Di seguito tutti gli eventi di ottobre del Teatro della Toscana, area di Firenze.
Alla Pergola le prime nazionali di Questi fantasmi! di Eduardo De Filippo con Gianfelice Imparato e Carolina Rosi, regia di Marco Tullio Giordana, Babele di Virgilio Sieni, Teatro del Porto con Massimo Ranieri, regia di Maurizio Scaparro, Edipo con Glauco Mauri e Roberto Sturno, regia dello stesso Mauri e Andrea Baracco; al Teatro Studio di Scandicci Macbeth di Archivio Zeta.
E poi Lombardi/Tiezzi alla Pergola con Calderòn, Gabriele Lavia al Niccolini con L’uomo dal fiore in bocca …e non solo…, il ciclo Alluvione. 50 anni dopo, i progetti speciali, i corsi del Laboratorio di Costumi e Scene del Teatro della Pergola, In sua movenza è fermo con la Compagnia delle Seggiole.
Un mese, è proprio il caso di dirlo, a tutto teatro!!!
4 – 9 ottobre 2016 APERTURA STAGIONE IN ABBONAMENTO
(feriale ore 20:45, festivo ore 15:45)
Teatro di Roma – Fondazione Teatro della Toscana
CALDERÓN
di Pier Paolo Pasolini
drammaturgia Sandro Lombardi, Fabrizio Sinisi e Federico Tiezzi
con (in ordine di apparizione) Sandro Lombardi, Camilla Semino Favro, Arianna Di Stefano, Viola Graziosi, Graziano Piazza, Silvia Pernarella, Ivan Alovisio, Lucrezia Guidone, Josafat Vagni, Debora Zuin, Andrea Volpetti
e con la partecipazione straordinaria di Francesca Benedetti
scene Gregorio Zurla
costumi Giovanna Buzzi e Lisa Rufini
luci Gianni Pollini
movimenti coreografici Raffaella Giordano
canto Francesca Della Monica
foto Achille Le Pera
assistente alla regia Giovanni Scandella
regia Federico Tiezzi
Federico Tiezzi firma la regia di Calderón, tragedia in versi scritta da Pier Paolo Pasolini nel 1967 e pubblicata nel 1973.
Bloccati in una storia e in una società cui non vogliono appartenere, i protagonisti di Calderón vivono nello spazio doloroso fra la rabbia e la nostalgia, l’amore per il mondo e la rabbia verso gli adulti, i padroni della storia.
Una produzione Teatro di Roma – Fondazione Teatro della Toscana.
Ritenuta da Pasolini stesso una delle sue “più sicure riuscite formali”, Calderón, si ispira al capolavoro del grande tragediografo spagnolo del “Secolo d’oro” Pedro Calderón de la Barca (1600-1681), La vita è sogno. Non mutano i nomi dei personaggi centrali (Basilio, Sigismondo e Rosaura), mentre molto diverse sono situazione, trama, ambientazione.
Siamo nella Spagna franchista del 1967. Rosaura fa tre sogni successivi, ognuno in un ambiente diverso – aristocratico, proletario, medio borghese – a significare l’impossibilità, per tutti, di evadere dalla propria condizione sociale. Nel primo sogno Rosaura si innamora di Sigismondo, un ex amante della madre che scoprirà essere suo padre; nel secondo, da prostituta, si innamora di Pablito, un ragazzo che scoprirà essere suo figlio; nel terzo è una moglie rassegnata al proprio destino, che si innamora di Enrique, uno studente rivoluzionario. Il tema della diversità, della irriducibilità di ogni essere umano alle logiche del potere borghese, è dunque ricorrente in tutti i sogni, risolto nelle metafore di amori incestuosi. Segue una quarta (e ultima) incarnazione di Rosaura in uno “scheletro bianco quasi senza più capelli, nella cuccia”: lo scheletro vivente di una vittima delle SS naziste, nello stesso salone di reggia trasformato in lager, mentre irrompe il coro degli operai comunisti in veste di salvatori.
Pasolini stesso sottolinea come il tema del dramma sia lo scontro tra individuo e potere: “In tutti e tre i suoi risvegli, Rosaura si trova in una dimensione occupata interamente dal senso del Potere. Il nostro primo rapporto, nascendo, è dunque un rapporto col Potere, cioè con l’unico mondo possibile che la nascita ci assegna. Il Potere in Calderón si chiama Basilio (Basileus), ed ha connotati cangianti: nella prima parte è Re e Padre (appare nello specchio – con l’Autore!! – come nel quadro di Diego Velásquez Las Meninas), ed è organizzato classicamente: la propria coscienza di sé – fascista – non ha un’incrinatura, un’incertezza. Nella seconda parte – quando Rosaura si risveglia ‘povera’, sottoproletaria in un villaggio di baracche – Basilio diviene un’astrazione quasi celeste (sta nello stanzone di Las Meninas vuoto, come sospeso nel cosmo: e da lì invia i suoi sicari sulla terra); infine, nella terza parte, è il marito piccolo-borghese, benpensante, non fascista ma peggio che fascista”.
Federico Tiezzi concepisce questo Calderón come ultima parte di una trilogia che prende in esame la dissoluzione della famiglia, qui colpita anche dalla forza dialettica del maggio ’68 e dallo sguardo impietoso di Freud. Lo avevano preceduto Ifigenia in Aulide di Euripide (INDA, 2015) e Questa sera si recita a soggetto di Luigi Pirandello (Piccolo Teatro di Milano, 2016). In questo Calderón Tiezzi sottolinea l’aspetto di ‘tragicommedia’ presente nel testo, lasciando emergere la sua comicità stridente, surreale e stralunata.
