"Sosterrò l'allargamento dell'aeroporto solo se la società dello scalo mi porterà uno scritto giuridicamente valido per cui sosterrà tutto il costo di annullamento delle concessioni, costo che non compete alle istituzioni pubbliche".
Sulla lenta marcia di avvicinamento alla realizzazione della nuova pista da 2.400 metri dell'aeroporto fiorentino di Peretola, resa molto accidentata dalla "bocciatura" degli uffici tecnici della Regione Toscana incaricati della valutazione d'impatto ambientale, si è innestato anche il monito del governatore, Enrico Rossi, sul destino dell'area di Castello di proprietà Unipol. La pista lunga impatterà sull'area, e dunque eventuali indennizzi alla compagnia non dovranno essere a carico delle casse pubbliche.
Parole affidate a "Repubblica Firenze" che sono suonate come un'altolà a Toscana Aeroporti: perseguire l'ampliamento dello scalo e, soprattutto, farlo assecondando l'idea progettuale più ambiziosa (come vuole Enac al contrario della prima ipotesi da 2.000 metri prevista dal piano trasporti regionale), avrà dei costi che non potranno ricadere sulla Regione. Il messaggio, tuttavia, è stato accolto con indifferenza dal management della società, che ufficialmente ha rifiutato di esporsi: "È una dichiarazione politica, non vogliamo entrarci".
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