La Procura di Firenze ha chiesto l'archiviazione dell'indagine sul crollo di lungarno Torrigiani, a Firenze, perchè non si possono individuare i responsabili del crollo che ha causato la voragine che il 25 maggio scorso si è aperto in pieno centro a Firenze, a causa di un tubo dell'acquedotto rotto. Lo riportano stamani le cronache locali di alcuni quotidiani.
Il collasso del lungarno è avvenuto al mattino presto e non ha fatto nè vittime né feriti. Ingenti, però, sono stati i danni materiali, tuttavia secondo il pm Gianni Tei, che ha coordinato l'inchiesta e ha preso in esame varie perizie, non è possibile individuare in modo preciso i responsabili e va tenuto conto della vetustà diffusa della rete idrica cittadina (36% di perdita idrica), tanto che un episodio simile potrebbe anche ricapitare. "La situazione - scrive il pm nella richiesta di archiviazione al gip - non è riconducibile alla condotta di ben individuati specifici soggetti in un determinato e circoscritto arco temporale, ma la sommatoria di decisioni e provvedimenti a carico di più soggetti competenti e che si estendono in un orizzonte di tempo pluriennale con livelli di responsabilità diffuse e, pertanto, suddivisi tra un numero indeterminato, ma cospicuo di soggetti che a vario titolo hanno concorso a determinare la situazione e di cui il crollo del lungarno
Torrigiani è solo un grave epilogo".
Per il pm, comunque, la frana del lungarno Torrigiani fu causata dalla rottura di un tubo dell''acquedotto, e l'acqua fuoriuscita saturò il terreno del lungarno fino a causare il crollo verso il fiume della strada. Secondo Tei, il risultato di ammodernare la rete idrica è "irraggiungibile", "e quindi inesigibile a fini penalistici", "alle condizioni attuali di gestione del servizio, atteso che ogni investimento deve trovare la sua copertura esclusivamente nelle tariffe applicate all'utenza e quindi solo se venissero applicati incrementi - anche esorbitanti - delle tariffe stesse". (ANSA)
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