Prezzi
Interi
Platea € 34
Palco € 26
Galleria € 18
Ridotti – Over 60
Platea € 30
Palco € 22
Galleria € 16
Ridotti – Soci UniCoop Firenze (martedì, mercoledì)
Platea € 26
Palco € 19
Galleria € 14
Ridotti – Under 26
€ 22
€ 17
€ 13
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale BoxOffice e online.
18 – 23 ottobre 2016 PRIMA NAZIONALE
(feriale ore 20:45, festivo ore 15:45)
Compagnia di Teatro di Luca De Filippo
QUESTI FANTASMI!
di Eduardo De Filippo
con (in ordine di apparizione) Gianfelice Imparato, Carolina Rosi, Massimo Di Matteo, Paola Fulciniti, Federica Altamura, Andrea Cioffi, Nicola Di Pinto, Viola Forestiero, Giovanni Allocca, Carmen Annibale, Gianni Cannavacciuolo
scene Gianni Carluccio
regia Marco Tullio Giordana
Una grande eredità teatrale intatta nel tempo: dopo l’applaudito Non ti pago, Gianfelice Imparato, insieme a Carolina Rosi e alla Compagnia di Teatro di Luca De Filippo, affronta uno dei testi cardine di Eduardo, Questi fantasmi!
Marco Tullio Giordana firma la regia di una storia a tratti farsesca, che racconta la necessità di essere ciechi, di credere senza riserve a una realtà inverosimile, per tutelare se stessi e un ideale di famiglia minato al suo interno.
Una produzione Compagnia di Teatro di Luca De Filippo.
Pasquale Lojacono si trasferisce con la giovane moglie Maria in un appartamento all’ultimo piano di un palazzo seicentesco (in via Tribunali 176). Maria non sa che il marito ha ottenuto il fitto gratuito per cinque anni di quell’enorme casa (18 camere e 68 balconi) in cambio del compito di sfatare la leggenda sulla presenza di spiriti nella casa. Il portiere Raffaele spiega al nuovo inquilino cosa dovrà fare per ottemperare al suo impegno contrattuale: per dimostrare che non ci sono fantasmi dovrà mostrarsi ogni giorno, due volte al giorno, fuori tutti i 68 balconi, mostrando serenità e allegria. A tal scopo dovrà anche cantare ad alta voce (inizierà con Lucean le stelle, continuerà con Ah l’ammorre che fa fa)! Ascoltando però i racconti del portiere, della sorella di quest’ultimo e del “dirimpettaio” di casa, tal Professor Santanna, il nostro protagonista incomincia a credere all’esistenza degli spiriti; pertanto, quando s’imbatte in Alfredo, l’amante della moglie, lo scambia per un fantasma.
La storia di Questi fantasmi! prosegue con Alfredo che fa pervenire sostanziosi aiuti economici alla famiglia Lojacono, aiuti che vengono interpretati da Pasquale come regali degli spiriti che l’avrebbero preso a ben volere! L’equivoco prosegue e il nostro protagonista è l’unico a non avvedersi di quello che sta realmente accadendo; dopo un’esilarante scena nella quale, per Pasquale, si consuma un litigio tra spiriti (in effetti i litiganti sono Alfredo, sua moglie, i suoi bambini e altri parenti), l’amante di Maria decide, apparentemente, di tornare in famiglia privando dei suoi regali il povero Pasquale. La storia si avvia alla conclusione: con un marchingegno Pasquale riesce a reincontrare Alfredo, chiedendogli un ulteriore e sostanzioso aiuto economico, spiegando allo “spirito” che i soldi gli servono per riconquistare la moglie di cui è perdutamente innamorato. Alfredo, commosso per la triste confessione, gli lascia un pacco di banconote e scompare dalla loro vita.
Prezzi
Interi
Platea € 34
Palco € 26
Galleria € 18
Ridotti – Over 60
Platea € 30
Palco € 22
Galleria € 16
Ridotti – Soci UniCoop Firenze (martedì, mercoledì)
Platea € 26
Palco € 19
Galleria € 14
Ridotti – Under 26
€ 22
€ 17
€ 13
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale BoxOffice e online.
29 ottobre – 6 novembre 2016 PRIMA NAZIONALE
(feriale ore 20:45, festivo ore 15:45)
Compagnia Gli Ipocriti
Massimo Ranieri
TEATRO DEL PORTO
Versi, prosa e musica di Raffaele Viviani
con Ernesto Lama, Angela De Matteo, Gaia Bassi, Roberto Bani, Mario Zinno, Ivano Schiavi, Antonio Speranza, Francesca Ciardiello
e con Ciro Cascino pianoforte, Luigi Sigillo contrabbasso, Donato Sensini fiati, Sandro Tumolillo violino, Giuseppe Fiscale tromba, Mario Zinno batteria
elaborazioni e ricerche musicali Pasquale Scialò
scena e costumi Lorenzo Cutùli
disegno luci Maurizio Fabretti
coreografie Giorgio De Bortoli
regia Maurizio Scaparro
Dopo il successo di Viviani Varietà, Massimo Ranieri e Maurizio Scaparro affrontano ancora una volta il grande drammaturgo Raffaele Viviani con Teatro del Porto.
Una produzione Compagnia Gli Ipocriti.
