Di seguito tutti gli appuntamenti del Teatro della Toscana per gennaio 2017:
Teatro della Pergola
fino a domenica 8 gennaio 2017
(ore 20.45, domenica 15.45, riposo lunedì 2 gennaio)
I due della città del Sole
NATALE IN CASA CUPIELLO
commedia in tre atti di Eduardo De Filippo
personaggi e interpreti (in ordine di apparizione) Luca Cupiello / Luigi De Filippo, Concetta / Stefania Ventura, Nennillo / Vincenzo De Luca, Ninuccia / Claudia Balsamo, Nicola / Paolo Pietrantonio, Pasqualino / Massimo Pagano, Raffaele / Michele Sibilio, Vittorio / Ferdinando Maddaloni, Il Dottore / Luca Negroni, Carmela / Marisa Carluccio, Olga / Tiziana Tirrito, Maria / Carmen Landolfi, Alberto / Carlo Zanotti, Luigi / Geremia Longobardo
scene Alessandro Chiti
costumi Mariarosaria Donadio
regia Luigi De Filippo
Luigi De Filippo è protagonista e regista di Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo.
Il figlio di Peppino e nipote di Eduardo, degno erede di una famiglia che fa Teatro con grande successo da tre generazioni, si confronta con la vicenda di un povero uomo considerato quasi un bambino soprattutto quando si avvicina il Natale e si riaccende la sua grande passione per il Presepe.
Quel Natale svela anche l’eterno dissidio fra anziani e giovani, con la continua ripetuta domanda di Luca Cupiello al figlio “Nennì, te piace ò Presebbio?” e la risposta ostinata e dispettosa del figlio “non mi piace, non mi piace”: l’eterno contrasto in famiglia che si cela dietro un pranzo natalizio.
Una produzione I due della città del Sole.
Luca Cupiello, come ogni Natale, prepara il presepe, fra il disinteresse della moglie Concetta e del figlio Tommasino. Ci sono poi i continui litigi tra il fratello Pasqualino e Tommasino, entrambi con il tic del furto. Ninuccia, l’altra figlia, ha deciso di lasciare il marito Nicolino per l’amante Vittorio, e di scrivere una lettera d’addio; Concetta, disperata, riesce a farsela consegnare. La missiva capita però nelle mani di Luca che, ignaro di tutto, la consegna al genero, che viene così a sapere del tradimento della moglie. Durante il pranzo della vigilia di Natale, i due rivali, trovatisi di fronte per la sbadataggine di Luca, si scontrano violentemente. Nicolino abbandona Ninuccia e Luca, resosi improvvisamente conto della situazione, cade in uno stato d’incoscienza. Nel delirio finale, Luca scambia Vittorio per Nicolino e fa riconciliare involontariamente i due amanti; e Tommasino gli dirà finalmente che il presepe gli piace.
“Natale in casa Cupiello è la vicenda di un povero uomo considerato quasi un bambino soprattutto quando si avvicina il Natale e si riaccende la sua grande passione per il Presepe. In quella occasione si svela anche l’eterno dissidio fra anziani e giovani, con la continua ripetuta domanda di Luca Cupiello al figlio “Nennì, te piace ò Presebbio?” e la risposta ostinata e dispettosa del figlio “non mi piace, non mi piace”: eterno contrasto in famiglia che si cela dietro un pranzo natalizio”.
Luigi De Filippo
Prezzi
Interi
Platea € 34
Palco € 26
Galleria € 18
Ridotti – Over 60
Platea € 30
Palco € 22
Galleria € 16
Ridotti – Soci UniCoop Firenze (martedì, mercoledì)
Platea € 26
Palco € 19
Galleria € 14
Ridotti – Under 26
€ 22
€ 17
€ 13
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale BoxOffice e online.
martedì 17 – domenica 22 gennaio 2017
(ore 20:45, domenica 15.45)
Sicilia Teatro
in collaborazione con Festival La Versiliana – Pietrasanta | Teatro Luigi Pirandello – Agrigento
IL BERRETTO A SONAGLI
di Luigi Pirandello
con (personaggi e interpreti) Ciampa / Sebastiano Lo Monaco; Beatrice Fiorica / Maria Rosaria Carli; La Saracena / Clelia Piscitello; Assunta La Bella / Viviana Larice; Fana / Lina Bernardi; Delegato Spanò / Rosario Petix; Fifì La Bella / Claudio Mazzenga; Nina (moglie di Ciampa) / Maria Laura Caselli
scene Keiko Shiraishi
costumi Cristina Da Rold
musiche Mario Incudine
luci Nevio Cavina
regia Sebastiano Lo Monaco
Sebastiano Lo Monaco dirige e interpreta la commedia dell’ipocrisia per eccellenza, Il berretto a sognagli di Pirandello.
La società costringe gli individui ad apparire rispettabili, obbedendo a precisi codici di comportamento. In realtà tutto è permesso, purché si salvino le apparenze.
Una produzione Sicilia Teatro in collaborazione con Festival La Versiliana / Pietrasanta – Teatro Luigi Pirandello / Agrigento.
L’irresistibile vicenda di Beatrice Fiorica, che vuole denunciare al delegato Spanò il tradimento di suo marito con la giovane moglie del suo maturo scrivano Ciampa, che sa ma tace, purché gli venga salvato l’onore. Beatrice fa scoppiare lo scandalo e tutta la famiglia le va contro. Spanò cerca di far apparire che non c’è stato alcun tradimento. Pirandello è autore capitale della letteratura, non solo italiana, del Novecento, di cui ha rispecchiato, in modo tormentato e geniale, evoluzione e crisi. In una vasta produzione fatta di novelle, romanzi, opere teatrali, Pirandello si presenta come il creatore di un mondo di inesauribile vigore fantastico e di sorprendente modernità. Il berretto a sonagli, scritto nel 1916, è l’emblema del teatro pirandelliano, vera ‘stanza della nevrosi’.
“Il personaggio di Ciampa, apparentemente grottesco, è in realtà straziante, ma soprattutto è il più moderno degli eroi pirandelliani. Il “Berretto” è la storia di un uomo giovane, poco più di quarant’anni, che tradito dalla moglie accetta la condanna e la pena di spartire l’amore della propria donna con un altro uomo, pur di non perderla. Un tema drammatico e attuale che si voglia o no! Per tradizione questo personaggio è stato affrontato da attori alla fine della propria carriera, ad ogni modo avanti con gli anni. Questo travisava la forza drammatica di Ciampa, così eroico e pieno di umanità, una umanità silenziosa e astuta che gli dà la forza di difendere la sua infelicità coniugale, contro la società ridicola di quel tempo. Un personaggio insomma apparentemente piccolo ma infinitamente grande”.
Sebastiano Lo Monaco
Prezzi
Interi
Platea € 34
Palco € 26
Galleria € 18
Ridotti – Over 60
Platea € 30
Palco € 22
Galleria € 16
Ridotti – Soci UniCoop Firenze (martedì, mercoledì)
Platea € 26
Palco € 19
Galleria € 14
Ridotti – Under 26
€ 22
€ 17
€ 13
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale BoxOffice e online.
venerdì 27 gennaio – domenica 5 febbraio 2017
(ore 20.45, domenica 15.45)
Roberto Toni per ErreTiTeatro30
Emilio Solfrizzi
IL BORGHESE GENTILUOMO
di Molière
traduzione e addattamento Annarosa Pedol
con (in ordine alfabetico) Viviana Altieri, Anita Bartolucci, Fabrizio Contri, Nico Di Crescenzo, Cristiano Dessì, Lisa Galantini, Lydia Giordano, Simone Luglio, Elisabetta Mandalari, Roberto Turchetta
scena Andrea Taddei
costumi Sandra Cardini
musiche Antonio Sinagra
luci Gaetano La Mela
regia Armando Pugliese
Armando Pugliese dirige Emilio Solfrizzi ne Il borghese gentiluomo di Molière.
