Nove misure cautelari personali con l'interdizione dai pubblici uffici (da un massimo di 12 mesi ad un minimo di 3 mesi) di dirigenti e funzionari della società Alia spa e di società ad essa collegate, oltre al sequestro preventivo di alcune aree dell'impianto 'Polo Tecnologico' di San Donnino gestito dalla stessa Alia.
Sono questi i provvedimenti eseguiti oggi dai carabinieri e dalla polizia provinciale dopo l'ordinanza emessa dal gip presso il locale Tribunale di Firenze, su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo toscano.
Le misure cautelari sono state emesse nell'ambito di un'operazione scaturita da un'indagine avviata nel 2016 che ha consentito di rilevare una serie di illeciti ambientali posti in essere dalla società di gestione dei rifiuti Alia "con grave nocumento per salute pubblica e ambiente".
In particolare, dalle indagini compiute è risultato che la società a maggioranza di capitale pubblico Alia avrebbe: "gestito illegalmente ingenti quantitativi di rifiuti speciali non pericolosi costituiti da ammendante comportato misto, prodotto presso l'impianto Tmb, disperdendolo nell'ambiente con modalità non conformi a quelle previste dall'autorizzazione"; "smaltito illecitamente varie tipologie di rifiuti speciali non pericolosi presso la discarica di Case Passerini"; "scaricato sistematicamente sul suolo rilevanti quantità di percolato, prodotto presso l'ex discarica di Bosco ai Ronchi, all'interno di alcuni laghetti non impermeabilizzati"; "conferito presso vari impianti di ingenti quantitativi di rifiuti speciali non pericolosi prodotti presso l'impianto di Faltona, utilizzando codici di classificazione (Cer) non corretti al solo fine di conseguire un ingiusto profitto indiretto rappresentato dal risparmio sui costi di gestione che altrimenti dovevano essere affrontati".
L'attività rappresenta il prosieguo dell'operazione condotta dagli stessi reparti dei carabinieri nel dicembre 2017, con il sequestro di un impianto di trattamento rifiuti e 570 tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi. Contestualmente vennero notificate all'epoca informazioni di garanzia nei confronti di 33 indagati fra dirigenti e responsabili della società di gestione di servizi ambientali per i reati continuati, in concorso, di traffico illecito di rifiuti, frode nell'esercizio del commercio e getto pericoloso di cose. (
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