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Dalla regione

Arezzo: sequestrati 27 kg d'oro per la vendita al nero per un valore di 1 milione €

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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

Il Nucleo di Polizia Tributaria di Arezzo, nell’ambito di un’operazione di polizia internazionale, in collaborazione con la Guardia Civil spagnola e gli organismi Europei EUROPOL ed EUROJUST e dell’Autorità Giudiziaria aretina, ha proceduto al sequestro di circa 27 kg di lingotti e lamine in oro puro, privi di punzonatura identificativa in ordine alla provenienza, per un controvalore di € 1.000.000. Il giorno 14 dicembre u.s. sono scattate perquisizioni ed arresti in Spagna, Portogallo, Italia e Slovenia, con la partecipazione di decine di agenti; ad Arezzo sono state compiute numerose attività presso aziende e persone fisiche e, in due occasioni, grazie alla perizia dei finanzieri, è stato rinvenuto il metallo prezioso, abilmente occultato in diversi nascondigli. Il soggetto aretino “proprietario” del tesoretto è stato arrestato in Spagna dove, nella sua disponibilità, sono stati individuati e sequestrati in una cassetta di sicurezza altri 50 kg di oro puro. Il sodalizio criminale, operante in territorio iberico ma capeggiato da cittadini residenti ad Arezzo, frodava il fisco spagnolo sottraendo cospicui versamenti dell’Imposta sul valore aggiunto. In particolare, l’organizzazione, facendo uso del classico sistema della cosiddetta “frode carosello”, ha creato una fitta rete di aziende localizzate in tutta Europa operanti nei settori degli idrocarburi e dei metalli preziosi che, opportunamente e strumentalmente utilizzate, non versavano l’I.V.A. dovuta mediante l’utilizzo di fatture false, prodotte dalle società “cartiere”. La frode ha consentito all’organizzazione di non versare nelle casse dell’Erario una somma che ammonta a circa € 20.000.000. Le Autorità spagnole hanno evidenziato che l’organizzazione criminale ha potuto commercializzare gli idrocarburi a prezzi molto competitivi, producendo una forma indiretta di alterazione del prezzo di mercato e di concorrenza sleale nei confronti degli altri operatori del settore. Gli accertamenti sul territorio italiano hanno messo in evidenza l’attivo coinvolgimento nel sistema di frode di un’azienda aretina, che, attraverso la vendita “in nero” di oro puro, si prestava consapevolmente a riciclare i proventi della frode perpetrata in territorio spagnolo.

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