Il signor Jourdain, che sogna di diventare un gentiluomo, è il modello esemplare e imprescindibile del nuovo ricco, dell’arrampicatore sociale, dell’ambizioso che pretende di comprare, col denaro, quei meriti e quei titoli di cui è irrevocabilmente privo.
Una produzione ErretiTeatro30.
Un ricco borghese, il signor Jourdain, sogna di diventare nobile, tra persone prive di autentiche qualità come adulatori e scrocconi, che lo raggirano e assecondano la sua follia, pur di ottenerne un guadagno. È circondato dal maestro di musica, di ballo, di scherma, di filosofia. La trama si arricchisce delle rivalità tra i diversi maestri che scroccano denaro a Jourdain e ciascuno di loro ritiene e predica che la propria arte, la propria scienza, è il fondamento primo dell’esser un gentiluomo. A questi si contrappone la moglie, donna estremamente pratica e razionale che cerca di farlo rinsavire. Alla coppia dei Jourdain se ne aggiunge una secondaria, i rispettivi servitori dei due coniugi: la servetta Nicoletta, simpatica e coraggiosa, e Coviello, innamorati tra di loro.
Ne nasce una farsa, chiassosa e colorata, tipica del teatro comico: quella del Gran Turco. Coviello, vestito da turco e parlando un turco maccheronico, si presenta a Jourdain e gli fa credere che il figlio del Gran Turco, di lignaggio reale, è qui per sposare Lucilla, la figlia di Jourdain. Jourdain, lusingato dalle promesse di nobiltà, cade nel tranello e ne nasce un fragoroso balletto-farsa. Di fronte all’ennesimo rifiuto del ‘borghese’ di dare in sposa sua figlia al non nobile ragazzo che ama, tutti d’accordo gli giocano la beffa finale e anche la moglie che, pur criticandolo aspramente lo ha sempre protetto, gli si schiera contro lasciandolo definitivamente solo nella sua folle utopia.
Al termine della vicenda Jourdain continuerà a sognare tutto quello che non potrà mai avere, come succede ai grandi personaggi comici del teatro di Molière.
Note di regia
“Come l’avaro, come il malato immaginario, come l’ipocrita Tartufo, anche questo borghese che sogna di diventare un gentiluomo è, nella cultura letteraria europea, un archetipo: è il modello esemplare e imprescindibile del nuovo ricco, dell’arrampicatore sociale, dell’ambizioso che pretende di comprare col denaro quei meriti e quei titoli che non avrà mai”.
Armando Pugliese
Prezzi
Interi
Platea € 34
Palco € 26
Galleria € 18
Ridotti – Over 60
Platea € 30
Palco € 22
Galleria € 16
Ridotti – Soci UniCoop Firenze (martedì, mercoledì)
Platea € 26
Palco € 19
Galleria € 14
Ridotti – Under 26
€ 22
€ 17
€ 13
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale BoxOffice e online.
Teatro della Pergola / Un Natale da Favola
La Fondazione Teatro della Toscana propone per le feste spettacoli e divertimento per bambini fino a 99 anni che vogliano accompagnare le loro famiglie nelle meraviglie della festa più bella.
fino a venerdì 6 gennaio 2017 | Teatro della Pergola, Sala Oro
MOSTRA DEL LABORATORIO DI COSTUMI E SCENE DEL TEATRO DELLA PERGOLA
La mostra, allestita nella Sala Oro del Teatro della Pergola e visitabile per tutto il periodo natalizio, propone un percorso che si sviluppa attraverso i disegni e i manufatti realizzati dagli allievi che hanno seguito i corsi del Laboratorio di Costumi e Scene del Teatro della Pergola nell’anno 2016.
Saranno esposti bozzetti di scena e di costume, studi sulla figura umana, parrucche, cappelli, maschere, elementi di attrezzeria e costumi di scena realizzati con materiali più o meno convenzionali. L’artigianalità e il sapere manuale costituiscono il trait d’union tra i vari elementi presentati. Gli stessi elementi che compongono la scenografia dell’allestimento dell’esposizione sono stati realizzati nell’ambito dei corsi del Laboratorio.
Ingresso libero durante gli orari di apertura del teatro per i possessori del biglietto dello spettacolo in corso
venerdì 6 – domenica 8 gennaio 2017 | Teatro della Pergola, Saloncino
Fondazione Teatro della Toscana – Scuola di Musica di Fiesole
IL PRIMO CONCERTO DELL’ORSETTO PADDINGTON
musiche Herbert Chappell
Lorenzo Macrì, voce recitante
Orchestra dei Ragazzi
Edoardo Rosadini, direttore
Una festa della musica, uno spettacolo per giovanissimi interpretato dai loro coetanei.
Il Primo Concerto dell’orsetto Paddington di Herbert Chappell è infatti suonato dai musicisti dell’Orchestra dei Ragazzi della Scuola di Musica di Fiesole, guidati dal loro docente-direttore Edoardo Rosadini. La fiaba intorno alle rocambolesche avventure dell’orsetto più famoso che c’è ha la voce di Lorenzo Macrì, da molti anni impegnato in un’intensa attività teatrale e di doppiaggio.
Una produzione Fondazione Teatro della Toscana – Scuola di Musica di Fiesole.
Era il 1958 quando lo scrittore inglese Michael Bond dette alle stampe A Bear called Paddington. All’epoca, dopo aver prestato servizio nella Royal Air Force durante la Seconda Guerra Mondiale, Bond lavorava alla BBC, e certamente non poteva immaginare che il successo planetario dell’orsetto avrebbe cambiato la sua vita.
Era stato un solitario orsacchiotto di pezza negli scaffali di un negozio londinese nei pressi della stazione di Paddington a ispirare il buffo e tenero personaggio, seduto pazientemente in attesa. Bond dichiarò di essersi ispirato ai bambini che aveva visto allontanarsi da Londra durante la guerra per sfuggire ai bombardamenti: tutti aspettavano il treno e avevano un cartoncino e un bagaglio, esattamente come l’orsetto della storia che, seduto sulla sua valigia, mostra un cartellino che recita: “Per favore prendetevi cura di quest’orso. Grazie”.
L’incontro con la famiglia Brown, che adotta l’orsetto col nome del luogo del ritrovamento, è l’inizio di una serie di divertenti avventure, una delle quali è raccontata ne Il primo concerto dell’orso Paddington.
La musica è dell’eclettico compositore inglese Herbert Chappell (1934) che, dopo una severa formazione cui aveva contribuito Egon Wellesz, esponente della seconda scuola di Vienna, sceglie una via divulgativa e accattivante, avvicinando il grande pubblico alla musica con l’aiuto di protagonisti della scena internazionale come Leonard Bernstein e Luciano Pavarotti, e conquista il successo con musiche per il cinema e la TV.
