"Lo scioglimento dell'associazione 'Il Forteto' è un'ottima notizia, un colpo importante per la setta. Il lavoro da fare è ancora molto e ci auguriamo il governo voglia proseguire su questa strada".
Lo ha affermato, ieri, il deputato di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli, commentando la notizia dello scioglimento dell'associazione "Il Forteto" resa nota dal commissario Jacopo Marzetti.
"La settimana prossima - sottolinea Donzelli - è stata convocata per la terza volta la prima riunione Commissione d'inchiesta parlamentare sul Forteto. Basta con i giochetti sulle poltrone: ci auguriamo che questa si parta davvero e si inizi a lavorare seriamente - conclude Donzelli - anche da questo capiremo le reali intenzioni della maggioranza".
Soddisfazione anche da parte di Stefano Mugnai, Vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera, che ieri ha dichiarato: «L’Associazione Il Forteto, vale a dire l’essenza della comunità-setta, si è sciolta oggi». «Dopo lo scioglimento per decreto della Fondazione nel maggio scorso e con la cooperativa guidata oggi dal capace commissario governativo Jacopo Marzetti, possiamo finalmente affermare che il mostro a tre teste costruito dal condannato Rodolfo Fiesoli e dai suoi sodali in cui si declinava Il Forteto non esiste più. Oggi resta solo la parte sana della realtà produttiva, su cui ancora c’è da lavorare e per la quale auspichiamo che l’attuale commissario venga confermato. Ma il Mugello, e la Toscana tutta, oggi è un posto più sicuro. Ci permettiamo di dirlo senza tema di essere smentiti».
«Da oggi – prosegue Mugnai che per primo, nel 2012 alla guida della prima commissione regionale di inchiesta nel Consiglio regionale della Toscana, portò alla luce il sistema di violenze e abusi su minori praticato all’interno di quella che anche la magistratura avrebbe in seguito bollato come comunità-setta esprimendo condanne fino al terzo grado di giudizio – dopo questa tappa storica il nostro impegno per le vittime deve essere quello di conservare la memoria e continuare ad investigare cause, responsabilità e fiancheggiamenti che hanno reso possibile il perpetrarsi di decenni di orrori ai danni di minori affidati per mano giudiziaria all’interno dell’antro dell’Orco. Ma anche provvedere al pieno reinserimento nella società delle vittime».
«Oggi l’Orco è in cella. La comunità-setta è sciolta. La Fondazione che ne amplificava le distorsioni concettuali anche. Rimane l’azienda, una realtà ancora da sanificare in parte e da restituire al suo spessore di capacità e mercato tanto importante nella filiera agricola fiorentina e toscana. E’ il tempo del riscatto. Quello politico ci impegniamo a portarlo avanti noi, in seno alla Commissione parlamentare d’inchiesta il cui insediamento è per adesso convocato il prossimo 19 dicembre».
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