Drammatica testimonianza stamani a Firenze al processo per lo stupro di gruppo avvenuto la sera del 26 luglio 2008 da parte di sette giovani ai danni di una ragazza dopo averla fatta ubriacare a un evento alla Fortezza da Basso. Una testimone vide la fase iniziale in cui agì il branco, tentò di intervenire, fu malamente allontanata. Giorni dopo contattò l'avvocato della violentata dopo averne appreso il nome dai giornali e collaborò con le indagini. «La sorreggevano in due, altri cinque la toccavano, lei barcollava, si vedeva che non stava bene ma non so dire se l'avevano fatta ubriacare o altro», ha anche detto stamani deponendo nell'aula bunker una giovane di 26 anni. «Quella sera ero alla Fortezza con miei amici - ha raccontato rispondendo al giudice Francesco Gratteri, al pm Pietro Suchan e agli avvocati - A un certo punto della serata mi raccontarono che c'era un gruppo anomalo, di gente che non conoscevamo: una sola ragazza e molti maschi con lei che le alzavano la gonna in pubblico, la baciavano a turno ovunque, la palpavano. I miei amici mi dissero che avevano visto dare da bere più volte a questa ragazza, che l'avevano messa sul 'toro meccanico' 'dando spettacolò». «Una situazione chiassosa - ha detto ancora la teste -, che richiamava attenzione». Così uscendo dalla Fortezza, la testimone ha raccontato di aver avvertito la necessità di interessarsene di più. «Chiesi ancora ai miei amici da che parte si erano diretti i sette con la ragazza. Così li seguii per 200 metri fino a un posteggio - ha continuato - La vittima era sorretta da due amici, mentre altri la palpeggiavano, uno le leccava il volto. Volevo capire che situazione fosse, se c'era bisogno di aiuto. Mi sono avvicinata e ho chiesto alla ragazza se stesse bene, se voleva essere accompagnata a casa, se avesse bisogno». «Ma non mi rispose lei, bensì i ragazzi che erano con lui, in malo modo. Uno mi disse: 'Che sei della lega antistupro? Lasciaci in pace, fatti i c.. tuoì, e così gli altri». «Solo in seconda battuta ha parlato la ragazza: Mi sembrava non del tutto in sè, o aveva bevuto o non era lucida. Poi mi disse: »Lascia stare, li conosco, mi riaccompagnano a casa, non ti preoccuparè«. Però anche con l'aiuto dei verbali di tre anni fa, la testimone ha ricordato di aver sentito dire alla ragazza anche »No, lasciatemi stare. Smettila«. E ancora, rivolta alla teste: »Scusami, è colpa mia perchè sono passata dall'essere lesbica ad eterosessuale, prima respingevo i maschi adesso no«. Un'affermazione che suscitò gli sghignazzi degli aggressori: »Meglio per noi, ce n'è di più«. »Poi me ne andai, non me la sentii di insistere e rimasi combattuta se avvisare le forze dell'ordine o no«, ha detto ancora in aula. Quando le è stato chiesto se riconosceva qualcuno dei presunti violentatori tra gli imputati in aula, la teste ha indicato un praticante legale seduto tra i banchi. Guardando le foto degli imputati, non ne ha riconosciuto nessuno. »Ma confermo i due riconoscimenti di tre anni fa fatti alla polizia«, ha detto la teste. Gli imputati sono Lorenzo Lepori, 25 anni, studente universitario e regista amatoriale di film splatter, Daniel De Mendoca Stride, brasiliano, 26, Niccolò De Angelis, 24 anni, Francesco Michelotti, 24, Lorenzo Riccò, 22, Leonardo Victorion, 25, e Riccardo Mechi, 22. Prossima udienza il 23 giugno.
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