Spettacolo consigliato per tutti a partire dai 6 anni
Biglietti
Interi €12
Ridotti 10€
Under 26, over 60, abbonati Teatro della Toscana (Teatro della Pergola, Teatro Niccolini, Teatro Era), soci UniCoop Firenze
Ridotto 8€
Under 14
Gratuito per i bambini fino a 4 anni
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale BoxOffice e online.
Teatro della Pergola / Eventi speciali
martedì 10, giovedì 12 e venerdì 13 gennaio 2017, ore 20:15
Fornasetti presenta
IL DISSOLUTO PUNITO OSSIA IL DON GIOVANNI
dramma giocoso in 2 atti di Lorenzo Da Ponte
musica di Wolfgang Amadeus Mozart
orchestra Silete Venti!
direttore d’orchestra Simone Toni
progetto e scenografia Barnaba Fornasetti
direzione creativa e costumi Romeo Gigli
regia Davide Montagna
luci Gigi Saccomandi
direzione artistica Valeria Manzi e Roberto Coppolecchia
direzione di produzione Andrea Nannoni
baritono (Don Giovanni) Christian Senn, baritono (Leporello) Renato Dolcini, soprano (Donna Elvira) Emanuela Galli, soprano (Donna Anna) Raffaella Milanesi, tenore (Don Ottavio) Andres Agudelo, baritono (Commendatore e Masetto) Mauro Borgioni, soprano (Zerlina) Lucía Martín-Cartón, maestro di coro Marco Bellasi
Con Fornasetti il Don Giovanni alla Pergola nello splendore della sua versione originale.
Era il 29 ottobre 1787 quando il pubblico di Praga ebbe l’occasione di assistere alla prima de Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni, capolavoro di Mozart. Il melodramma andò in scena l’anno successivo a Vienna con un cambiamento del libretto che divenne il più comunemente rappresentato.
Il 10, 12 e 13 gennaio 2017 la Fondazione Teatro della Toscana propone in esclusiva regionale al Teatro della Pergola di Firenze la produzione di Fornasetti che, insieme a un gruppo di artisti d’eccellenza, riporta alla luce l’impetuoso manoscritto praghese. I suoni e gli strumenti originali per cui Mozart ha concepito il suo capolavoro 230 anni fa saranno accompagnati da una straordinaria visione artistica basata sul surreale mondo iconografico di Fornasetti. Orchestra: Silete Venti! Direzione musicale: Simone Toni.
Il grande evento fuori abbonamento va in scena nei giorni di Pitti Immagine Uomo 91 ed è inserito nel calendario degli eventi del salone, come una tra le iniziative più speciali che si svolgono a Firenze.
Praga, 29 ottobre 1787: il Teatro e la città intera sono protagonisti di un momento cruciale e indelebile nella storia della musica e della cultura: va in scena per la prima volta il Don Giovanni, un’opera rivoluzionaria dai suoni inauditi. Scritta da Wolfgang Amadeus Mozart all’età di 31 anni su libretto di Lorenzo Da Ponte, quest’opera lirica è considerata uno dei massimi capolavori del compositore austriaco e segna la nascita di un mito moderno: il mito di Don Giovanni che, da quel giorno, non ha mai smesso di crescere, stimolando, turbando, spaventando e commuovendo il mondo intero.
Firenze, gennaio 2017: a duecentotrent’anni da quella rappresentazione tornano a vibrare i suoni e gli strumenti originali per cui Mozart ha concepito il suo capolavoro.
Grazie a un team di artisti eccellenti ed eterogenei di cui Fornasetti si fa catalizzatore, le autentiche e infinite potenzialità dell’opera sono ripristinate e la grandezza della sua partitura originaria è nuovamente rispettata.
Questa produzione, che la Fondazione Teatro della Toscana propone in esclusiva regionale al Teatro della Pergola di Firenze il 10, 12 e 13 gennaio 2017, ore 20:15, riporta alla luce l’impetuoso manoscritto di Praga, rinunciando alla più consueta tradizione di rappresentare la seconda versione del Don Giovanni, scritta da Mozart per il pubblico di Vienna nel 1788. Le stratificazioni accumulate nei secoli sono così eliminate per lasciar riaffiorare tutta la straordinaria forza creativa originaria.
Tale scelta deliberata porta ad una concatenazione di fattori sostenuta dalla collaborazione tra regia, scene, costumi, luci e musica. Il carattere corale delle maestranze ne evidenzia il lavoro artigianale, come in una bottega in cui i singoli operano in modo paritetico al fine di garantire la qualità dell’opera. Il luogo che le ha accolte durante l’ideazione e la realizzazione è Casa Fornasetti, ossia la residenza storica di Piero e Barnaba Fornasetti in cui negli anni ’50 risiedeva anche l’Atelier. Un posto da sempre culla della cultura e delle grandi energie che ancora innervano la città di Milano, capitale creativa del design e della moda.
L’orchestra, composta da trenta elementi che suonano strumenti d’epoca, rispecchia l’autentica formazione mozartiana: la disposizione longitudinale con gli archi contrapposti ai fiati concorre a un risultato sonoro ed emotivo di forte impatto, così come era in origine nel Settecento.
Gli interpreti vocali, parte fondamentale del progetto artistico, perseguono una scelta precisa di complementarità all’orchestra e ai suoi strumenti.
Le scenografie sono realizzate tramite l’uso dell’iconografia classica reinterpretata in chiave moderna da Fornasetti. I temi, tratti dall’archivio fornasettiano, vanno dalle carte da gioco, simbolo della leggerezza e dell’eterno imprevisto, alla stanza metafisica dove i personaggi vogliono perdersi ma si ritrovano sempre, ai visi emblematici delle varie identità di donna, ricordo costante e ossessivo del tema portante dell’opera. La straordinaria visione artistica di quest’opera è così arricchita e completata, creando un mondo surreale e grafico. Pannelli mobili, animati da dei danzatori, danno un ritmo fluido allo scorrere veloce degli eventi ed evocano una realtà fantastica in assenza di un ambiente vero e proprio, ma potentemente immaginifico e suggestivo.
I costumi si intridono della fragilità dei personaggi, al di fuori di spazio e tempo, ma con tutta la memoria delle emozioni.
L’approccio registico, in accordo con quello musicale, vede il rispetto della scrittura originale e se ne discosta solo per quanto riguarda l’ambientazione e l’utilizzo delle scene che, in parte simboliche, ne mantengono comunque il senso rafforzando quello della narrazione e proiettandolo in una dimensione parallela.
In questo modo i personaggi mozartiani abitano uno spazio altro, viaggiano nel tempo insieme allo spettatore, entrano ed escono da luoghi caratterizzati esclusivamente da moduli prismatici, da tagli di luci e ombre sapienti.
La luce rivela o nasconde, suggerisce, a volte dichiara; non è mai innocente perché sempre evidenzia un aspetto della realtà narrata e pertanto la interpreta. In questa rappresentazione, le immagini bidimensionali della scenografia prendono profondità e volume grazie ad essa.
I protagonisti di ieri sono quelli di oggi, invischiati in sentimenti forti e profondi, stratagemmi e bugie, amori incondizionati e desideri di vendetta. Al pubblico è chiesto di prestarsi al gioco dell’immaginario, al “caleidoscopio di mondi” che stimola a sempre diverse collocazioni, e di seguire il dramma giocoso che da secoli puntualmente viene rappresentato.
