All'alba di stamani la procura di Prato ha fatto scattare un'operazione con centinaia di perquisizioni in ditte cinesi e studi di professionisti, in Toscana ma anche nel resto del Paese.
I reati contestati sono "associazione a delinquere finalizzata alla sistematica attività di permanenza, in condizioni di illegalità, di cittadini cinesi sul territorio nazionale" (aggirando o violando la normativa fiscale, previdenziale e della sicurezza sui luoghi di lavoro); falsità ideologica nel rilascio di rinnovi di permessi di soggiorno; immigrazione clandestina.
"Il 1 dicembre del 2013, giorno del tragico rogo della Teresa Moda a Prato, in cui sette operai cinesi (cinque uomini e due donne) morirono nel rogo della fabbrica dove lavoravano ma anche vivevano, è stato lo spartiacque" ha detto il presidente Rossi commentando a caldo la notizia. "Da allora l'impegno istituzionale si è rafforzato con attività di prevenzione, controllo, percorsi paralleli di rientro e di 'affiancamento'", ha continuato. "Non devono esistere zone franche, i diritti dei lavoratori sono al centro della nostra politica ed è per questo oggi plaudo all'iniziativa della Procura di Prato e della Guardia di Finanza che con la loro attività di repressione ci consentono di lavorare meglio affinché emerga dall'illegalità il valore di un'economia sommersa che Irpet stima aggirarsi i ntorno al miliardo di euro l'anno".
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