Esiste in alcuni di noi la memoria storica o il lontano ricordo di una Napoli vissuta mentre già stava cambiando. Questa preziosa memoria è stata, per Maurizio Scaparro e Massimo Ranieri, il primo filtro, ma anche lo stimolo, dopo la felice esperienza di Viviani Varietà, per continuare a lavorare su un nuovo spettacolo che potesse avere come testimonianza di questo mondo, così ricco, la figura stessa di Raffaele Viviani. Attraverso il suo teatro (particolarmente quello degli atti unici), le sue parole, il suo canto scenico, Teatro del Porto privilegia così quel vitalissimo giacimento culturale e musicale che era la Napoli dei quartieri, quella parallela urbana (aperta all’influenza e alle commistioni con il teatro e il Varietà europeo) e di un altro sud che premeva sulla città.
“Teatro del Porto è nato pensando a uno spazio neutro sospeso, uno spazio che favorisse lo scambio di conoscenza e di speranze che veniva dal mare e dove vorremmo che Raffaele Viviani ci portasse per mano attraverso il suo teatro e la sua musica per ricordare sogni e delusioni di una grande città, e per accompagnarci verso un futuro già cominciato scoprendo, anche grazie a lui, parole vecchie e nuovi significati come mediterraneo, emigrazione e, con un po’ di ottimismo, anche cultura e teatro”.
Maurizio Scaparro
Prezzi
Interi
Platea € 34
Palco € 26
Galleria € 18
Ridotti – Over 60
Platea € 30
Palco € 22
Galleria € 16
Ridotti – Soci UniCoop Firenze (martedì, mercoledì)
Platea € 26
Palco € 19
Galleria € 14
Ridotti – Under 26
€ 22
€ 17
€ 13
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale BoxOffice e online.
8 – 13 novembre 2016 PRIMA NAZIONALE
(feriale ore 20:45, festivo ore 15:45)
Compagnia Mauri Sturno – Fondazione Teatro della Toscana
Glauco Mauri Roberto Sturno
EDIPO
Edipo Re – Edipo a Colono
di Sofocle
regie Andrea Baracco – Edipo Re / Glauco Mauri – Edipo a Colono
A distanza di vent’anni la Compagnia Glauco Mauri Roberto Sturno ritorna a mettere in scena i due capolavori di Sofocle, per analizzare più compiutamente il mito immortale di Edipo, affidando la regia a Glauco Mauri per Edipo a Colono e ad Andrea Baracco per Edipo Re.
Due registi, due generazioni a confronto, esempio di collaborazione e di continuità, oltre che condizione indispensabile per il futuro del teatro.
Una produzione Compagnia Mauri Sturno – Fondazione Teatro della Toscana.
“Edipo re ed Edipo a Colono sono due capolavori fondamentali nella storia dell’uomo, per gli interrogativi che pongono alla mente e per la ricchezza di umanità e di poesia che ci donano. La storia di Edipo è la storia dell’UOMO, perché racchiude in sé tutta la storia del suo vivere. Edipo Re ed Edipo a Colono sono due opere scritte in epoche diverse della vita di Sofocle ed è nell’accostamento di questi due grandi testi che poeticamente si esprime e compiutamente si racconta la “favola” di Edipo alla ricerca della verità.
Alla fine del suo lungo cammino Edipo comprende se stesso, la luce e le tenebre che sono dentro di lui, ma afferma anche il diritto alla libera responsabilità del suo agire. Edipo è pronto ad accettare tutto quello che deve accadere ed è pronto a essere distrutto purché sia fatta luce. Solo nell’interrogarci comincia la dignità di essere uomini. E’ questo che Sofocle con la sua opera immortale dice a tutti noi.
Il mito di Edipo, che ha avuto in Sofocle il suo più grande poeta, è stato una ricca fonte di ispirazione in letteratura, in musica e anche nella psicanalisi.
Convinti che il Teatro sia un’arte che può e deve servire “all’arte del vivere” affrontiamo queste due opere classiche per trovare nelle radici del nostro passato il nutrimento per comprendere il nostro futuro. In un oggi così arido di umanità e di poesia questo è il nostro impegno e il nostro desiderio.” Andrea Baracco, Glauco Mauri
Prezzi
Interi
Platea € 34
Palco € 26
Galleria € 18
Ridotti – Over 60
Platea € 30
Palco € 22
Galleria € 16
Ridotti – Soci UniCoop Firenze (martedì, mercoledì)
Platea € 26
Palco € 19
Galleria € 14
Ridotti – Under 26
€ 22
€ 17
€ 13
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale BoxOffice e online.
TEATRO DELLA PERGOLA / La democrazia del corpo
11 – 14 ottobre 2016, ore 20:45 | Teatro della Pergola
Fondazione I Teatri di Reggio Emilia – Compagnia Virgilio Sieni
Compagnia Virgilio Sieni
CANTICO DEI CANTICI
di Virgilio Sieni
interpreti Claudia Caldarano, Luna Cenere, Riccardo De Simone, Maurizio Giunti, Giulia Mureddu, Davide Valrosso
musiche originali eseguite dal vivo dall’autore Daniele Roccato, contrabbasso
coreografia, luci, costumi e spazio Virgilio Sieni
Cantico dei Cantici è la nuova produzione della Compagnia Virgilio Sieni.
La coreografia si articola attraverso otto momenti in una proliferazione continua del gesto, che tende a creare uno spazio scheggiato dove la danza perduta di uomini e donne stravolge i corpi, che insieme tendono a costruire la fisicità di un luogo primordiale e primitivo.