L’opera, così come proposta da questo inedito gruppo di lavoro, si sottrae a ogni tentativo di farne una rappresentazione consueta e cela al suo interno un sogno che unisce un insieme di artisti stretti in un patto transcreativo; personalità che danno forma a un progetto in cui le visioni del singolo concorrono a costituire un unico e inscindibile soggetto.
Follia e ingegno sono accostate al desiderio di non voler stupire, ma di dichiarare semplicemente il proprio essere.
La finalità non è solo quella di coinvolgere un pubblico attratto dalla rappresentazione lirica in sé, ma anche quella di stimolare una platea eterogenea attraverso le peculiarità artistiche e intellettuali che caratterizzano l’opera.
Per sinergia e affinità elettiva, il “Don Giovanni” va in scena alla Pergola nei giorni di Pitti Immagine Uomo 91 ed è inserito nel calendario degli eventi del salone, come una tra le iniziative più speciali che si svolgono a Firenze, per l’altissima qualità del progetto, che ha un legame forte con la moda e il design. Per questo, Pitti Immagine con grande piacere supporta la promozione e la comunicazione del “Don Giovanni” anche verso il pubblico di compratori e stampa internazionale che arriverà nel capoluogo toscano.
Biglietti
Platea
Intero 120€ - Ridotto 100€
Palco I° ordine
Intero 90€ - Ridotto 75€
Palco II° e III° ordine 60€
Intero 60€ - Ridotto 50€
Galleria
Intero 35€ - 28€
Riduzioni: Tessera Associazione Piero Farulli (1 per tessera), Abbonati Teatro della Toscana (2 x abbonamento), Abbonati Amici della Musica (1 per tessera). La riduzione è valida solo presso la Biglietteria del Teatro della Pergola.
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale BoxOffice e online.
TEATRO DELLA PERGOLA / Attori allo specchio
martedì 10 – venerdì 13 gennaio 2017, ore 18:15 | Teatro della Pergola, Saloncino
Elimar Srl
Gianluca Guidi
SÌ, MA LA MASIERO
di Giovanni Testori dal racconto La Gilda del MacMahon
adattamento teatrale Edoardo Erba
colonna sonora curata ed eseguita da Massimiliano Gagliardi
Sì, ma la Masiero è un inedito omaggio di Testori a Lauretta Masiero, leggendaria soubrette dei migliori varietà degli anni 50 e 60, e attrice comica di grande successo negli anni successivi. È tutta qui la storia, che Gianluca Guidi attraversa con la grazia della sua comicità delicata. E con l’affetto di un figlio.
Testori ci racconta una storia delle sue, ambientata nella periferia milanese alla fine degli anni ’50, dove i giovani si dividono fra quelli che vanno a vedere la partita, e quegli altri, quei pochi, appassionati del varietà.
Sognatori, questi ultimi, frequentatori di palchi e di gallerie, protagonisti di pazienti attese all’uscita degli artisti, pronti a perdere una notte per un autografo e per un sorriso della prima donna.
In questa cornice disperata e poetica, un giovane commesso si innamora della Masiero e sfida il ridicolo e gli scherzi crudeli dei compagni, pur di avere un piccolo riconoscimento, un saluto dalla sua Lauretta.
Accompagnato dalle strepitose canzoni dei varietà dell’epoca che Massimiliano Gagliardi fa rivivere al pianoforte, lo spettacolo è un ritratto di una Milano che non c’è più, di facce e persone scomparse che hanno lasciato nella nostra memoria il segno indelebile del loro talento e della loro indomabile vitalità.
Biglietti
Intero 15€
Ridotto 12€
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale BoxOffice e online.
mercoledì 1 – sabato 4 febbraio 2017, ore 18:15 | Teatro della Pergola, Saloncino
Teatro Franco Parenti / Marche Teatro
Carlo Cecchi
IL LAVORO DI VIVERE
di Hanoch Levin
uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah
con Fulvia Carotenuto, Massimo Loreto
costumi Simona Dondoni
musiche Michele Tadini
collaborazione alle scene Gian Maurizio Fercioni
collaborazione alle luci Gigi Saccomandi
Andrée Ruth Shammah, con la complicità di Carlo Cecchi, uno degli ultimi grandi maestri del teatro italiano, qui protagonista insieme a Fulvia Carotenuto e Massimo Loreto, confeziona, con la consueta eleganza e raffinatezza, la regia de Il lavoro di vivere di Hanoch Levin, il più importante autore e drammaturgo israeliano.
Autore israeliano rappresentato in tutta Europa, ma ancora pressoché sconosciuto in Italia, Hanoch Levin nelle sue opere demolisce tabù con passione, creando alcuni dei versi più affascinanti, colmi di compassione per l’essere umano, senza precedenti nella cultura ebraica. Gli oltre cinquanta testi fra commedie, tragedie e satire rivelano una scrittura capace di trasformare il dramma umano e il coinvolgimento sentimentale in sarcasmo e sollievo comico; i suoi eroi, che vivono in una doppia gabbia, con sogni infranti e movimenti vincolati dalle catene delle convenzioni sociali, sono specchio dell’umanità.
Il teatro di Levin è irriverente: la poesia si nasconde dentro le situazioni più imbarazzanti, i suoi testi sono una commistione di spiritualità nobile e cruda realtà; dalla critica alla cultura borghese ai contrasti tra carne e spirito, ‘arte e culo’, perché il meschino sogna di stare sotto il riflesso della luce della felicità altrui. Così avviene anche per Il lavoro di vivere, una storia d’amore fra due persone di mezza età, in cui l’amore appare a barlumi folgoranti, in mezzo a un mare di insulti, parole durissime e rimpianti. Lo spettatore ride di gusto, senza accorgersi che sta ridendo di se stesso.
A incarnare la teatralità esplosiva di Levin, Carlo Cecchi – attore e maestro – già da tempo affascinato dall’unicità drammaturgica leviniana intrisa di tragico e comico. L’originale linguaggio infatti è vicino alla linea di Pinter, Beckett e Bernhard, autori, non a caso, familiari a Cecchi. Accanto a lui, Fulvia Carotenuto, attrice di tradizione teatrale napoletana, avvezza a rubare dalla quotidianità e capace di farsi specchio dell’universo femminile. Lo spazio scenico, appositamente creato per Il Lavoro di vivere, chiama il pubblico in causa intorno all’azione, lo investe di ciò che accade, lo induce a spiare ed incalzare i personaggi. A unire qualità drammaturgica, maestria attoriale e atmosfera, Andrée Ruth Shammah, che fino alla pancia e con intelligenza registica, sceglie di combinare divertimento e cultura.
Biglietti
Intero 15€
Ridotto 12€
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale BoxOffice e online.
TEATRO DELLA PERGOLA / Lezioni di Storia
LEZIONI DI STORIA. SPECIALE
a cura degli Editori Laterza
domenica 15 gennaio 2017, ore 11
Emilio Gentile – Il capo e la folla. La genesi della democrazia recitativa
Rigore scientifico e capacità di comunicare, appassionare, incuriosire: i migliori storici salgono sul palcoscenico per parlare al grande pubblico. Questa la formula che ha decretato il successo delle Lezioni di Storia. Non era mai accaduto che migliaia di persone si mettessero in coda impazientemente.
