Negli ultimi giorni, vista la prossima scadenza fissata al 31 dicembre 2016, si stanno rincorrendo indiscrezioni e notizie di stampa sull'annosa questione nuovo stadio della Fiorentina.
Entro la seconda settimana di dicembre, secondo quanto anticipato da La Nazione, la Società dei Della Valle dovrebbe presentare alla cittadinanza il progetto per lo stadio-cittadella. Contestualmente saranno consegnate le carte al Comune di Firenze.
In mezzo al marasma di voci e sussurri, proviamo a fare un po' di chiarezza riepilogando qual è l'iter compiuto e le norme che porterebbero ai successivi atti di assenso, evitando, invece, di affrontare la questione come se si discutesse in una riunione condominiale. Il discorso, inevitabilmente, è lungo e perciò il lettore interessato ad approfondire si armi di santa pazienza (oppure proceda oltre...).
Ricordiamo, innanzitutto, che il progetto stadio vede un privato (ACF) che vorrebbe realizzare edilizia su terreni di proprietà pubblica, terreni dove attualmente insiste Mercafir: un'attività mercatale il cui fatturato annuo complessivo supera quello della Juventus FC.
Mercafir è la società, a larga partecipazione pubblica, che gestisce il centro alimentare e si occupa della concessione degli spazi interni al CAP (Centro Alimentare Polivalente) ai grossisti di prodotti ortofrutticoli, ittici, fiori e delle carni, insieme a strutture di lavorazione e commercializzazione della filiera alimentare, oltre che della gestione dei servizi comuni e le manutenzioni delle strutture. Buona parte del cibo che mangiamo tutti i giorni passa da Mercafir, che serve migliaia di ristoranti e negozi occupando, sommato l'indotto, circa 2.000 persone.
In cosa consiste la proposta della Fiorentina? Il 14 luglio 2014 ACF ha consegnato al Comune di Firenze un progetto preliminare che, oltre allo stadio, prevede di costruire 87.000 mq di SUL, ripartite in 50.000 mq di superfici commerciali, 27.000 di direzionale e 10.000 di turistico-ricettivo. Quanto di cui sopra, di fatto, andrebbe a “sfrattare” la Mercafir, mentre la variante urbanistica del maggio 2012 prevede che i 48 ettari sui quali insistono attualmente i mercati generali di Firenze siano divisi in due: nella parte Nord il nuovo mercato alimentare riqualificato, nel Sud lo stadio ed opere connesse per superfici utili lorde decisamente inferiori rispetto a quanto presentato dalla Società Viola nel luglio 2014.
Visti gli atti, Palazzo Vecchio, a seguito della conferenza preliminare dei servizi, il 7 gennaio 2015 con una delibera di Giunta ha dichiarato la pubblica utilità del progetto preliminare per la cittadella, ma, per acquisire una nuova casa al CAP, tra le imprescindibili prescrizioni ha imposto ad ACF Fiorentina di monetizzare il valore del comparto Nord dell'attuale sede dei mercati, affinché il Comune possa acquisire un terreno dai privati (non è nelle disponibilità del Comune un terreno consono, di almeno 15 ettari, ecco perché è necessario ricorrere ai privati).
Gli atti successivi al gennaio 2015 stabilivano che la Fiorentina presentasse entro fine febbraio 2016 il progetto definitivo ed in base all'articolo 1 della Legge 147/2013, comma 304, la conferenza dei servizi decisoria si esprimesse in via risolutiva entro sei mesi (il sì, secondo la norma, varrebbe anche come variante urbanistica), ma la Società dei Della Valle ha presentato al Comune istanza di proroga che è stata accolta dalla delibera di Giunta del 1 marzo 2016, stabilendo il termine ultimo per la presentazione del progetto definitivo e il rispetto di tutte le imprescindibili prescrizioni al 31 dicembre 2016.