“Tutto si origina dal libro conosciuto come Cantico di Salomone, il più sublime tra i cantici, dove confluiscono, a partire dal IV secolo a.C., poemi mesopotamici. Qualcosa accade in una pianura d’oro, tavola dove si svolge l’azione. Corpi che si definiscono attraverso il bagliore della luce che sempre si muove tra notturno e penombra. Tutto si articola attraverso otto momenti: idilli pastorali, frammenti sull’amore in forma di adiacenza, vicinanza e tattilità. Nel silenzio tagliente, vacuum lucreziano. La proliferazione continua del gesto tende a creare uno spazio scheggiato dove la danza perduta di uomini e donne, stravolge i corpi che insieme tendono a costruire la fisicità di un luogo primordiale e primitivo. Si odora di origine. Una canzone a due voci che risuona in tutti i corpi. Piacere, dolcezza e tormento dei gesti. S’intravede nella penombra un pascolo odoroso di corpi. Otto momenti che indagano, se è possibile, e se così si può dire, il vuoto sacrale che non nega niente e annuncia qualcosa con le sue membra”.
Virgilio Sieni
Prezzi
Posto unico 15€
Abbonamento Cantico dei cantici e Babele: 20€
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale BoxOffice e online.
27 – 30 ottobre 2016 | Teatro della Pergola PRIMA NAZIONALE
(27 – 28 ottobre, ore 20.45 / 29 – 30 ottobre, ore 18.30)
Fondazione Teatro della Toscana
BABELE
di Virgilio Sieni
collaborazione drammaturgica Giancarlo Gaeta
Babele è la nuova produzione della Fondazione Teatro della Toscana con l’ideazione e la coreografia di Virgilio Sieni.
“Una piccola comunità, composta di soli arlecchini di tutte le età, intraprende un viaggio attraverso il corpo per scoprire la lingua dei profeti e dei veggenti. Esausti da un ruolo immane che li ha travasati di epoca in epoca, rimasti senza gesti dallo scorrere di questi tempi, scoprono nella profondità archeologica del gesto e dello sguardo il senso dell’accoglienza e della tolleranza. Non edificano verticalmente verso il cielo, ma distribuiscono le loro conoscenze secondo un legame che li vede prossimi all’altro. Ciascuno di loro, trasmettendosi piccoli gesti e segni contribuisce a edificare un vocabolario sull’ascolto”.
Virgilio Sieni
Prezzi
Posto unico 12€
Abbonamento Cantico dei cantici e Babele: 20€
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale BoxOffice e online.
TEATRO DELLA PERGOLA / Viaggio nel teatro
9 ottobre, ore 10 / 11 / 12
Fondazione Teatro della Toscana
IN SUA MOVENZA È FERMO
da un’idea di Riccardo Ventrella
testi e regia di Giovanni Micoli
con (in ordine di apparizione) Massimo Manconi, Luca Cartocci, Natalia Strozzi, Fabio Baronti, Sabrina Tinalli, Marcello Allegrini,
in collaborazione con La Compagnia delle Seggiole
La visita spettacolo nel Teatro della Pergola compie 12 anni e continua a svelare storia, personaggi e segreti del più antico teatro all’italiana. Oltre diecimila presenze per quasi 250 repliche sono i numeri che hanno fino ad oggi premiato un progetto che è diventato un modello per molti altri spazi museali e luoghi storici segnati dalla cifra stilistica della Compagnia delle Seggiole che li racconta e li attraversa insieme ai protagonisti che ne hanno tracciato la storia.
La Pergola è da sempre sede della “Città del Teatro”, un grande opificio autosufficiente nel quale si svolgevano tutti i mestieri della scena; crocevia, luogo di incontro, agorà della Firenze Granducale, grande tempio del melodramma, luogo deputato di mille trucchi e magie, sotto l’egida benevola dell’Accademia degli Immobili, che la costruì e possedette fino al 1942.
In sua movenza è fermo è un viaggio affascinante nel cuore della macchina teatrale, in compagnia delle “ombre gentili” dei personaggi che nel corso dei tre secoli della sua storia hanno reso grande e immortale la Pergola. L’impresario Lanari, l’inventore Meucci, la soprano Barbieri Nini, il macchinista Canovetti e la sarta di Eleonora Duse raccontano le loro vicende a metà fra il sogno e la realtà. Dal vicolo delle carrozze, antico accesso al palcoscenico, al pozzo e ai lavatoi, gli spettatori potranno visitare gli spazi del teatro per arrivare al suo cuore, il palcoscenico, dove si trova il tubo acustico che Antonio Meucci, macchinista alla Pergola, progettò per il teatro.
Come un corpo biologico, il teatro vive in ogni momento soprattutto nei suoi spazi ‘segreti’ e inaccessibili agli spettatori: nei laboratori, nei pressi della macchina scenica, nei sotterranei e nei depositi. Là dove ancora risuonano le voci dei tanti che hanno dedicato la loro vita a questa bruciante passione. Senza apparire sulle locandine, senza lasciar traccia di sé nei libri di storia.
Prezzi
Interi 15€
Ridotti 12€ (per OVER 60, Under26, abbonati Teatro della Toscana, Pergola Card, Soci Unicoop Firenze)
BIGLIETTERIA
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com.
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale Boxoffice e online.
