"A cosa serve il pentimento di Spatuzza? A non passare la vita in carcere. Perchè si è pentito? Per motivi puramente economici, per una questione di soldi". Lo ha detto uno dei difensori del boss Francesco Tagliavia, l'avvocato Antonio Turrisi, al processo fiorentino sulle stragi mafiose del 1993. Il legale ha quindi chiesto l'assoluzione per Tagliavia "per non aver commesso il fatto". Tagliavia è l'unico imputato di questo processo; la procura è arrivata a lui grazie alle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza. Secondo l'avvocato Turrisi, "Spatuzza non gestiva la cassa del mandamento, non aveva una lira e venne abbandonato economicamente dai capi di Cosa Nostra, così si è pentito per vendetta, per ripicca". In aula, Spatuzza fece anche i nomi di Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri come "interlocutori" della mafia: "Mi sono chiesto - ha detto l'avvocato - se non si stesse assistendo alle prove d'orchestra di un processo con tutt'altri imputati". "Spatuzza - ha continuato Turrisi - orienta il proprio pentimento in base all'auditorio. A Firenze ha chiesto perdono per la strage dei Georgofili e per la piccola Nadia. Altrove ha chiesto perdono per il piccolo Di Matteo". Turrisi ha poi ricordato che al processo Dell'Utri, la "corte d'Appello di Palermo non ha ritenuto attendibile Spatuzza". "Non ci sono riscontri alle accuse di Spatuzza - ha concluso il legale - E la mancanza di sue responsabilità è cristallizzata nelle sentenze sulle stragi, che si basano su dichiarazioni di pentiti che non fanno mai il suo nome". Domani sarà ancora la volta della difesa, con l'avvocato Luca Cianferoni. Poi la corte stabilirà quando ritirarsi in camera di consiglio per la sentenza.
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