Rischio alluvione Arno a Firenze, D'Angelis: "Entro il 2021 sarà ridotto"

"Nessuna città del mondo attraversata da un fiume, come l'Arno a Firenze, con il rischio cioè di piene torrentizie, potrà mai essere al sicuro.

La sicurezza totale al 100% non ci sarà". Lo ha spiegato Erasmo D'Angelis, il capo della struttura di missione "Italia Sicura" a palazzo Chigi, a margine della conferenza stampa convocata in Palazzo Vecchio in vista del cinquantesimo anniversario dell'alluvione di Firenze.

"Tuttavia rispetto a un evento come quello del 4 novembre 1966, Firenze adesso ha ridotto la quota del rischio". Primo, sottolinea, per via dei benefici apportati "dall'invaso di Bilancino". Inoltre sono in fase di realizzazione le opere di messa in sicurezza studiate per contenere l'Arno.

Il piano parte dalle quattro casse di espansione, "di cui una, nel Comune di Figline, quasi terminata", aggiunge D'Angelis, e continua con l'innalzamento di circa 9 metri del muro della diga di Levane, a monte del capoluogo toscano così da aumentare il controllo delle acque. Tra otto mesi, annuncia l'ex direttore de l'Unità, "prevediamo di partire con il cantiere" di Levane. Tra il "2018 e il 2020-2021, quindi, prevediamo di completare tutto il piano", cioè l'innalzamento della diga e le quattro casse di espansione, per un sistema che nel suo complesso riuscirà a contenere "circa 60 milioni di metri cubi d'acqua", afferma Mauro Grassi, il responsabile tecnico di "Italia Sicura". Quando i lavori saranno conclusi, assicura D'Angelis, "i tecnici ci dicono che nel peggiore dei casi, anche con un'alluvione come quella del '66, i danni alla città sarebbero pochissimi". Guardando al futuro, poi, è in fase di elaborazione il progetto "Arno 2", un piano da 100 milioni di euro (ancora da finanziare) che investirà la Valdisieve.