TEATRO DELLA PERGOLA / Altri appuntamenti
fino al 30 ottobre 2016 | Teatro della Pergola, Sala Oro
ARNOLDO FOÀ. UNA VITA LUNGA UN SECOLO
La mostra Arnoldo Foà – una vita lunga un secolo è dedicata a uno dei più illustri e amati attori italiani del ‘900, che a Firenze ha iniziato e consacrato la sua vita artistica e di cui ricorre nel 2016 il centenario della nascita.
Un percorso che, attraverso scatti inediti provenienti dall’archivio privato di famiglia, ripercorre alcune delle tappe fondamentali della vita non solo artistica, ma anche privata. A corredo di queste immagini un video grazie al quale lo spettatore, guidato dall’inconfondibile e indimenticabile voce del grande attore, è accompagnato in un viaggio alla scoperta di Dante, di cui Arnoldo Foà è stato uno dei più intensi lettori.
Durante il periodo della mostra, saranno inoltre realizzati una serie di eventi speciali e di incontri che daranno la possibilità al pubblico, compresi i più giovani, di approfondire la conoscenza della figura di questo artista poliedrico.
Ingresso libero
TEATRO DELLA PERGOLA / I corsi del Laboratorio di Costumi e Scene
17 – 21 ottobre / 24 ottobre – 1 novembre 2016, ore 9-14
VESTIRSI DI POTERE: IL GUARDAROBA DI ELISABETTA I D’INGHILTERRA
Docente Dagmar Elizabeth Mecca
Attraverso lo stile personale del suo abbigliamento la Regina Elisabetta I fece di se stessa un’icona. La sua figura ieratica di madre d'Inghilterra fu all’immagine della Vergine Maria e al suo immenso potere. Numerosi furono i ritratti nei quali appariva in maestosi abiti ricchi di simboli che alludevano all’eternità e all’onnipotenza come perle, globi, occhi e serpenti. L’inventario del Royal Wordrobe, la guardaroba regale a Londra, contava alla fine del '500 più di 1300 abiti appartenenti alla sovrana. La regina impose ai suoi cortigiani uno stile rigoroso fatto di forme geometriche pure e di materiali ricchissimi. All’epoca l’abito di un nobiluomo poteva costare quanto la sua dimora a Londra per un anno.
Nel corso si analizzeranno alcuni degli abiti rappresentati nei ritratti. Ricalcando il cartamodello storico si procederà con la realizzazione del costume in tela utilizzando sottostrutture di corsetto e crinoline a tamburo già esistenti. Di seguito si elaboreranno ed applicheranno le guarnizioni secondo lo stile sopra descritto.
Corso pratico: 60 ore
Massimo 8 allievi
Costo: 520€
Prerequisiti di partecipazione: conoscenza basilare di tecniche sartoriali (manuali e a macchina)
A conclusione del corso sarà rilasciato agli iscritti un attestato di partecipazione personalizzato.
Per ricevere l’attestato è necessario raggiungere una frequenza di almeno l’80% delle ore.
I manufatti realizzati contestualmente ai corsi rimarranno di proprietà del teatro come elementi di repertorio e potranno avere un utilizzo finalizzato all’esposizione.
Informazioni
formazione@teatrodellatoscana.it
055 2264354
TEATRO NICCOLINI DI FIRENZE / Gli spettacoli
12 ottobre – 2 novembre 2016 | Teatro Niccolini APERTURA DELLA STAGIONE
(feriale ore 21; sabato ore 19; domenica 16 e 23 ottobre ore 15:45 - domenica 30 ottobre ore 16:45; riposo lunedì 17, 24 e 31 ottobre)
Fondazione Teatro della Toscana
in coproduzione con Teatro Stabile di Genova
Gabriele Lavia
L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA
di Luigi Pirandello
adattamento Gabriele Lavia
con Michele Demaria, Barbara Alesse
scene Alessandro Camera
costumi Elena Bianchini
musiche Giordano Corapi
luci Michelangelo Vitullo
regista assistente Simone Faloppa
regia Gabriele Lavia
L’uomo dal fiore in bocca di Pirandello è la scena maestra dell’incomunicabilità, della solitudine che si aggrappa alla banalità dei particolari più piccoli e insignificanti del quotidiano per cercare di rintracciare una superiorità della vita sulla morte.
Gabriele Lavia, con Michele Demaria e Barbara Alesse, prova a trattenerla un altro po’, prima della fine.
Dopo Sei personaggi in cerca d’autore, passando per Vita di Galileo di Brecht, Lavia torna al drammaturgo agrigentino che più di ogni altro ha segnato la cultura, e di conseguenza il teatro, del nostro tempo. Il denominatore comune è l’uomo, consapevole del proprio genio, ma anche delle proprie paure e del bisogno di esorcizzarle dietro una qualche forma di maschera, imposta dagli altri e infine accettata, per quieto sopravvivere. Tra l’essere e l’apparire.
Una produzione Fondazione Teatro della Toscana e Teatro Stabile di Genova.
