"Tutto quello che viene fatto nelle settimane centrali di agosto porta naturalmente con sé il sospetto di voler far passare qualcosa di certo impopolare o, peggio, ingiusto.
Per questo ci siamo preoccupati leggendo la circolare n. 11/2019, del 13 agosto 2019, con cui l'Amministrazione Comunale comunica ai suoi lavoratori e alle sue lavoratrici un cambio significativo da gennaio 2020. Una pausa obbligatoria di 30 minuti ogni sei ore lavorative, quale acritica applicazione di un istituto contrattuale asseritamente a tutela dei dipendenti". Lo afferma il consigliere comunale a Firenze di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi.
"In punta di diritto - spiega Palagi - tale scelta parrebbe chiara, ma a pagarne le conseguenze sarà una categoria specifica del personale, che ha concordato in passato - con accordo sottoscritto dalle parti - una quantificazione della giornata lavorativa in 7,12 ore, su cinque giorni lavorativi settimanali, per far fronte a significative situazioni personali o familiari.
Senza procedere a un confronto con le parti sindacali e la RSU, l'Amministrazione augura buone ferie alla sua classe lavoratrice con un pessimo metodo, a cui ci auguriamo si vorrà porre rimedio.
L'indisponibilità dei diritti è un tema delicato, perché serve a porre precisi argini all'azione della parte datoriale nell'organizzazione del lavoro, impedendo al "padrone" di approfittarsi della condizione di necessità di chi deve lavorare per poter vivere, ma non può essere strumentalmente rivoltata fino a diventare il proprio contrario, cioè un meccanismo incapace di percepire le esigenze delle persone e di adattarsi in modo confacente e verosimile alla realtà fattuale, che non è quella astratta dei contratti.
Il rischio infatti è - conclude Palagi - che un gruppo significativo di lavoratrici e lavoratori sia costretto a passare a un regime di part time, con conseguenze negative anche per il funzionamento della macchina amministrativa, oltre che risolversi fin da subito in una diminuzione delle retribuzioni. Come insegna anche Paolo Grossi, il diritto deve sempre saper rispondere alla realtà sociale, altrimenti perde il suo ruolo e il suo stesso significato".
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