“Un impegno concreto per avviare subito i cantieri, ripristinare la frana e riaprire la strada prima possibile, evitando così ulteriori disagi e disservizi a cittadini e pendolari”.
È quanto richiedono i sindaci di Bagno a Ripoli, Fiesole e Pontassieve alla Città metropolitana in merito alla Sp “34” via di Rosano, chiusa con senso unico alternato da inizio marzo in seguito al verificarsi di una frana al km 7+500, tra la località Vallina e le Gualchiere di Remole, sul territorio ripolese.
I tre sindaci – Francesco Casini, Anna Ravoni e Monica Marini – sono firmatari di una lettera inviata al sindaco metropolitano Dario Nardella, al consigliere con deleghe alla viabilità Massimiliano Pescini, ai dirigenti e ai tecnici della Città metropolitana competenti in materia. Una iniziativa nata all'indomani della decisione della Città metropolitana di estendere fino al 26 ottobre il transito sulla Sp “34” a senso unico alternato.
Da qui l'appello dei sindaci a “fare presto” e l'invito a considerare l'intervento “non un problema locale ma dell'intera area metropolitana”. “La Sp '34' – spiegano infatti i primi cittadini - è un crocevia strategico per la viabilità provinciale, una direttrice primaria da cui quotidianamente transitano migliaia di pendolari che dalla Valdisieve, dal Valdarno e persino dal Casentino, si dirigono verso Firenze e viceversa”. I sindaci ricordano inoltre come la strada rappresenti la direttrice principale verso il presidio ospedaliero di Santa Maria Annunziata per tutto il bacino di popolazione del Valdarno e della Valdisieve. “Infine – aggiungono - i disagi derivanti dalla chiusura della via di Rosano si riversano inevitabilmente sulla SS '67', che non è in grado di sostenere un tale aggravio di traffico quotidiano”.
A preoccupare Casini, Ravoni e Marini, c'è inoltre l'assenza, al momento, di un cantiere al lavoro per ripristinare l'area e metterla in sicurezza con gli interventi necessari. “In oltre due mesi dal verificarsi della frana – rilevano i sindaci – dalla Città metropolitana niente di più è stato fatto rispetto all'ordinario intervento per sgomberare il manto stradale dalla terra caduta”.
Da qui l'invito alla Città metropolitana a “considerare come urgenti gli impatti e le ricadute sulla viabilità provinciale e a provare per credere i quotidiani disagi che i pendolari sono costretti a vivere, con le lunghissime code che si formano durante il corso della settimana e anche nei giorni festivi, che non possono essere tollerate ulteriormente”.
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