“Un uomo… ‘un po’ strano’, un uomo… ‘pacifico’ e una donna come ‘un’ombra che passa in lontananza’ sono i tre protagonisti del capolavoro di Pirandello L’uomo dal fiore in bocca. Nel 1922 Anton Giulio Bragaglia chiese a Pirandello di scrivergli qualcosa per il Teatro Sperimentale degli Indipendenti. Pirandello riprese ‘integralmente’ il testo di una sua novella Caffè Notturno, scritta nel 1918, pubblicata, poi, col titolo La morte addosso nelle Novelle per un anno. Il titolo della novella trasformata in testo per il teatro diventò L’uomo dal fiore in bocca ed è il più breve di tutta l’opera di Pirandello. Forse l’opera più folgorante. Un capolavoro. Continuo il mio studio Pirandelliano di questi ultimi anni (Tutto per bene, La Trappola, Sei personaggi…). Ora L’uomo dal fiore in bocca diventa uno spettacolo vero e proprio. Il breve ‘atto unico’ è stato interpolato con ‘pezzi’ di novelle che affrontano il tema (fatale per Pirandello) del rapporto tormentato tra marito e moglie (‘…si dovrebbe dire La marito e, per conseguenza, Il moglie…’) che viene visto col distacco di un’ironia che rende i personaggi vicinissimi a noi. Così, questa ‘donna che passa da lontano’ e che forse è il simbolo – lei – di quella ‘morte’ che l’uomo si porta appresso ‘come un’ombra’ diviene, in questa ‘drammaturgia’, la protagonista invisibile dei ‘guai’ grandi e piccoli, ma pur sempre ‘inguaribili’, dei due protagonisti. Ma può l’uomo rinunciare alla donna? Il simbolo del sesso femminile come ‘un’albicocca spaccata a metà e spremuta…’ è una delle immagini più sconce ed erotiche del Teatro di tutti i tempi. No. L’uomo non può proprio fare a meno della donna. La sua malattia mortale”.
Gabriele Lavia
Prezzi
Interi
I° Settore € 24
II° Settore € 20
Ridotti (over 60, under 26, soci UniCoop Firenze martedì e mercoledì, abbonati Teatro della Toscana (Pergola/Teatro Era), possessori di PergolaCard)
I° Settore € 21
II° Settore € 18
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale BoxOffice e online.
TEATRO NICCOLINI DI FIRENZE / Alluvione. 50 anni dopo
4 – 5 novembre 2016, ore 21 PRIMA NAZIONALE
Fondazione Teatro della Toscana – Accademia degli Infuocati
SOTTO UNA GRAN PIOVA D’ACQUA…
a cura di Sandro Bennucci, Marcello Mancini e Massimo Sandrelli
con gli attori de La Compagnia delle Seggiole
L’Alluvione nei ricordi di Piero Bargellini (l’allora sindaco di Firenze), Enrico Mattei (direttore de ‘La Nazione’) e attraverso il diario minimo di un sedicenne dell’epoca (Massimo Sandrelli).
Una testimonianza e un monito per i meno giovani e per tutti coloro che non vissero direttamente quei giorni.
Ingresso libero
11 – 13 / 15 – 16 novembre 2016, ore 21 PRIMA NAZIONALE
Fondazione Teatro della Toscana
FINCOSTASSÙ
di Alberto Severi
con Marco Zannoni
scene Emiliano Gisolfi
regia Lorenzo Degl’Innocenti
A 50 anni dal ’66, il giornalista e drammaturgo Alberto Severi riflette sull’alluvione che arrivò Fincostassù, al massimo di 13 metri sul livello stradale di Firenze.
Una sorta di spartito a più voci per attore solo, trascinato a testimoniare le varie fasi della catastrofe, assumendo di volta in volta l’identità di traghettatore beone o di sommesso eroe dell’acquedotto, di acida bottegaia o di cacciatore spaccone, di pittore dongiovanni o di pretino di curia, di rigattiere filosofo o di ciarliera moglie dell’orefice di Ponte Vecchio.
Una produzione Fondazione Teatro della Toscana.
“Fin costassù” è arrivata l’acqua d’Arno nel 1333, nel 1844, nel 1966…
I fiorentini a volte sembrano indicare quasi orgoglio, ai “forestieri”, le lapidi apposte sui muri del centro storico, a segnare il livello raggiunto dalle acque limacciose del fiume in occasione delle alluvioni che hanno devastato Firenze nel corso dei secoli.
L’espressione semi-dialettale diventa qui il titolo, e il pretesto, per una sorta di spartito a più voci per attore solo: dove una sorta di proteiforme personaggio collettivo, trascinato suo malgrado dal bozzetto vernacolare al dramma a fosche tinte, viene chiamato dagli eventi a testimoniare le varie fasi della catastrofe, assumendo di volta in volta l’identità di traghettatore beone o di sommesso eroe dell’acquedotto, di acida bottegaia o di cacciatore spaccone, di pittore dongiovanni o di pretino di curia, di rigattiere filosofo o di ciarliera moglie dell’orefice di Ponte Vecchio. Il vernacolo con i suoi stereotipi, insomma, travolto e tuttavia ancora galleggiante nella Tragedia. Almeno mezzo secolo fa, nel 1966.
Fluisce, si ingorga e tracima, così, a imitazione dell’Arno in piena, una teoria di figure e vicende ora tragiche, ora comiche – e spesso tragicomiche –, per raccontare il diluvio come in diretta, a distanza di mezzo secolo, passandosi il testimone della narrazione-rappresentazione. Fino allo struggente finale affidato al personaggio di Angela, l’angelo del fango, con le sue limpide lacrime riparatrici, e al controcanto ironico di Polvere, il cenciaolo-filosofo che di Firenze rappresentava, già a metà del ventesimo secolo, l’estrema, dimessa incarnazione.
“Prima di comprendere il significato, se ne percepisce il suono. Fincostassù quindi suona, anzi, è suonato da una piccola e disperata orchestrina che affannosamente cerca di non essere sovrastata dal fragore della catastrofe. Ogni personaggio è uno strumento che interpreta il proprio sgomento davanti al fiume di fango che, a qualcuno divora tutto, ricordi, certezze, ricchezza e ad altri regala illusioni, speranze e umanità.
