Dopo le condanne in video di Vincenzo Guerini del primo pomeriggio di ieri, in tarda serata sono arrivate quelle per iscritto sul portale ufficiale della ACF Fiorentina. Motivo della presa di posizione: le ingiurie di una minoranza della Curva Fiesole che, in occasione delle due ultime partite casalinghe del Gigliati, ha rivolto al tecnico serbo Sinisa Mihajlovic il coro “sei uno zingaro”.
Stefano Prizio, dai microfoni della trasmissione radiofonica ViolaGol e con un videomessaggio pubblicato sull'omonimo sito, ha fatto notare come la parola “zingaro” non rappresenti di per sé un'ingiuria e magari bisognerebbe chiedere a chi si sente offeso da questa parola, se abbia o meno dei pregiudizi nei confronti di quella etnia.
In ogni modo, risulta chiaro che coloro che allo stadio hanno rivolto in più occasioni l'epiteto al mister Viola avessero intenzione di offendere.
Preso atto di tutto ciò, risulta alquanto stravagante il fatto che si sia sollevato tutto questo polverone mediatico: giornali e televisioni nazionali hanno commentato il fatto ed in più di un'occasione Firenze è stata dipinta come una città razzista.
Anche stasera il Vicesindaco Dario Nardella, in collegamento con Radio Blu, ha esternato il suo pensiero affermando che “coloro che hanno usato queste espressioni per etichettare Mihajlovic devono vergognarsi. Firenze è sempre stata rispettata per il suo tifo che mai è stato volgare e razzista. Al di là del giudizio sull'aspetto tecnico, Mihajlovic è sempre stato corretto verso la società e verso il pubblico. Mi sono chiesto cosa avrei dovuto dire a mio figlio di quattro anni se mi avesse domandato il significato di certi cori. Non dobbiamo minimizzare certe situazioni o potrebbe essere troppo tardi per tornare indietro – si legge su violanews.com”.
Ci permettiamo di ricordare alcuni dei tanti episodi, accaduti nel corso degli anni, nella mai volgare Firenze.
Durante un Fiorentina – Inter di fine anni '90, il calciatore nigeriano Taribo West, reo di aver procurato un grave infortunio nella partita di andata a Milano al giocatore Viola Andrej Kančel'skis, fu accolto con l'esposizione dello striscione “Taribo scimpanzé, queste banane son per te” e conseguente lancio di decine dei suddetti frutti in campo.
Il coro che inneggia alle vittime della tragedia dello stadio Heysel (Finale di Coppa Campioni del 1985) continua ad essere intonato a distanza oltre 25 anni.
I buu che imitano il verso della scimmia o apostrofare avversari dell'est europeo con l'appellativo di “zingaro” sono una costante (chiedere ad Ibrahimovic conferma...).
In certe occasioni, per fortuna, tali manifestazioni hanno riguardato ristrette minoranze, in altre una parte consistente del pubblico.
Ogni stadio d'Italia, in alcune partite, regala spettacoli del genere ed è giusto condannare la violenza verbale che, a volte, può addirittura essere più pericolosa e grave di quella fisica, ma la levata di scudi della Società Gigliata e le parole del Vicesindaco Nardella appaiono sbagliate. Non come messaggio (sia chiaro) ma come tempistica.
In questa stagione, ad esempio, è già accaduto di peggio e il “sei uno zingaro” rivolto a Mihajlovic, in confronto appare come un complimento.
Ovviamente queste sono opinioni: magari da oggi, dopo ogni incontro della Fiorentina dove si registreranno ingiurie e cori razzisti, leggeremo un comunicato ufficiale ed ascolteremo interventi di condanna su radio e TV.
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