"I nuovi criteri direttivi proseguono nello smantellamento dei quartieri come istituzioni territoriali: ormai sono ridotti a degli uffici reclami, tragicamente simili al Signor Malaussène di Pennac.
Dimentichiamoci il quartiere come istituzione che pratica politica attiva, vicina alla cittadinanza, che esprime e realizza proposte e idee: il nuovo quartiere renziano dovrà svolgere un blando ruolo di controllo e sorveglianza per conto dell’amministrazione comunale, cui sono demandate tutte le decisioni. Il mantra dei nuovi criteri direttivi è “proporre e concorrere”, ma quanto a pianificare, decidere e finanziare qualcosa, non se ne parla proprio.
La sensazione è che si demandi ai consiglieri di quartiere di far gavetta, imparando a incassare i colpi, a digerire decisioni prese altrove, a far da cuscinetto per l’amministrazione e la giunta, senza dar fastidio, senza creare problemi, senza alzar la testa, in un processo che sempre più accentra decisioni e potere nelle mani di pochi, Sindaco e Giunta, allontanando i cittadini dalla politica e da chi sceglie: altro che decentramento, atro che quartieri come nuove municipalità, con i nuovi criteri direttivi assistiamo ad un fortissimo accentramento.
I nuovi criteri direttivi sono poi malati di sindrome di Pollyanna, senza riconoscere - e dunque porre le basi per la loro risoluzione - le criticità, i problemi, i contrasti, in un trionfo di superficialità. Ad esempio, le iniziative culturali si trasformano in “tenere vive le strade”, cioè cultura intesa come mero intrattenimento, come una specie di giovanilismo che punta alla serata fuori, senza contenuti.
Ma l’aspetto più pesante è lo spostamento verso destra: quel poco che era contenuto nei vecchi criteri direttivi - per altro mai applicati - riguardo la marginalità, l’emarginazione, l’esclusione, la povertà, il disagio sociale, la mancata integrazione, che erano trattati blandamente (e in modo abbastanza discriminatorio) nei capitoli riguardo la popolazione Rom, spariscono completamente, per essere - di fatto - sostituiti con il capitolo sicurezza, ovvero con una bella lettura di destra del problema. Il problema non sono povertà ed emarginazione, dunque, ma la sicurezza e la vivibilità. Uno spostamento allarmante, che sottende presupposti piuttosto pericolosi e che conferma il nostro giudizio su tutto il documento: una bocciatura senza appello."
Queste le dichiarazioni congiunte degli esponenti di Firenze Riparte a Sinistra Tommaso Grassi, Giacomo Trombi e Donella Verdi (Consiglio Comunale), Serena Jaff, Mauro Santoni (Q1), Virginia Pupi (Q2), Giovanna Sesti (Q3), Manuela Giorgetti Fialdini (Q4) e Pietro Poggi (Q5).
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