Il testo di Severi racconta l’alluvione prima, durante e dopo, con le domande che restano sospese come i segni sui muri delle case, con i forse, i se, con le ipotesi, i dubbi e soprattutto con quel reagire tipico della nostra gente, carico di ironia feroce, che fa dei fiorentini un popolo a sé.
In una lotta/danza con il suono, la luce e la materia che incombono, Marco Zannoni, attore dai mille registri, che riesce a coniugare la forza del dialetto con il più raffinato surrealismo, è l’interprete ideale di questa tragicomica suite teatrale.”
Lorenzo Degl’Innocenti
Prezzi
Intero
Platea / Palco I° ordine 15€
Palco II° e III° ordine 12€
Ridotti
Platea / Palco I° ordine 13€
Palco II° e III° ordine 10€
Riduzioni
Over 60, Under 26, soci UniCoop Firenze, abbonati Teatro della Toscana, possessori di Teatro della ToscanaCard
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale BoxOffice e online.
17 novembre 2016, ore 21 PRIMA NAZIONALE
C.A.M.A.
OLTRE GLI ARGINI
di Paola Presciuttini
con Gionni Voltan
regia Mario Mattia Giorgetti
Da quando il mondo è mondo l’alluvione, o diluvio che dir si voglia, è simbolo della fine e dell’inizio della vita. Le alluvioni ci sono sempre state e purtroppo ci saranno sempre. Anche l’Arno tracima i suoi argini una volta ogni cento anni dalla notte dei tempi, il fiume è la base della cultura e della storia della città, l’ha aiutata a crescere, l’ha invasa e distrutta, passa silenzioso sotto le gambe larghe dei ponti come un testimone discreto.
Il sarcasmo fiorentino, di cui l’autrice, Paola Presciuttini, e l’interprete, Gionni Voltan, sono rappresentanti per ragioni di ‘nascita, di cultura e di scelta’, quello stesso spirito che ha permesso alla città di non soccombere al disastro, è l’imbarcazione con la quale Oltre gli argini, regia di Mario Mattia Giorgetti, naviga sulle onde limacciose di una storia che non verrà mai raccontata abbastanza.
Una produzione C.A.M.A.
Provare a raccontare l’alluvione di Firenze del 1966 è un modo per coltivare la memoria collettiva, tessuto e trama di ogni convivenza civile. Un modo per sensibilizzare le autorità, e soprattutto i cittadini, a un tema tanto importante qual è quello del rapporto con il nostro ambiente e renderci consapevoli della nostra interdipendenza con gli elementi della natura, attraverso il ricordo di un evento che ha visto una città, una nazione e il mondo intero uniti con l’obiettivo comune di salvare un luogo che è patrimonio di tutta l’umanità.
Firenze, nonostante la catastrofe, si può dire sia stata fortunata, le vittime sono state relativamente poche, ma altrove? Altrove, nelle centinaia di alluvioni che ancora oggi devastano il mondo in ogni angolo, le cose vanno diversamente. Perché, dopo millenni di convivenza con i fiumi, non abbiamo imparato il rispetto per la loro potenza e per il loro carattere.
Il sarcasmo fiorentino, di cui l’autrice e l’interprete sono rappresentanti per ragioni di “nascita, di cultura e di scelta”, quello stesso spirito che ha permesso alla città di non soccombere al disastro, sarà l’imbarcazione con la quale navigare sulle onde limacciose di questa storia che non verrà mai raccontata abbastanza.
Gionni Voltan, diretto da Mario Mattia Giorgetti, narra ciò che la storia ha conservato di quella pagina catastrofica che è stata l’alluvione di Firenze. Per evitare di commemorare un triste fatto di cronaca, la storia viene rivissuta attraverso una serie di personaggi, immaginari, ma possibili e … potenza della narrazione, dall’Arno stesso, il fiume un po’ bizzarro, un po’ invadente, come lo sono tutti i fiorentini.
Durante lo spettacolo vengono proiettate immagini di quei fatti, immagini catastrofiche, talvolta anche singolari, impreviste, sempre “autenticamente” fiorentine, che furono registrate in quel Novembre del ‘66. Come il beffardo cartello di una trattoria del centro, affisso all’indomani dell’alluvione: “Stasera Umido!”
Il testo di Paola Presciuttini vuole raccontare una storia del passato ben conosciuta nel mondo, ma anche essere un monito per il futuro, considerate le catastrofi ambientali che si sono susseguite nel tempo e che continuano ancora oggi. Il testo proverà anche a raccontare la reazione un po’ scanzonata, ma naturale e spontaneamente ‘civile’ di un popolo, quello di Firenze, che reagì con forza, dignità e … ironia.
Prezzi
Intero
Platea / Palco I° ordine 15€
Palco II° e III° ordine 12€
Ridotti
Platea / Palco I° ordine 13€
Palco II° e III° ordine 10€
Riduzioni
Over 60, Under 26, soci UniCoop Firenze, abbonati Teatro della Toscana, possessori di Teatro della ToscanaCard
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30
Circuito regionale BoxOffice e online.