Si è cominciato col dire: “I capi fanno la storia”. Poi si è detto: “Sono le masse che fanno la storia”. Oggi si dice: “La storia la fanno i capi e le masse”. Emilio Gentile indaga il comportamento di capi e folle nella storia e le esperienze di personalizzazione del potere da Napoleone Bonaparte al presidente Kennedy.
Biglietti
Interi € 8
Ridotti (per OVER 60, Under26, abbonati Teatro della Toscana (Teatro della Pergola / Teatro Niccolini / Teatro Era di Pontedera), Pergola Card, Soci Unicoop Firenze) € 5
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 - biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale BoxOffice e online.
Teatro della Pergola / Viaggi nel teatro
giovedì 19 – sabato 21 gennaio 2017, ore 23.15
Fondazione Teatro della Toscana
in collaborazione con La Compagnia delle Seggiole
I RACCONTI DEL TERRORE
a cura di Sabrina Tinalli
con (in ordine alfabetico) Marcello Allegrini, Fabio Baronti, Luca Cartocci, Sabrina Tinalli, Silvia Vettori
costumi e maschere Giancarlo Mancini
musiche Vanni Cassori
Nella parte più nascosta e notturna della Pergola rivivono le ossessioni, i tormenti e gli incubi dell’animo umano. I racconti del terrore – mezzanotte a teatro con Edgar Allan Poe è il nuovo spettacolo itinerante proposto con la Compagnia delle Seggiole nelle ‘segrete’ che creano la bellezza sulla scena del massimo teatro fiorentino. Guida del percorso Poe e tutti i pensieri che stanno tra il sonno e la veglia, tra la vita e la morte, tra la realtà e la fantasia. Sei racconti da brivido del principe della letteratura dell’orrore e del giallo poliziesco che indagano le pieghe più nascoste e gli incubi dell’uomo, tematiche poi affrontate dall’indagine psicologica moderna. Un viaggio affascinante nei meandri del teatro e del mistero.
L’accesso può essere difficoltoso per i non deambulanti
Biglietti
Intero 7€
Ridotto 5€ - over 60, under 26, soci Unicoop Firenze, abbonati Teatro della Toscana, possessori di Teatro della Toscana Card.
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 - biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale BoxOffice e online.
domenica 22 gennaio 2017, ore 10 / 11 / 12
Fondazione Teatro della Toscana
IN SUA MOVENZA È FERMO
da un’idea di Riccardo Ventrella
testi e regia di Giovanni Micoli
con (in ordine di apparizione) Massimo Manconi, Luca Cartocci, Natalia Strozzi, Fabio Baronti, Sabrina Tinalli, Marcello Allegrini,
in collaborazione con La Compagnia delle Seggiole
La visita spettacolo nel Teatro della Pergola compie 13 anni e continua a svelare storia, personaggi e segreti del più antico teatro all’italiana. Oltre diecimila presenze per quasi 250 repliche sono i numeri che hanno fino ad oggi premiato un progetto che è diventato un modello per molti altri spazi museali e luoghi storici segnati dalla cifra stilistica della Compagnia delle Seggiole che li racconta e li attraversa insieme ai protagonisti che ne hanno tracciato la storia.
La Pergola è da sempre sede della “Città del Teatro”, un grande opificio autosufficiente nel quale si svolgevano tutti i mestieri della scena; crocevia, luogo di incontro, agorà della Firenze Granducale, grande tempio del melodramma, luogo deputato di mille trucchi e magie, sotto l’egida benevola dell’Accademia degli Immobili, che la costruì e possedette fino al 1942.
In sua movenza è fermo è un viaggio affascinante nel cuore della macchina teatrale, in compagnia delle “ombre gentili” dei personaggi che nel corso dei tre secoli della sua storia hanno reso grande e immortale la Pergola. L’impresario Lanari, l’inventore Meucci, la soprano Barbieri Nini, il macchinista Canovetti e la sarta di Eleonora Duse raccontano le loro vicende a metà fra il sogno e la realtà. Dal vicolo delle carrozze, antico accesso al palcoscenico, al pozzo e ai lavatoi, gli spettatori potranno visitare gli spazi del teatro per arrivare al suo cuore, il palcoscenico, dove si trova il tubo acustico che Antonio Meucci, macchinista alla Pergola, progettò per il teatro.
Come un corpo biologico, il teatro vive in ogni momento soprattutto nei suoi spazi ‘segreti’ e inaccessibili agli spettatori: nei laboratori, nei pressi della macchina scenica, nei sotterranei e nei depositi. Là dove ancora risuonano le voci dei tanti che hanno dedicato la loro vita a questa bruciante passione. Senza apparire sulle locandine, senza lasciar traccia di sé nei libri di storia.
Biglietti
Interi 15€
Ridotti 12€ (per OVER 60, Under26, abbonati Teatro della Toscana (Teatro della Pergola / Teatro Niccolini / Teatro Era di Pontedera), Pergola Card, Soci Unicoop Firenze)
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com.
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale Boxoffice e online.
Teatro Niccolini di Firenze
fino a giovedì 5 gennaio 2017
(dal martedì al venerdì ore 21, riposo domenica 1 e lunedì 2)
Arca Azzurra Teatro
Alessandro Benvenuti
L’AVARO
di Molière
adattamento, ideazione spazio, costumi, regia Ugo Chiti
con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Paolo Ciotti, Gabriele Giaffreda, Desirée Noferini
ricerca e realizzazione costumi Giuliana Colzi
musiche Vanni Cassori
luci Marco Messeri
aiuto regia Chiara Grazzini
si ringrazia Arteatro Gruppo – Montepulciano
L’Avaro di Molière, adattato e diretto da Ugo Chiti, è amaro e irresistibilmente comico, un’opera di bruciante modernità, con protagonista Alessandro Benvenuti.
Questa commedia riesce a essere un classico immortale e nello stesso tempo a raccontarci il presente senza bisogno di trasposizioni o forzate interpretazioni.
Una produzione Arca Azzurra Teatro.
L’Avaro è uno spaccato familiare e sociale. Arpagone è un capofamiglia balordo, taccagno e tirannico come tanti altri, circondato da un amabile e canagliesco intrigo di servi e di innamorati. Poi Arpagone viene derubato e l’avarizia cessa di essere un tic, una deformità, uno spunto di situazioni farsesche. La diagnosi investe la psicologia di chi ha subíto un furto, di chi è stato defraudato di un oggetto di passione affettiva ed esclusiva, della sua unica ragione di vita. Proprio la fissazione affettiva di Arpagone su un oggetto miserabile sollecita un’equivoca, ma profonda partecipazione emotiva: l’avarizia redime l’avaro.
L’Avaro è una delle commedie molieriane che presuppongono uno spaccato familiare, una ‘casa’; ma la ‘casa’ di Arpagone è anche un luogo rigorosamente finto, esplicitamente e spudoratamente teatrale. Una casa che potrebbe essere una metafora del teatro coi suoi prodigi, le sue inverosimiglianze e la sua cartapesta. Non una vera casa borghese, dove la luce filtra dalle imposte socchiuse, meridiana o mattutina, ma comunque naturale; bensì una casa dove tutto si svolge a lume di candela (non fosse l’avarizia), anche se è giorno.
