A Mario Cognigni crediamo piacciano molte cose: il suo lavoro, che svolge con competenza, prudenza e certosina pazienza, gli occhiali da sole a specchio che indossa appena può. A Cognigni piace anche un´altra cosa, tirare frecciatine nelle interviste. L´ad viola passa erroneamente per uomo grigio, un triste funzionario dei conti viola secondo qualcuno. Sbagliato.
Cognigni è uomo da battuta sagace, da risolino sotto i baffi (che non ha), da battuta raggelante stile Tremonti (confessiamo di non sapere il motivo per cui ci ricorda l´ex ministro, ma tant´è). Ultimamente Cognigni ha giochicchiato a freccette con per bersaglio il simpatico faccione di Pantaleo Corvino, oggi, nell´intervista che consolida la posizione del Ds in seno alla società, ha cambiato obiettivo scegliendo il vecchio allenatore della Fiorentina Cesare Prandelli (nemico evergreen visto che non piace al grande capo, insomma si può sempre infamicchiarlo un po´ tanto nelle Marche nessuno s´arrabbia).
Cognigni ha infatti raccontato a La Nazione di quando alcuni anni fa il "settore tecnico" della società, leggi Prandelli, "rifiutò" gli ingaggi di Cassano e Vidal, come a dire se ce li avessero fatti prendere... Certo il giochino è simpatico, ma anche transitivo, probabilmente se chiedessimo al "settore tecnico" di elencare i giocatori che la società poteva prendere e non prese ne udiremmo di altrettanto belle. Ma la dose di Cognigni più avanti rincara: "senza contare che nel luglio 2008 avevamo venduto Mutu alla Roma per 19 milioni e 250mila euro, e Corvino aveva in mano il russo Arshavin". Ahia! Qui la freccetta è diventata dardo, ma il lancio cognignesco rischia di risultare lungo, perché?
Passi per la storia di Mutu: è vero che fu Prandelli a mettersi di traverso, soprattutto perché la Fiorentina di lì a due settimane si giocava il passaggio ai preliminari di CL (andarci o meno faceva differenza per 20 milioni). Così come è vero, caso strano tutti lo scordino, che l´anno dopo furono tra le altre cose i 3 gol di Mutu col Genoa a consegnare, proprio a spese dei grifoni, il posto Champions alla Fiorentina. Ma abbiamo detto passi e facciamo passare la vicenda Mutu. Quel che invece fa più fatica a passare, quasi come un cammello su una grondaia o dentro la cruna di un ago, è la storiella di Arshavin. Certo qualcuno potrà anche decidere di credere che in quei giorni la Fiorentina avrebbe ceduto Mutu per prendere Arshavin, in fondo si può decidere di credere a tutto, però i numeri, quelli aridi e grigi che Cognigni conosce benissimo, parlano chiaro.
L´allora giocatore dello Zenit, fresco vincitore del torneo russo e della Coppa Uefa, era uno dei giocatori più ricercati e famosi d´Europa. Arshavin giocava già in uno dei club più ricchi del continente, ma di lì a pochi mesi, nel febbraio del 2009, passerà all´Arsenal per 20 milioni di euro andando a guadagnare in Inghilterra uno stipendio da 4 milioni e 870mila euro, per voler essere precisi come Cognigni.
Intendiamoci: nessuno potrà dimostrare che non vi fosse la possibilità che il buon Arshavin gettasse alle ortiche la proposta degli antipatici inglesi e, per la bella faccia di Prandelli (e di Cognigni e di Corvino), scegliesse di sposare il progetto viola accettando uno stipendio "a tetto" dalla Fiorentina, du´ milioni,? Du´ e mezzo? Tre? Ma si! Del resto, come dice Cognigni: "Corvino lo aveva in mano". Si, ma bisogna vedere icchè....
Fonte: Stefano Prizio - ViolaGol.com
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