Un cuneo arrugginito che si conficca in quattro blocchi di marmo giallo, spaccandoli: è ‘Animus’, la scultura che da oggi è collocata al binario 16 della stazione di Santa Maria Novella e che ricorda la tragedia degli ebrei fiorentini deportati. Stamani c’è stata l’inaugurazione alla presenza, tra gli altri, dell’assessore comunale all’ambiente Caterina Biti, del rabbino capo di Firenze Joseph Levi, della presidente della comunità ebraica Sara Cividalli e dell’autore dell’opera Nicola Rossini.
Rossini è il vincitore del bando di concorso promosso dal Rotary Club Firenze con la Comunità Ebraica di Firenze, l’Accademia di Belle Arti e l’Associazione Teatri di Imbarco. L’opera ha un significato di rottura e tragicità. La ruggine del cuneo testimonia 'la patina del tempo' mentre i blocchi di marmo in cui è conficcato rappresentano l’animo del popolo ebraico per sempre spezzato dalla tragedia della Shoà.
“Questa scultura - ha commentato l’assessore Biti - vuole aiutare fiorentini e turisti che gravitano nella stazione centrale della città a mantenere vivo il ricordo della deportazione ebraica nella Germania nazista e dei milioni di persone che persero la vita nei campi di sterminio, ma è anche un monito perché eventi di questo genere non capitino più”.
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