Il nostro Avaro occhieggia a Balzac, senza dimenticare la commedia dell’arte, intrecciando ulteriormente le trame amorose in un’affettuosa allusione a Marivaux. Contaminazioni a parte, Arpagone resta personaggio centrale assoluto, mantenendo quelle caratteristiche che da sempre hanno determinato la sua fortuna teatrale. Si accentuano alcune implicazioni psicologiche, si allungano ombre paranoiche, emergono paure e considerazioni che sono più rimandi al contemporaneo. La parola è usata in maniera diretta, spogliata di ogni parvenza aggraziata, vista in funzione di una ritmica tesa a evidenziare l’aggressività come la ‘ferocia’ più sotterranea della vicenda.
Ugo Chiti
Prezzi
Interi
I° Settore € 24
II° Settore € 20
Ridotti (over 60, under 26, soci UniCoop Firenze martedì e mercoledì, abbonati Teatro della Toscana (Pergola / Teatro Niccolini / Teatro Era), possessori di PergolaCard)
I° Settore € 21
II° Settore € 18
Biglietteria di prevendita
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale BoxOffice e online.
Biglietteria serale presso il Teatro Niccolini a partire da un’ora prima dello spettacolo.
venerdì 13 – domenica 22 gennaio 2017
(dal martedì al venerdì ore 21, sabato ore 19, domenica ore 16.45, riposo lunedì 16)
Fondazione Teatro della Toscana
Pino Micol
Vittorio Viviani
LA BOTTEGA DEL CAFFÈ
di Carlo Goldoni
con Ruben Rigillo, Maria Angela Robustelli, Ezio Budini, Pietro Masotti, Marta Nuti, Giulia Rupi, Alessandro Scaretti
musiche Nicola Piovani eseguite da Lisa Green violinista
scene e costumi Lorenzo Cutùli
luci Maurizio Fabretti
regia Maurizio Scaparro
Maurizio Scaparro, Napoli, Venezia, il suo Carnevale e l’Europa. Dopo il felice debutto in prima nazionale al Piccolo Teatro di Milano in occasione di Expo 2015 e il tutto esaurito al Teatro Argentina di Roma e alla Pergola, arriva al Niccolini il Goldoni de La Bottega del caffè.
Scaparro segue rigorosamente i canoni goldoniani, in un perfetto equilibrio fra la parola e l’azione scenica, affidato a Pino Micol, Vittorio Viviani e a una compagnia di sette attori: Ruben Rigillo, Maria Angela Robustelli, Ezio Budini, Pietro Masotti, Marta Nuti, Giulia Rupi, Alessandro Scaretti. Le musiche originali sono del premio Oscar Nicola Piovani, le scene e i costumi di Lorenzo Cutùli.
Una produzione Fondazione Teatro della Toscana.
Scritta nel 1750, La Bottega del caffè è una delle commedie più conosciute di Carlo Goldoni. Collocata al centro della piazza, la bottega del titolo è luogo di ritrovo di avventori abituali e di passaggio, è l’idea di un microcosmo in cui si creano incontri e scontri tra i personaggi, che litigano, si aiutano e si interessano non solo delle proprie questioni, ma anche di quelle degli altri.
Un carosello di umanità inanellato di screzi, maldicenze, ricatti e vizi.
La vicenda si avvia alle prime luci dell’alba di un mite mattino invernale a Venezia, per concludersi quando scende la notte, durante il periodo di Carnevale. “E qui Goldoni”, annota Maurizio Scaparro, “sembra prendere le distanze dalla visione magica di una delle più belle città del mondo, per descrivere una Venezia comicamente deformata, che già allora rischiava di dimenticare la sua grandezza e di cedere alle tentazioni della bottega”.
Una commedia dei sentimenti e dell’agire umano, comune in ogni tempo e in ogni luogo, che il regista affronta dopo Una delle ultime sere di Carnovale, Il teatro comico e Mémoires (Frammenti di vita teatrale tratti dai Mémoires, le opere e le lettere di Carlo Goldoni).
La Bottega venne rappresentata per la prima volta a Mantova con grande successo, per poi essere portata a Venezia dove fu replicata per 12 volte. L’opera allora identificava alcuni personaggi che parlavano in veneziano perché ancora persisteva la tradizionale presenza delle maschere della Commedia dell’Arte: si trattava delle figure del padrone della bottega e del suo servo.
Ed è appunto dalla bottega del caffè di Ridolfo che si snoda l’intera commedia da cui il protagonista Don Marzio, campione di maldicenza e pettegolezzo, racconta fatti e debolezze di quell’umanità attraverso l’occhialetto con cui scopre commerci, piccoli amori, piccole truffe delle persone che arrivano o vivono a Venezia. Ma senza dimenticare di parlare del mondo che sta cambiando fuori da Venezia: dall’orologio che viene da Londra, alle notizie che filtrano dalle gazzette europee, fino al rimpianto per una Napoli mai conosciuta. “J’avois grande envie d’aller à Naples confessava Goldoni nei suoi Mémoires, ricordando una Venezia che aveva abbandonato prima del suo tramonto, per arrivare a Parigi quando ormai era troppo tardi per comprendere appieno e vivere i mutamenti della Rivoluzione Francese. Goldoni portava con sé Venezia, l’Italia e anche questo desiderio non compiuto di conoscenza, fascino misterioso per Napoli”, racconta Scaparro, “così, provando questo mio nuovo Goldoni con gli attori, mi è capitato spesso di pensare a Goldoni e al suo occhialetto, e anche a questa nostra vecchia Europa che viviamo con qualche fatica. Per questo mi piacerebbe dedicare questa nostra Bottega a Venezia, Parigi, Napoli, Firenze, un grande sogno europeo non ancora compiuto”.
Prezzi
Interi
I° Settore € 24
II° Settore € 20
Ridotti (over 60, under 26, soci UniCoop Firenze martedì e mercoledì, abbonati Teatro della Toscana (Pergola / Teatro Niccolini / Teatro Era), possessori di PergolaCard)
I° Settore € 21
II° Settore € 18
Biglietteria di prevendita
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale BoxOffice e online.
Biglietteria serale presso il Teatro Niccolini a partire da un’ora prima dello spettacolo.
25 – 29 gennaio
(dal martedì al venerdì ore 21; sabato ore 19; domenica ore 16.45)
Teatro Stabile del Veneto
IL DESERTO DEI TARTARI
di Dino Buzzati
adattamento teatrale e regia Paolo Valerio
con (in ordine alfabetico) Alessandro Dinuzzi, Simone Faloppa, Emanuele Fortunati, Aldo Gentileschi (fisarmonica), Marina La Placa (theremin), Marco Mo- rellini, Roberto Petruzzelli, Stefano Scandaletti, Paolo Valerio
movimenti di scena Monica Codena
scene Antonio Panzuto
video Raffaella Rivi
costumi Chiara Defant
musiche originali Antonio Di Pofi
luci Enrico Berardi
le immagini dello spettacolo sono tratte dai quadri di Dino Buzzati
dedicato ad Almerina Buzzati
Nel 2015 Andrea Macaluso curò alla Pergola la lettura integrale de Il Deserto dei Tartari. Paolo Valerio incontra ora il romanzo di Buzzati in un adattamento che sceglie di identificare ogni personaggio con il protagonista seguendone non solo l’invecchiamento, ma anche le emozioni che con il passare del tempo si modificano in lui come in ognuno di noi: dalla partenza fiduciosa, all’attesa, alle delusioni, al sorriso del finale.
Tutti gli attori aspettano e affrontano i loro Tartari, e tutti gli spettatori sono Drogo.
Una produzione Teatro Stabile del Veneto.
