''Di fronte a questo risultato bisognerebbe che Berlusconi avesse il buonsenso di salire al Colle, dimettersi e aprire una discussione seria''. E' così che il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi ha scelto di commentare l'esito del voto referendario,avvalorando così la tesi di quanti sostenevano che il voto del referendum fosse in realtà un voto contro il governo. Il governatore ha preso parte all'incontro 'Come ricostruire la politica', organizzato da Libertà e Giustizia nell'auditorium di Sant'Apollonia a Firenze; insieme a Rossi è intervenuto anche Dario Franceschini, capogruppo Pd alla Camera. ''E' un bello schiaffo - prosegue Rossi - a chi ha invitato i cittadini a non votare. A Bossi, che evidentemente ha perso un pò del suo 'naso politico' e a Berlusconi''. Per Rossi ''i dati dimostrano che aumenta il divario tra il Paese, la maggioranza e il Governo ed è bene che il Parlamento ne discuta e ne tragga le conseguenze''. ''La maggioranza dei cittadini italiani - ha aggiunto - si è espressa a favore della rinuncia del nucleare, per l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, e su questo il Parlamento deve riflettere, e per l'acqua pubblica''. Quindi è''da questo voto che "da domani la buona politica deve ripartire. E' una svolta rispetto ai liberismi e ai privatisti: adesso il pubblico deve dimostrare di saper governare, rendendo i servizi efficienti e accessibili a tutti''. Più prudente e critico il giudizio di Franceschini, per il quale ''il vento ci aiuta ma non è che è fatta'' anzi bisogna ''tenere molto alto il livello di mobilitazione'' con la consapevolezza che è una ''fase di emergenza democratica''. ''Il nostro futuro - ha detto ancora - non è aspettare che la Lega faccia qualcosa, bisogna incalzare il governo in Parlamento e nel Paese e prepararsi al voto''. A questo proposito, l'appello di Franceschini è: ''non infiliamoci nello schema o Vendola o Casini''. Infatti, secondo il capogruppo Pd, ''quando il berlusconismo sarà finito si vedranno montagne di macerie, soprattutto di valori, perché è stato distrutto il tessuto comune del Paese. E ricostruire su quelle macerie non lo può fare una parte sola, anche se vincessimo noi, e ci sono le condizioni con questa legge elettorale''. Franceschini auspica quindi una ''fase di ricostruzione'' portata avanti da ''forze anche lontane'' tra loro, le attuali opposizioni, e poi, quando sarà tornato un ''terreno condiviso'' si potrà riaprire lo ''scontro politico''.
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