Ieri il Sindaco di Firenze Dario Nardella, ospite di Lady Radio, ha indicato come soluzione privilegiata per il nuovo stadio della Fiorentina il ritorno all'ipotesi della variante urbanistica presentata, nel maggio del 2012, dall'allora Sindaco Matteo Renzi.
In cosa consiste? Quali le differenze rispetto a quanto prospettato dalla proprietà che ha preceduto Rocco Commisso? Vantaggi e svantaggi? Tempi?
In attesa che Palazzo Vecchio e gli uomini del nuovo proprietario del Club viola definiscano un progetto chiaro (che potrebbe prevedere anche soluzioni ben diverse), proviamo a fare delle ipotesi disegnando un quadro percorribile intervenendo sull'area dei mercati generali fiorentini (Mercafir).
La variante urbanistica presentata da Matteo Renzi nel maggio 2012 prevede la divisione dei circa 46 ettari dell'area attualmente occupata dalla Mercafir, con a nord il nuovo centro alimentare polivalente (CAP) riqualificato (su circa 14 ettari) ed a sud (su circa 32 ettari) il nuovo stadio con parcheggi e opere connesse per 30.500 mq (18.300 di commerciale, 8.000 di direzionale e 4.200 di turistico-ricettivo).
Riqualificare il centro alimentare nel comparto nord cancellerebbe il problema di trovare un terreno dove trasferirlo (la precedente proprietà aveva manifestato la necessità di avere a disposizione tutta l'area andando, di fatto, a “sfrattare” il CAP). Palazzo Vecchio, dopo vari tentativi, ha individuato ed approvato una variante per ricollocarlo nei terreni di Castello, ma questi, dato che non sono di proprietà pubblica, sono legati alla questione nuovo aeroporto (e il TAR ha stoppato, per ora, il sì alla nuova pista dello scalo fiorentino). Il Comune, come extrema ratio potrebbe ricorrere all'esproprio dei terreni di Castello per trasferire la Mercafir, ma la procedura non sarebbe affatto rapida ed ecco che una riqualificazione della stessa in loco (su terreni già nelle disponibilità della pubblica amministrazione) alla fine renderebbe la strada più rapida. Resterebbero i disagi derivati dal ricostruire senza interrompere l'attività dell'ingrosso alimentare, ma il problema sarebbe comunque superabile e temporaneo (dato che era previsto nella variante del 2012).
E lo stadio? Ribadiamo che andremo a fare delle ipotesi, non previsioni frutto di sussurri o indiscrezioni, ma che in base a quanto emerso pubblicamente, potrebbero rappresentare una soluzione percorribile.
I 32 ettari del “comparto sud” innanzitutto potrebbero ridursi, lasciando alcuni lotti di terreno a disposizione di un ulteriore sviluppo del mercato alimentare o di altri insediamenti extra cittadella sportiva. La proprietà Commisso potrebbe costruire lo stadio con relativi parcheggi, ma anziché realizzare i 18.300 mq di commerciale, edificare il centro sportivo della Fiorentina, con tanto di foresteria per ospitare le squadre del settore giovanile e, eventualmente, i club che verranno a giocare le gare nel nuovo impianto. La quota di direzionale potrebbe essere in parte sfruttata per costruire la sede della ACF Fiorentina. Mentre all'interno dello stadio potrebbero trovare spazio ristoranti, negozi, il museo viola e sale conferenze.
In questo modo la Fiorentina avrebbe a disposizione una vera e propria cittadella viola: un unico luogo dove gestire 365 giorni l'anno tutte le attività legate al Club gigliato. Il tutto in una zona che già adesso, e ancor di più in futuro, sarebbe facilmente raggiungibile anche da chi abita fuori città (siamo nei pressi dell'uscita dell'autostrada, dell'aeroporto e della Tramvia, ma prossimamente ci saranno anche il nuovo svincolo di Peretola, la stazione ferroviaria “Guidoni”, nuove linee della Tramvia ed altre infrastrutture che potenzieranno la mobilità).
Come abbiamo detto siamo nel campo delle ipotesi. Qualora si decidesse di intraprendere la strada che riporta alla variante del 2012 (a prescindere da quali saranno le opere connesse al nuovo stadio), dovrà essere definita una linea chiara e comune. Riducendo le superfici da edificare si ridurrebbero i costi di costruzione, ma la sostenibilità economica, probabilmente, si spalmerebbe su un periodo più lungo.
La nuova Mercafir deve avere la precedenza su tutto, poiché è impensabile tarpare le ali ad una delle attività produttive più importanti della città. Rocco Commisso dovrà prendere impegni precisi, evitando le pantomime viste con la precedente proprietà. Anche il Comune dovrà essere più chiaro e soprattutto franco riguardo alle effettive tempistiche per arrivare alla realizzazione di entrambe le opere (stadio e mercato alimentare). La stucchevole sequela di dichiarazioni riguardo alla mitologica “prima pietra” ha stancato tutti. Si tratta di ricominciare un percorso e per arrivare all'inizio dei lavori si dovrà ragionare in anni, non in mesi.
A Palazzo Vecchio va indiscutibilmente riconosciuto l'impegno profuso nel cercare di trovare una soluzione al problema causato dall'ex proprietà viola che “sfrattò” il centro alimentare.
Col senno di poi, però, accollarsi l'onere di trovare casa alla nuova Mercafir, anziché dire ai vecchi azionisti del Club viola che se gli servivano più ettari per il loro mastodontico progetto se li dovevano cercare, è stato un errore madornale.
Donato Mongatti
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