Incrementare l’attuale polo produttivo dello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze e attivarne di nuovi per rispondere a un fabbisogno sempre più crescente.
Dalla Toscana, già regione apripista a livello nazionale sulla cannabis terapeutica, arriva un appello a proseguire su questo percorso, con la mozione “in merito all’aumento della produzione di cannabis per uso terapeutico in Italia” promossa da Giacomo Bugliani, consigliere regionale Pd e presidente commissione Affari istituzionali nell’assemblea toscana. L’unico luogo in Italia dove è attualmente autorizzata la coltivazione della cannabis è lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, impianto facente capo all'Agenzia Industrie Difesa che opera sotto la vigilanza del Ministero della Difesa. La produzione di cannabis terapeutica in Italia per il 2018 è stimata in misura pari a circa 150 chilogrammi, a fronte di un fabbisogno nazionale intorno agli 800 chilogrammi, garantito quindi, ad adesso, dall’importazione dall’estero, in particolare dall’Olanda, che è il maggior produttore europeo. Il Pd si era già attivato su questo fronte con la mozione “in merito all’individuazione del complesso gestito dal Centro militare veterinario (CeMiVet) a Grosseto quale centro autorizzato per la coltivazione della cannabis terapeutica”, promossa dal capogruppo Leonardo Marras e approvata dal Consiglio regionale nella seduta del 18 aprile 2018, che sollecitava la Giunta a valutare la possibilità di creare un nuovo polo per la coltivazione della cannabis terapeutica all'interno del vasto complesso gestito dal CeMiVet a Grosseto, sempre con l’obiettivo di potenziare l'offerta di principio prodotto in Italia e soddisfare, in tal modo, la crescente domanda.
“È ormai risaputo che la cannabis terapeutica è in grado di alleviare i sintomi di diverse patologie, anche gravi, quando le terapie convenzionali non risultano più sufficienti. Reperire questi farmaci però non è semplice e è arrivato il momento di trovare una soluzione. – spiega Bugliani - La Regione Toscana, tra le prime in Italia, si è dotata di una normativa all’avanguardia che ha dato disposizioni organizzative relative all’utilizzo dei farmaci cannabinoidi, consentendo inoltre la possibilità per la Giunta di stipulare convenzioni con centri e istituti autorizzati alla produzione e alla preparazione. Con questa mozione ho voluto porre l’accento sulla necessità di aumentare proprio la produzione, a fronte di una domanda sempre crescente e difficoltà per i pazienti che necessitano di queste cure: sarebbe importante che una battaglia con questo scopo partisse proprio da qui, dove per la prima volta si è approdati a un cambio di passo a livello normativo, utile per chi ha bisogno di terapie a base di questo principio. Ad adesso, unico polo produttivo italiano è lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze e il fabbisogno complessivo è garantito da accordi per l’importazione dall’estero. Incrementare la produzione nazionale avrebbe numerosi vantaggi, dal punto di vista della continuità terapeutica, nonché di un più facile reperimento dei medicinali, ma anche dal punto di vista economico, per le positive ricadute occupazionali, e di quello del controllo della qualità delle sostanze. Oltre che garantire un approvvigionamento sufficiente della sostanza, l’implementazione della produzione consentirebbe di reinvestire in Italia quanto attualmente viene speso per l’acquisto della sostanza all’estero, e quindi di incentivare la ricerca e la sperimentazione in materia, così come potrebbe favorire la certificazione dei processi produttivi e della qualità ed origine dei prodotti. Alla Regione chiediamo quindi di attivarsi per potenziare i luoghi già autorizzati - lo stesso Stabilimento chimico farmaceutico militare non manca di spazi che potrebbero essere ulteriormente destinati a questo obiettivo - e valutare l’autorizzazione di nuovi poli produttivi. Contemporaneamente, sollecitiamo l’impegno a promuovere iniziative volte a informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulle potenzialità terapeutiche della cannabis, nonché proprio sulle opportunità che scaturirebbero dall’incremento della produzione in Italia con questa finalità”.
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