un tubo. Quest'ultimo, portando via l'acqua pluviale, crea una condensa: le strutture di sostegno del controsoffitto vicine a quel tubo hanno quindi subito un'erosione che alla fine ha portato al crollo. Ora stanno verificando se ci sono altre zone che presentano uguali problemi. Non esistono, però, infiltrazioni della guaina del tetto. Se l'indagine confermerà tale ipotesi si tratterà di isolare meglio il tubo che genera la condensa, una condensa che in 80 anni ha causato questa erosione”.
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