Accusato di aver esultato in maniera plateale e di aver invitato i propri tifosi a fare lo stesso in uno stadio avversario (gremito di juventini) Antonio Conte non sente di dover chiedere scusa. Anzi, al termine della vittoria al Dall'Ara con il Bologna, contrattacca: ''Se non posso nemmeno esultare con i miei tifosi dopo una vittoria basilare per centrare il traguardo scudetto, ditemi che si deve fare. Io ho solo esultato con i tifosi juventini. So che da' fastidio a tanti quando vinciamo, ma non c'e stata alcuna mancanza di rispetto''. ''Piuttosto - ha incalzato Conte - parliamo delle cose serie. Di gente che accoglie il nostro pullman con pietre e bastoni, gente con bambini in braccio che bestemmia. Anche oggi in una citta' civile come Bologna, sono esterrefatto. Questi si devono vergognare, non io. Queste cose mi fanno pensare ad andar via dall'Italia. Pensare di non poter andare allo stadio con la moglie e una bambina... A Firenze non possiamo andare, neanche a Napoli. Ora anche a Bologna, allora e' finita. Questo e' uno sport, non una guerra. Io con i miei tifosi festeggero' sempre e comunque. Sto vincendo lo scudetto e non posso esultare insieme ai miei tifosi?''. Oltre ad una insurrezione del tifo rossoblu', era stato il collega Stefano Pioli a dire, subito dopo il fischio finale e rivolgendosi al vice di Conte, Angelo Alessio, che il comportamento del tecnico bianconero non gli era piaciuto: ''Diglielo che non si fa cosi', anche quando si vince bisogna portare rispetto''. In conferenza stampa Pioli parla poi di una esultanza ''un pochettino esagerata'', e rivolta anche ''verso i tifosi del Bologna''. Ma Conte, appunto, tira dritto. Anche perche' la vittoria di ieri sera lo porta ad un temporaneo +12: ''Marciamo spediti, stiamo facendo cose importanti ma dobbiamo continuare. Abbiamo fatto un grosso passo avanti oggi. Teniamo il piede sull'acceleratore''. Un'esultanza, insomma, da scudetto.
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