In attesa di ricevere le carte, Palazzo Vecchio si è mosso per trovare un terreno consono per accogliere la nuova Mercafir e, dopo una serie di bandi pubblici non soddisfacenti, con ricognizione diretta ha individuato all'Osmannoro, lungo via Curzio Malaparte, dei terreni con superfici idonee, ma non ha riscontrato il favore di una larga parte degli operatori del centro alimentare. Ecco perché, sotto traccia, si sta lavorando ad altre soluzioni e la chiave di volta sarebbe una fetta degli ettari dell'area di Castello di proprietà Unipol: soluzione gradita dai grossisti, logicamente ed economicamente vantaggiosa. Su quei terreni, oltre all'inceneritore di Case Passerini, grava la questione nuova pista dell'aeroporto e la VIA (valutazione d'impatto ambientale) che dal Ministero tarda ad arrivare. Solo una volta che questo nodo sarà sciolto, Unipol conoscerà il destino del PUE (l'autorizzazione a costruire) che, a causa delle zone di sicurezza imposte da ENAC per la nuova pista parallela, andrà a ridimensionare i piani edilizi.
La situazione è in stallo, impossibile ipotizzare un esproprio (che col PUE in essere implicherebbe costi non sostenibili). Palazzo Vecchio, per bocca del Sindaco Dario Nardella ed altri Amministratori, si è detto disponibile a “valutare aree migliori” in luogo dell'Osmannoro per trovare casa alla Mercafir, ma ieri, in Consiglio Comunale, dopo aver ribadito la disponibilità a prendere in considerazione altri siti, l'Assessore all'Urbanistica Lorenzo Perra, ha sottolineato che nell'area di Castello “non è possibile intervenire unilateralmente, si deve necessariamente arrivare a una disponibilità della controparte oggi titolare dei diritti a costruire”, ma “non possiamo attendere troppo, perché non possiamo andare oltre la fine dell'anno, quando presumibilmente riceveremo anche il progetto della Fiorentina”.
Sul tavolo sono molte e complicate, ad oggi, le questioni da risolvere e la Fiorentina con lo “sfratto” alla Mercafir ne è la principale artefice.
Notizie di stampa raccontano che a dicembre ACF presenterà un altro progetto preliminare, anziché un progetto definitivo. Se così fosse la conferenza dei servizi decisoria non avrebbe a disposizione le carte sulle quali esprimere un parere risolutivo, lo dice la Legge. Dall'altra parte solo col sì definitivo in mano la Società Viola potrebbe monetizzare l'area Nord dell'attuale sede della Mercafir e dare la possibilità al Comune di acquisire materialmente il terreno dove trasferire il CAP. Prima si ricostruisce il mercato e una volta liberata l'area di Novoli si procede alla realizzazione dello stadio. Col sì allo stadio la Mercafir non si vaporizza e riappare ricollocata il giorno dopo. C'è qualche depresso di ingegno che ipotizza una sospensione dell'attività produttiva del CAP? Non scherziamo.
Il privato (ACF) dia seguito a quanto prescrivono le norme. In questo modo dormirà sonni tranquilli e i problemi da risolvere rimarranno sotto la Torre di Arnolfo. Da maggio 2012 è approvata una variante urbanistica che consentiva di fare tutto, ma, legittimamente, per la Società Viola le possibilità offerte non garantivano la sostenibilità dell'investimento. Da oltre 5 anni Mercafir attende di ricostruire le proprie strutture ormai obsolete e che col trascorrere del tempo implicano costi di manutenzione per centinaia di migliaia di euro. Costi per riparare quello che un domani sarà demolito, a prescindere dall'esito della questione cittadella, e i ricorsi al TAR presentati dai grossisti sono stati depositati proprio perché da anni si tergiversa. Si è stanchi dei continui rinvii e si pretendono tempi certi per conoscere il proprio destino. Destino, però, forte di una variante approvata da oltre 4 anni e di avere già in essere su quell'area la propria attività con contratti firmati che arrivano ben oltre il 2020. Chi lo ha il coltello dalla parte del manico? I grossisti e la Mercafir o la cinciallegra?
Donato Mongatti
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