Alice è una bambina che aspetta il padre, pendolare, alla stazione di “Firenze - Le Cure”. L'attesa si rivela lunga con il treno che non arriva. Alice, stremata, elude la sorveglianza della babysitter e decide di andare incontro al padre risalendo a piedi la ferrovia. Nel frattempo un treno corre contro la bambina sullo stesso binario. La tensione sale. E' questo il plot iniziale della serie “Sotto sotto”, prima docu-fiction italiana No Tav presentata oggi a Firenze dal regista Eugenio Rigacci e da un committente atipico, il Comitato contro il sottoattraversamento Tav di Firenze, che ha finanziato e prodotto il film sceneggiato dallo stesso Rigacci con Bruno Bacciocchi. “Ma quando arrivi” è il titolo della prima puntata con protagonista Alice, la piccola Gemma Bianchi, ed è scaricabile in alta risoluzione a questo indirizzo. Altre tre puntate sono già in cantiere con al centro i possibili danni agli edifici sopra il tunnel, le ricadute dei cantieri Tav sul traffico in città e la lunghezza interminabile dei lavori.
“Per raccontare la vicenda della Tav a Firenze ci siamo trovati di fronte al dilemma di come affrontare il tema e di quale linguaggio scegliere per rappresentarlo e comunicarlo nella maniera più efficace”, ha detto Eugenio Rigacci presentando “Sotto sotto”. “Le possibilità erano due: la via più accattivante e fruibile rappresentata da un cortometraggio di fiction e la comunicazione informativa più diretta garantita da un documentario. Non volendo rinunciare alle potenzialità di nessuno dei due generi, il nostro tentativo è stato quello di amalgamare i due linguaggi all'interno della narrazione cercando di mantenere l'essenza comunicativa di entrambi.”
Gli attori, tutti rigorosamente non professionisti, sono stati selezionati fra le persone impegnate nel Comitato contro il sottoattraversamento Tav e più in generale facendo appello ai membri più attivi della società civile fiorentina. Maestranze e attori si sono lasciati coinvolgere in maniera spontanea e divertita offrendo il loro tempo e mettendosi in gioco in prima persona per promuovere le iniziative del Comitato, nella speranza di rilanciare la discussione pubblica su una questione molto sentita.
“Abbiamo scelto di accrescere l'efficacia del nostro impegno andando oltre le forme tradizionali del Comitato, come le assemblee, gli incontri con esperti, i volantinaggi, alcune pubblicazioni, utilizzando altre forme di comunicazione più immediate ed incisive, che ci permettessero di raggiungere un maggior numero di persone” - hanno detto Pietro Biagini, Alma Raffi e Tiziano Cardosi del Comitato fiorentino durante la presentazione. “Ci siamo rivolti così al regista Eugenio Rigacci, in quanto conosciuto e stimato, e con lui abbiamo costruito l'idea della docu-fiction, affinché attraverso le immagini e le emozioni che suscitano, i rischi dell'enorme progetto ferroviario che avrà impatti devastanti per tutta la città di Firenze siano più facilmente comprensibili e fruibili”.
Gli attivisti del Comitato hanno parlato a lungo con Rigacci e Bacciocchi, hanno dato loro tutto il materiale di cui disponevano, e li hanno fatti incontrare con esperti che hanno individuato i limiti del progetto voluto da Trenitalia e da Regione Toscana, Provincia e Comune di Firenze. A margine di tutte le puntate è illustrato attraverso delle infografiche il progetto alternativo di attraversamento di superficie, elaborato dall'Università di Firenze.
"“Sotto sotto” è il tentativo di offrire ai cittadini un'informazione puntuale e corretta sulle criticità del più grande progetto che si realizzerà a Firenze dopo l’Unità d’Italia - spiegano gli attivisti - L'invito è quello di vederlo, farlo vedere, far partire un virtuoso passaparola che possa ridimensionare l'arroganza dell'amministratore delegato di Trenitalia, Mauro Moretti, che ha definito “quattro fessi” coloro che si impegnano per ottenere trasparenza e legalità". "Obiettivo ultimo bloccare il progetto del tunnel per il più utile ed economico sovrattraversamento" spiegano senza tanti giri di parole "perché lo scopo del Comitato non è quello di arrestare l'ammodernamento della linea ferroviaria nazionale, bensì quello di arrivare ad un'opera utile ai cittadini e non alle solite lobbies della politica e delle imprese, cooperative nel caso fiorentino".
Nella foto la prima scena della docu-fiction
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