La fuga dal tempo è il tema portante de Il deserto dei Tartari, come ebbe ad affermare l’autore Dino Buzzati, che lo definì “il libro della mia vita”. Oppresso dalla monotona routine redazionale notturna al ‘Corriere della sera’, lo scrittore venne assalito dall’idea che avrebbe consumato inutilmente l’esistenza incasellato negli orari della città: un sentimento comune alla maggioranza degli uomini.
La Fortezza Bastiani, dove il giovane e speranzoso Giovanni Drogo viene distaccato, è un luogo ai confini del mondo, sospeso tra sonno e veglia, un avamposto pressoché dimenticato, che vincola tutti a sé. I militari scrutano l’orizzonte nella perenne attesa del sopraggiungere di un ignoto nemico, imprigionati in un’ossessione metafisica in cui si fondono il desiderio di eroismo e la necessità dell’uomo di dare un senso alla propria esistenza.
“La mia scelta è stata quella di non avere un unico protagonista: tutti gli attori saranno i Drogo, seguendo non solo l’invecchiamento del protagonista, ma seguendo le emozioni che il passare tempo si modificano in Drogo come in ognuno di noi: dalla partenza fiduciosa all’attesa, alle delusioni, al sorriso del finale. Tutti gli attori aspetteranno ed affronteranno i loro Tartari, e così anche tutti gli spettatori saranno Drogo. Avrà un ruolo importante anche la parte più letteraria del romanzo con l’intenzione di portarne in scena i momenti più descrittivi e poetici, attraverso le parole meravigliose di questo testo, e le immagini del pittore Dino Buzzati. «Il deserto è un libro da leggere due volte: la prima per non capire nulla fino all’epilogo e lasciarsi sorprendere (l’effetto che Buzzati ricercava), la seconda per ricucire le trame e riconoscere a ritrovo le tante premonizioni. La vicenda è circolare e alla fine tutto torna.» (Cit. Lucia Bellaspiga) Vorrei che questo spettacolo fosse una terza lettura possibile dell’infinito Dino Buzzati”.
Paolo Valerio
Prezzi
Interi
I° Settore € 24
II° Settore € 20
Ridotti (over 60, under 26, soci UniCoop Firenze martedì e mercoledì, abbonati Teatro della Toscana (Pergola / Teatro Niccolini / Teatro Era), possessori di PergolaCard)
I° Settore € 21
II° Settore € 18
Biglietteria di prevendita
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale BoxOffice e online.
Biglietteria serale presso il Teatro Niccolini a partire da un’ora prima dello spettacolo.
31 gennaio – 12 febbraio PRIMA NAZIONALE
(dal martedì al venerdì ore 21; sabato ore 19; domenica ore 16.45; riposo lunedì 6)
Fondazione Teatro Della Toscana e Parmaconcerti
Elio e Francesco Micheli
CANTIERE OPERA
12 lezioni – spettacolo per scoprire i gioielli dell’opera italiana
di e regia Francesco Micheli
pianoforte Simone Soldati
Un viaggio dentro il meraviglioso (e troppo spesso sconosciuto) mondo dell’opera lirica, la forma di spettacolo dal vivo ancora oggi più diffusa al mondo. Con Elio e Francesco Micheli.
Una produzione Fondazione Teatro della Toscana – Parmaconcerti.
Nato a Firenze, il “recitar cantando” è uno di quei capolavori made in Italy che ha saputo conquistare tutti per la geniale semplicità della sua ricetta. Ciononostante il melodramma è spesso non abbastanza apprezzato proprio dagli italiani, in particolare presso le giovani generazioni.
Dentro quel gioiello teatrale che è il Niccolini – perfetto esempio di teatro ‘all’italiana’ – Elio e Simone Soldati al pianoforte, per la regia di Francesco Micheli, allestiscono un cantiere fuori dal comune: invece di costruire, si divertiranno e vi divertiranno a smontare i pezzi del palazzo Opera per “vedere di nascosto l’effetto che fa”….
Vicende appassionanti d’odio e d’amore, protagonisti irresistibili e quasi sempre giovanissimi, la musica come propellente incendiario e un uso formidabile della lingua italiana che, già da sola, è musica. In compagnia di Nonna Opera ci saranno i suoi pimpanti discendenti: tra i tanti il cinema e la pop music che, come spesso accade, assomigliano terribilmente ai propri genitori.
Eccoci lì, a ricostruire l’albero genealogico della grande opera italiana per giocare con i tutti i membri di questa famiglia pazzesca come a un cenone di Natale… oppure una festa di Carnevale, visto il periodo…
Ospiti d’onore? I compositori medesimi: grazie alla magia dell’Opera (e al potere trasformistico di Elio) prenderanno forma davanti a noi i grandi compositori dei principali capolavori operistici italiani. Video, letture, improvvisazioni, cantanti d’opera, battibecchi: così, ridendo e scherzando, ci adopereremo per dare forma a una piccola enciclopedia dell’opera italiana.
31 gennaio - 1 febbraio 2017
GIOACHINO ROSSINI
ovvero
la Rivoluzione in musica
Come ha fatto un compositore, ispirato tanto in cucina quanto in teatro, a sconvolgere il mondo fino allora conosciuto in poche mosse? Come è possibile che un baby-pensionato come Rossini a 37 anni smetta di comporre opere e continui a vivere serenamente fino alla morte, a 86 anni d’età? Un genio assoluto? Lo Stanley Kubrick della musica o un abile taroccatore?
A voi l’ardua sentenza.
2 - 3 febbraio 2017
VINCENZO BELLINI
ovvero
Che Romantico!
Misterioso e affascinante, tormentato e romantico. Vincenzo Bellini sì che è un compositore degno di questo nome: come le rock star, è un autentico eccentrico, bello e dannato, capace di far battere il cuore a mezza Europa con le sue storie strazianti. Vincenzo, sul palco o fuori, ti chiediamo: ma che ci fai tu alle donne? Nemmeno le soap-opera brasiliane saranno capaci di tanto.
4 e 5 febbraio
GAETANO DONIZETTI
ovvero
Matti da slegare
Donizetti? Chi è costui? Ma con quante zeta? Probabilmente se fosse una trasmissione TV, sarebbe “Chi l’ha visto?”, considerando che oggi di questo grande campione operistico la maggior parte della gente sa ben poco. Serio, gran lavoratore, complessivamente schivo: il classico bergamasco medio di cui ci sarebbe ben poco da dire se non avesse dato vita alle storie più incredibili e plasmando i personaggi più folli con una musica che non smette di accenderci. Scusate se è poco.
7 - 8 febbraio
GIUSEPPE VERDI
ovvero
Facciamo gli italiani?
Riusciranno i nostri eroi a tirar giù il pur beneamato Peppino Verdi dal piedistallo in cui l’ha collocato la nostra memoria, e con lui sdrammatizzare i monumenti post-risorgimentali che occupano le nostre piazze, fino all’idea stessa di tradizione e cultura?
Dietro il bronzo di Garibaldi a cavallo, la cartapesta delle scenografie dipinte o lo zum-pa-pà di Verdi c’è l’accanimento di ragazzi e ragazze, nostri predecessori, che hanno lottato per un paese più libero e più nostro, come i protagonisti del Trovatore o della Traviata, eroi che si sono sacrificati in nome di diritti di cui ancora godono i giovani di oggi. Un esempio? Far tardi il sabato sera.
