Letterato, erudito, archivista, Cesare Guasti (Prato, 1822-Firenze, 1889) fu una figura centrale nel panorama culturale di Firenze durante la lunga parabola risorgimentale della città.
Venerdì 4 aprile 2014, si terrà a Firenze una giornata di studio che intende ripercorrere l’intero itinerario intellettuale dell’erudito pratese e valutare sotto una nuova luce il suo effettivo apporto ai diversi campi del sapere. L’iniziativa, promossa dall’Opera di S. Maria del Fiore - con il patrocinio dell’Accademia della Crusca, della Biblioteca Roncioniana, della Deputazione di storia patria per la Toscana e della Fondazione Spadolini Nuova Antologia – è ad ingresso gratuito e si terrà presso il Centro Arte e Cultura dell’Opera di Santa Maria del Fiore, piazza San Giovanni 7, Firenze.
Dopo i saluti del presidente dell’Opera, Franco Lucchesi, la sessione della mattina si aprirà con una relazione di Cosimo Ceccuti sul mondo letterario e culturale della Firenze che fece da sfondo all’attività di Cesare Guasti. La biografia formativa e professionale sarà ripercorsa dagli interventi di Giovanni Pestelli sugli anni giovanili a Prato, di Lorenzo Fabbri sui rapporti di lavoro e di scambio culturale con l’Opera del Duomo di Firenze e di Diana Toccafondi sui lunghi anni di servizio come archivista di Stato.
La sessione pomeridiana si articolerà per campi d’interesse coltivati dallo studioso pratese. Piero Fiorelli si soffermerà sull’ambito linguistico, con una relazione sulla lunga militanza del Guasti nell’Accademia della Crusca; all’importante attività di editore di testi letterari dedicherà la sua attenzione Giuseppe Giari, mentre gli aspetti artistici saranno oggetto degli interventi di Carlo Sisi e di Francesco Gurrieri.
Nato a Prato il 4 settembre 1822, in un ambiente familiare molto religioso, da cui trarrà una profonda spiritualità cristiana, Cesare Guasti studiò nel collegio Cicognini e dal 1840 dovette lasciare gli studi per collaborare nella tipografia paterna come correttore di bozze; nel 1842 si farà terziario francescano. Nel 1848 il Guasti accolse inizialmente con favore il movimento risorgimentale, salvo allontanarsene quando l'iniziativa patriottica sembrò passare nelle mani dalla corrente democratica: fu molto critico nei confronti del governo di Montanelli, Guerrazzi e Mazzoni, così che il ritorno al potere del granduca Leopoldo lo vide premiato con l'incarico di archivista dell'Opera di Santa Maria del Fiore a Firenze. Un imponente lavoro di raccolta di documenti sulla cupola e sul cantiere di Santa Maria del Fiore lo portarono a pubblicare nel 1857 “La Cupola di
Santa Maria del Fiore illustrata con i documenti dell’Archivio dell’Opera secolare” e trenta anni dopo, nel 1887, “La costruzione della chiesa e del campanile secondo i documenti tratti dall'Archivio dell'Opera secolare e da quello di Stato”.
A Firenze Guasti rinsaldò rapporti e strinse nuove relazioni con gli esponenti del mondo intellettuale fiorentino. Fin dal 1844 era entrato a far parte dei collaboratori dell'Archivio storico italiano e nel 1854 il Vieusseux lo volle fra i "compilatori" ordinari dell'Archivio con il compito di firmare le pagine della rubrica di informazione bibliografica, contrassegnando con la lettera G le sue recensioni.
Intanto, socio corrispondente dal 1846 dell'Accademia della Colombaria, era diventato il maggiore collaboratore di Gino Capponi che aveva coadiuvato nella stesura della Storia della Repubblica di Firenze. Nel 1853 fu nominato accademico della Crusca. Ma la grande occasione che segnò il destino professionale del Guasti fu la costituzione dell'Archivio centrale dello Stato toscano, promossa nel 1852 dal governo granducale. Nell'archivio fiorentino, collocato agli Uffizi, il Guasti trascorse il resto della propria esistenza, diventandone soprintendente nel 1874.
Sposato nel 1853 con Nunziatina Becherini, rimase presto vedovo e padre di sei figli, che educò con dedizione, ispirandosi agli alti ideali cattolici di cui era fervente sostenitore. Professava una particolare ammirazione per la figura del Savonarola, che considerava un santo, e condusse, di conseguenza, una vita esemplare, riservata ed operosa. Critico del potere politico del papato, che giudicava «iniquo e profano congiungimento del temporale collo spirituale», fu contrario alla costituzione di un partito cattolico italiano, sperando sempre in una conciliazione tra Stato liberale e Chiesa cattolica. La sua condotta di vita, a seguito della causa di beatificazione avviata nel 1937, ha fatto sì che la Chiesa gli riconoscesse il titolo di “venerabile” nel 1991.
Centro Arte e Cultura dell’Opera di Santa Maria del Fiore
Piazza San Giovanni 7, Firenze
Tel. 055- 282226
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