Matteo Renzi, il 'rottamatore': "Meno soldi, meno posti e meno chiacchiere"

In una lunga intervista a Paola Fichera pubblicata quest'oggi da La Nazione, il Sindaco di Firenze Matteo Renzi torna ad indossare i panni del 'rottamatore' ed attacca i costi della politica, tratteggia le nuove strategie che il Pd dovrebbe intraprendere e riflette sul tema del lavoro. Ecco il testo pubblicato da La Nazione 

Allora Renzi, esiste o no un problema di costi della politica? "C’è un problema di costi della politica e di posti della politica. C’è troppa gente che fa politica e in alcuni casi è pagata decisamente troppo. Non è giusto che un consigliere regionale guadagni più di un medico oncologo pediatra. I parlamentari potrebbero tranquillamente ridurre del 50% le loro indennità. Mettiamola così: sono già fortunato a guadagnare poco più di 4mila euro netti al mese per 12 mensilità. Perchè ci devono essere 1000 parlamentari che guadagnano il triplo?".  La democrazia ha i suoi costi e non può essere riservata solo ai ricchi. "Non è vero. Il punto centrale, lo ripeto, è quello dei posti. Dico da tempo che bisogna dimezzare il numero dei parlamentari. E lo dicono anche altri, ma non lo fa nessuno. Per questo a Firenze invece di nominare i 16 assessori consentiti dalla legge li ho ridotti a otto". E a proposito delle chiacchiere che infestano le serate tv? "Molti politici pensano di partecipare a una specie di Truman show, sono dipendenti dall’ultimo lancio Ansa per far venire l’ansia alla solita compagnia di giro…". Renzi, ma in tv c’è spesso anche lei "Certo. Ma partecipo portando avanti idee. Anzi fatti concreti. A Firenze, proprio per rispondere alla stanchezza della gente riguardo alla politica, ho diviso la città in cento luoghi, cento pezzettini sui quali abbiamo presentato progetti e chiesto l’opinione dei cittadini". Non è che lei possa essere considerato un campione nella concertazione! "Non è che dobbiamo ascoltare e fare tutto quello che ci viene chiesto, ma dare delle risposte nel merito sì. E questo consente alle persone di verificare che i politici non sono solo chiacchiere. O per lo meno che questo è quello che accade a Firenze". Un problema reale. Il lavoro che manca per giovani che ormai hanno 40 anni. "Credo che per gli under 40 che faticano a uscire dalla condizione di precarietà sia indispensabile una riforma della fiscalità che consenta alle aziende di assumere a tempo indeterminato, ma di pagare meno tasse almeno per i primi tre anni. L’altro aspetto grave del problema lavoro è che aumentano i 50enni ‘espulsi’ dal mondo del lavoro. E allora bisogna avere il coraggio di dire basta. Serve una dimensione strutturale della politica. Che vuol dire? Semplificare la giustizia in modo che le aziende straniere riprendano a investire nel nostro Paese, ridurre drasticamente la burocrazia per le imprese, costruire più infrastrutture. Servono mezzi per fare girare economia e creare posti di lavoro". Cose che non sempre il Pd dice. Anzi: il suo partito l’accusa spesso di non essere abbastanza anti-Berlusconi. "So solo che dove noi non ci preoccupiamo di pensare a Berlusconi vinciamo. Queste elezioni dimostrano che gli schemi ideologici del passato non funzionano più. Né i partiti, né i sindacati, né le associazioni. Chi ha vinto queste elezioni lo fa fatto in nome di una propria battaglia. Pisapia stavolta ha vinto perchè ha preso anche una parte dei voti della Moratti". Un’altra proposta concreta: l’abolizione delle Province. "Ho dato la mia disponibilità quando ero presidente della Provincia di Firenze, senza molto entusiasmo da parte dei colleghi. Basta con l’elezione dei consiglieri, il sindaco sia il consigliere di ogni comune, e un sindaco sia il presidente. Senza spendere una lira in più". Non più di due mandati consecutivi per il presidente del consiglio. "Sono d’accordo. Io sostengo non più di tre per tutti, dal presidente del consiglio al consigliere di quartiere". E di una legge che migliori i part time e alzi la percentuale di occupazione femminile? "Sono d’accordo anche su questo. Ma occorre essere molto rigidi perchè in Italia, ancora oggi, troppo spesso le donne sono costrette a decidere fra maternità e carriera".