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Regione Toscana

Ti rompo il muso, parola di Presidente. L'opinione di Paolo Sebastiani

Lite durante il Consiglio tra Enrico Rossi e Jacopo Alberti
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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

Presidente! Proprio ora che è tornato, dopo due mesi che sue notizie non ci aveva dato, non si arrabbi come un tanghero screanzato.

Presidente! Proprio lei, che in Consiglio Regionale, l’eterna definizione di “comunista democratico”, ha ci ha donato.

Presidente, per favore, non faccia così. Abbiamo bisogno di Lei.

 

Ci pensiamo noi a tirare le orecchie a quel leghista insolente. Lo sappiamo bene, sono tremendi questi di destra. Gentaglia. Pensi, Presidente, che non hanno nemmeno la buona creanza di allinearsi, docili e silenziosi, al suo sano bolscevismo. La dittatura del proletariato; che poi il proletariato non esiste più e resta solo la dittatura, ma questi son dettagli ideologici su cui non mi pare il caso di sottilizzare eccessivamente.

 

Scrivono, postano, taggano, twittano, così, come se la censura non esistesse, come se l’espressione individuale fosse libera, come se un consigliere qualunque potesse porsi una domanda, formulare un pensiero, scrivere due righe su di Lei su un social network.

 

Lei, il timoniere della nave Toscana, si era solo assentato solo per un attimo. 

Via signori miei, cosa sono due mesi nel vasto oceano del tempo, nel mare della rivoluzione socialista? Un granello di sabbia. 

Pensi, Presidente, dove sia arrivati!

Guardare quel video, quel bel minuto in cui riprende in mano le redini del potere (dopo la breve vacanza), in cui ci ricorda che siamo tanto fortunati ad avere un leader maximo come Lei, mi hanno profondamente rincuorato.

 

Finalmente è tornato, Presidente. E si vede…social network vietati, seduta sospesa, e ringrazia, caro Jacopo Alberti, che non ti ha messo le mani sul muso. 

Te le meritavi bastardo democratico (non comunista democratico - come il nostro amato Presidente -, ma meramente democratico; purtroppo).

 

Io non ci avrei pensato un attimo, l’avrei spedito subito in esilio. Un bel gulag a Pontida non glielo toglieva nessuno, così pure gli amici suoi vedevano come vanno trattati questi esecrabili dissidenti.

Lei è troppo buono, Presidente.

 

 

Paolo Sebastiani, avvocato (nessuno è perfetto!), accanito bibliofilo, ama la Storia che approfondisce con Winston, il suo bulldog inglese. Collabora con il quotidiano La Verità.

 
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