9 - 10 febbraio 2017
GIACOMO PUCCINI
ovvero
Buonanotte melodramma, buongiorno cinema!
Puccini è stato a lungo un compositore tanto amato dal pubblico quanto minimizzato in ambito musicale: un toscanaccio gaudente che non si è occupato tanto di teorizzare il senso del proprio lavoro quanto di farlo, e farlo da dio. Un grandioso profeta che ha anticipato l’uso della musica come sa fare il cinema, sontuosa colonna sonora che avvolge i personaggi di una spettacolare scenografia per le orecchie. Tale dispendio di mezzi per raccontare cosa? Storie di donne che lottano per una vita migliore, salvo soccombere quasi sempre. Davvero profetico, il nostro Giacomino.
11 - 12 febbraio 2017
NICOLA CAMPOGRANDE
ovvero
l’opera che verrà
Che gioia poter avere a che fare con un compositore talentuoso, pieno di estro teatrale e, soprattutto… vivente!
Quale ghiotta occasione assistere alla nascita di un lavoro, in cui parole e musica si fondono per raccontare una storia. Se poi il libretto di questa nuova opera scaturisce dal De Bello Gallico di Giulio Cesare, la faccenda si fa seria. Le cronache di guerra di un condottiero che intuisce quanto sia importante raccontare le proprie gesta, comunicarle, per conquistare a pieno il potere, ci sono parse, come si suole dire, di scottante attualità.
Lunga vita a Nicola Campogrande!
Prezzi
Interi
Platea € 34
Palco € 26
Galleria € 18
Ridotti – Over 60
Platea € 30
Palco € 22
Galleria € 16
Ridotti – Soci UniCoop Firenze (martedì, mercoledì)
Platea € 26
Palco € 19
Galleria € 14
Ridotti – Under 26
€ 22
€ 17
€ 13
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale BoxOffice e online.
Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ di Scandicci
martedì 31 gennaio – domenica 5 febbraio 2017
(ore 21, domenica 16:45)
Fondazione Teatro della Toscana
Gianluca Ferrato
TRUMAN CAPOTE QUESTA COSA CHIAMATA AMORE
di Massimo Sgorbani
scene Massimo Troncanetti
costumi Fondazione Cerratelli e Laboratorio di Costumi e Scene del Teatro della Pergola
suoni Giorgio De Santis
assistente alla regia Jonathan Freschi
assistente alle scene Francesca Rossetti
impianti e regia Emanuele Gamba
Truman Capote rivive a teatro. Gianluca Ferrato inscena l’autore di A sangue freddo, di cui lo scorso anno sono ricorsi i 50 anni dalla prima pubblicazione, in Truman Capote. Questa cosa chiamata amore.
Un monologo da e su uno dei più grandi scrittori americani del ‘900, in uno spazio teatrale mutevole e leggero, una pelle prismatica di camaleonte pronto alla trasformazione, com’era la lucentezza della prosa di Truman Capote.
Una produzione Fondazione Teatro della Toscana.
“Tutta la letteratura è pettegolezzo”. Così Truman Capote liquidava con una delle sue abituali provocazioni anti-letterarie qualsiasi visione sacrale dell’arte e dell’artista. ‘Pettegolezzo’ inteso come svelamento di ciò che non si sa, indagine sui lati oscuri dell’America, in modo leggero e profondo, snob e vivace come un vodka martini. È il Capote più irriverente, infatti, quello che emerge da Truman Capote questa cosa chiamata amore, in cui Massimo Sgorbani disegna per Gianluca Ferrato, diretto da Emanuele Gamba, un dandy, un esibizionista, un personaggio pubblico prima ancora che un grande scrittore: l’anticonformista per eccellenza, che può permettersi di parlare con la stessa dissacrante arguzia di Hollywood e della società letteraria newyorkese, di Jackie Kennedy e Marilyn Monroe, di Hemingway e Tennessee Williams, senza mai risparmiare se stesso, i suoi vizi, le sue manie, i suoi successi e fallimenti.
Un predestinato alla scrittura. Inizia a scrivere a otto anni, a diciassette le prime pubblicazioni, a diciannove vince il primo O. Henry Award della sua vita. Il suo stile è già formato, come ammetterà lui stesso negli ultimi anni della sua vita; cambia l’oggetto dei suoi racconti, la materia tra le mani, ma il suo stile è quasi identico a quello della sua giovinezza, e si basa tantissimo sul suono e sul ritmo delle parole.
Partito dai bassifondi, lavorando come fattorino, Capote ha conosciuto il successo con i racconti, per poi imporsi definitivamente con il romanzo-verità A sangue freddo di cinquanta anni fa (1966), storia del massacro di una famiglia e capostipite di un nuovo tipo di giornalismo letterario. Poi alcol e droga hanno infiacchito il suo talento, a lungo cristallino e unico. Ma trent’anni dopo la sua morte, per cirrosi epatica nell’agosto del 1984, a neppure 60 anni di età, non possiamo che rimpiangere il suo genio e anche la sua candida e disperata voglia di stupire e, probabilmente, di essere apprezzato e amato.
“Quando Dio ti concede un dono, ti consegna anche una frusta; e questa frusta è intesa unicamente per l’autoflagellazione”. Se per Capote il suo talento è stato una frusta, per tutti noi è stato solo piacere puro.
Note di regia
“Il suo stile, decadente, ironico e iconoclasta ha segnato un’epoca per la letteratura degli Stati Uniti. Truman Capote, geniale scrittore, giornalista e drammaturgo, è stato, dopo Hemingway, forse il più grande esempio di autore divenuto protagonista, e vittima, dello Star System a stelle e strisce. Dopo un’infanzia difficile e con l’aggravante, per l’America dell’epoca, dell’omosessualità, Capote, sotto i lustrini di feste e copertine di riviste, ha saputo raccontare tanto la frizzante società newyorkese, quanto il cuore più nero del suo Paese. Il tutto con una lingua costruita alla perfezione, vero elemento distintivo della sua produzione, tanto quanto i temi di cui si è occupato nei suoi libri, dalla colazione da Tiffany a Marlon Brando.”
Emanuele Gamba
Biglietti
Interi
Posto Unico: €14
Ridotti abbonati Teatro della Toscana (Pergola, Niccolini, Teatro Era), over 60 / under 26, soci UniCoop Firenze
Posto Unico: € 12
Ridotti residenti Comune di Scandicci, possessori ICard e EduCard
Posto Unico: € 10
Biglietteria
Via Gaetano Donizetti 58, Scandicci.
Tel. 055.7351023; teatrostudio@teatrodellatoscana.it.
Biglietteria on line: www.teatrostudioscandicci.it.
Circuito Regionale Box Office.
Informazioni e acquisti con carta di credito 055.7351023.
Biglietteria serale: è possibile acquistare i biglietti di tutti gli spettacoli della stagione durante le serate di spettacolo presso la biglietteria del teatro.
Il Sito di Firenze è un quotidiano diffuso via internet da Il sito d'Italia. Testata giornalistica registrata presso il Tribunale Civile di Firenze n.5811 del 29 dicembre 2010. Copyright Il sito d'Italia, tutti i diritti e i contenuti sono proprietà de "Il sito d'Italia" - Edito da Dedalo Comunicazione Srl, P.Iva 02200130975 - Direttore Responsabile Leonardo Varasano
Realizzato da Exupery Comunicazione