Oggi a Roma RFI, Governo (Ministero dei Trasporti), Regione Toscana e Comune di Firenze si incontreranno per discutere il progetto del Tunnel Alta Velocità di Firenze.
Recentemente la TAV è stata messa in discussione dal Sindaco di Firenze Dario Nardella che, in seguito, ha trovato l'opposizione del Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e di parte del Partito Democratico.
“Finalmente c'è un incontro con tutti i soggetti coinvolti – ha spiegato ieri sera Nardella in collegamento col TG3 Regione delle 19:30 - dove Ferrovie dello Stato, mi auguro, esporrà le sue idee nel modo più approfondito e chiaro possibile. Come Sindaco di Firenze dico che non ho alcuna avversione ideologica verso la TAV, tuttavia - ha sottolineato - parliamo di un'opera che risale a più di 20 anni fa; i cantieri sono partiti due anni fa, ma si sono bloccati subito. Pertanto credo sia doveroso chiedere una verifica, perché se si possono ottenere gli stessi risultati in termini di miglioramento del trasporto regionale, di Alta Velocità e investimenti sul territorio, spendendo meglio le risorse economiche e con un impatto ambientale minore: non vedo perché questo non si debba verificare”. La differenza di vedute col Presidente della Regione? “Inizialmente – ha detto Nardella - con il Presidente Rossi eravamo assolutamente d'accordo sul chiedere a Ferrovie dello Stato un chiarimento su questa opera. A distanza di 22 anni le tecnologie hanno fatto grandi passi in avanti e quindi potremmo avere la possibilità di impattare meno sul territorio ed ottenere gli stessi vantaggi. 22 anni fa fu progettata la stazione Foster dell'Alta Velocità, a un chilometro da Santa Maria Novella, una stazione su 7 livelli che prevede 400 milioni di euro di investimento. Io credo, con quello che abbiamo imparato con la crisi economica, che le opere pubbliche si possono fare anche guardando ad una utilizzazione più efficace delle risorse. Lo ripeto – ha concluso - le risposte mi auguro di trovarle domani all'incontro. Io sono perché si lavori in squadra: i cittadini non vogliono vedere i politici che litigano, ma che si impegnano per un obiettivo comune”.
D. M.
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