"La moratoria è finita, le dimissioni da vicepresidente del consiglio comunale di Salvatore Scino devono essere sul tavolo entro lunedì», chiedono le consigliere democratiche Francesca Chiavacci e Claudia Livi. E` la «polveriera» del gruppo Pd. Vogliamo parlare anche del fatto che Renzi, che sfida Bersani e vuole prendere il volo per Roma, a Firenze aveva promesso una rivoluzione che nessuno ha mai visto?», alza la voce la25enne Cecilia Pezza alla riunione del gruppo comunale Pd. «Chi farà il prossimo presidente del consiglio comunale? Le candidature devono essere annunciate qui al gruppo, ci deve essere una discussione alla luce del sole, altrimenti io voto me stesso», punta i piedi il collega Michele Pierguidi. «E' tempo di fare un bilancio di governo, di guardarsi in faccia per dirsi cosa si è fatto al giro di boa: e di cominciare a fare un programma per i prossimi anni, a partire dal bilancio economico 2012», si fa avanti il bersaniano Mirko Dormentoni. «Renzi parla di candidarsi alle primarie ma qui c`è un Comune da amministrare senza demagogia: tramvia, tagli al sociale, pedonalizzazioni, cosa facciamo? La Cgil scende in piazza e Renzi convoca la sua giunta per sette ore, non è forse questa una provocazione?», attacca il consigliere Andrea Pugliese. La tempesta di un partito che in Palazzo Vecchio schiera un gruppone di 24 consiglieri, sufficienti da soli a garantire la maggioranza a Renzi. Ma che, ora che il sindaco si prepara alla sfida per la leadership nazionale contando sull`appoggio dei moderati più che della sinistra, si ritrova spiazzato sulla strategia. Più che mai diviso al suo interno, con il capogruppo Francesco Bonifazi e i fedelissimi del sindaco da una parte, la fronda anti-renziana dall`altra e nuovi "indignados" ad alzare la voce. Per il Pd Salvatore Scino si deve dimettere. Eletto nel 2009 nella lista Renzi e poi passato al Pd, il vicepresidente del consiglio comunale è rimasto impigliato nell`inchiesta Quadra per falso. E` accusato di aver presentato una Dichiarazione d`inizio attività con la data impropria relativa alla ristrutturazione del terrazzino di casa. «Si tratta di un equivoco, chiarirò tutto senza problemi», ripete da mesi e mesi Scino. Ma al Pd l`idea di un rappresentante dell`assemblea della città che potrebbe finire sotto processo va stretta da tempo. Congelata prima dell`estate, la richiesta di dimissioni a Scino ora torna sul tavolo mentre infuria il caso Penati. Assumendo perciò nuovo vigore e adesioni più convinte.«Lunedi riprenderanno i lavori del consiglio comunale, per quella data si dimetta», ha chiesto la maggioranza dei consiglieri nella riunione al gruppo comunale Pd di lunedì scorso. «Ma è anche assurdo che Renzi voglia dare lezioni morali al partito: del resto è grazie a lui che il gruppo Pd vanta al suo intemo un personaggio indagato ed è lui che due mesi fa è stato condannato dalla Corte dei Conti per le assunzioni in Provincia. Si candidi pure a Roma, il mio leader è Bersani», s'arrabbia Pezza, consigliera e anche coordinatrice della segreteria cittadina Pd. Di fatto "vicesegretaria" sul campo di Patrizio Mecacci, reggente fiorentino dei democratici. E` il futuro ad agitare ilPd. Il posizionamento in vista del dopo Renzi: senza un erede, se Renzi volasse presto a Roma, il rischio per i democratici è affrontare una resa dei conti dagli esiti inimmaginabili. C`è chi si chiede che senso abbia indire assemblee pubbliche in cento luoghi della città il prossimo 28 settembre: «Io non andrò, non mi va di prendere in giro i cittadini», annuncia Pezza. Ma a tenere banco c'è prima il dopo-Giani: la successione del presidente del consiglio comunale Eugenio Giani, pronto a lasciare la carica. Il cinquantenne Enrico Bertini o la 34enne Caterina Biti? «Serve una candidatura d`esperienza», dice Pezza. Mai renziani sono certi: la spunterà Biti. Sabato intanto alla festa democratica delle Cascine il sindaco Renzi parteciperà ad un`intervista sul palco.
Fonte: Ernesto Ferrara, La Repubblica
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