TEATRO STUDIO ‘MILA PIERALLI’ DI SCANDICCI / Gli spettacoli
7 – 8 ottobre 2016, ore 21 PRIMA NAZIONALE
Archivio Zeta e Elsinor
MACBETH
essere (e) tempo
di William Shakespeare
drammaturgia e regia Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni
con Stefano Braschi, Francesco Fedele, Carolina Giudice, Antonia Guidotti, Elio Guidotti, Gianluca Guidotti, Ciro Masella, Giuditta Mingucci, Alfredo Puccetti, Enrica Sangiovanni
e con la partecipazione straordinaria di Oscar
partitura sonora Patrizio Barontini
Luca Ciriegi, percussioni
Gianluca Fortini, fiati
scenografie e costumi Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni
luci Antonio Rinaldi
L’esserci, (l’essere umano) compreso nella sua estrema possibilità d’essere, è il tempo stesso.
Martin Heidegger, Il concetto di tempo
Dopo una lunga permanenza nella classicità e un anno pasoliniano, la compagnia Archivio Zeta si misura con il suo primo Shakespeare, grazie alla sinergia creata dalla co-produzione con Elsinor Centro di Produzione Teatrale, che nel suo percorso ha più volte incontrato le opere del Bardo.
Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni hanno deciso di lavorare sull’impronunciabile dramma scozzese perché, oltre a essere azione tragica e criminale che ha legami profondi con le vicende di Oreste ed Edipo, questo copione è fonte inesauribile di riflessioni filosofiche e politiche.
In questo lavoro Macbeth è un uomo nuovo, un antieroe, portatore del giusto e dell’ingiusto, un Copernico, che sulla soglia tra Cinquecento e Seicento mette in discussione lo stato delle cose, si muove tra il retaggio simbolico ancora precario nella concezione del mondo e il nuovo relativismo che porta già verso la modernità.
In questo dramma dal ritmo serrato emergono con furore due movimenti: il tema del tempo e quello della paura. Un tempo che fa paura. La paura di Macbeth è quindi quella che diventa (s)oggetto della mente, paura delle azioni, di ciò che potrà compiere ponendosi fuori dall’ordine delle cose, scardinando l’assetto del Cosmo Simbolico di cui il re (pianeta terra, occhio centrale) è sacro garante.
Alla base della riflessione proposta da Archivio Zeta c’è la ricerca dell’origine del male che muove le azioni.
Prezzi
Interi
14€
Ridotto (Over 60, Under 26, Soci UniCoop Firenze, Abbonati Teatro della Toscana, PergolaCard)
12€
Ridotto Residenti Scandicci + possessori Icard e eduCard
10€
Biglietteria
Teatro Studio ‘Mila Pieralli’
Via Gaetano Donizetti 58, Scandicci
teatrostudio@teatrodellatoscana.it
Dal martedì al venerdì: 15 / 18
Circuito regionale BoxOffice e online.
TEATRO STUDIO ‘MILA PIERALLI’ DI SCANDICCI / I progetti speciali
26 ottobre – 3 novembre 2016, ore 21-8
Fondazione Teatro della Toscana
IL SOGNO DI ALICE
Uno spettacolo con sonno e risveglio per 18 bambini dai 6 ai 10 anni
liberamente tratto da Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carrol
con Giacomo Bogani, Alice Casarosa, Consuelo Ghiretti, Alice Maestroni, Alessio Martinoli Ponzoni, Silvia Tufano
musiche originali Giacomo Bogani, Alice Casarosa, Irene Rametta
scene Marco Buldrassi, Emidio Bosco
regia Sara Morena Zanella
Il sogno di Alice è uno spettacolo con sonno e risveglio, ideato per 18 bambini dai 6 ai 10 anni. Il progetto, liberamente tratto da Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carrol, è nato dal desiderio di vivere un’esperienza in teatro che potesse modificare, arricchire e stravolgere l’abituale rapporto tra spettatore e spettacolo.
Una produzione Fondazione Teatro della Toscana.
Il sogno di Alice è allestito in ogni dettaglio come uno spazio di condivisione, esperienza e vicinanza, l’aspetto spettacolare ha una funzione marginale rispetto alla ricerca di creare un luogo accogliente e adatto per trascorrere la notte. Tutti gli spazi del teatro vengono coinvolti e riadattati alla dimensione del sogno: attraverso semplici elementi si creano labirinti, stanze, corridoi, passaggi segreti, mondi sospesi tra realtà e onirico dove è possibile incontrare diversi personaggi e paesaggi sonori. Come la protagonista del romanzo di Lewis Carrol, i bambini vengono accompagnati ad attraversare questi differenti paesaggi, sia interiori che esteriori, a incontrare le diverse situazioni, a risolvere indovinelli, ad accettare momenti surreali, a saltare, ballare, ridere, a volte anche piangere; ad affrontare la paura e insieme risolverla e trasformarla in una opportunità di crescita e cambiamento. Ogni luogo e situazione prevede la partecipazione attiva dei bambini: a loro viene chiesto di abbandonarsi al gioco, all’immaginazione, alla notte, al sogno, alla condivisione e all’autonomia.
I bambini devono arrivare in teatro accompagnati dai genitori alle ore 21, ognuno deve avere con sé il pigiama, un peluche o un altro oggetto caro per addormentarsi e il cuscino; i genitori devono lasciare un recapito telefonico reperibile per tutta la notte e salutare i bambini, i quali vanno accompagnati in uno spazio organizzato per poter sistemare i propri oggetti personali e indossare il pigiama. Appena sono pronti una musica li accompagna nella stanza dei sogni, dove una figura dolce e protettiva li fa accomodare nei letti. Attraverso un piccolo rituale e alcuni riferimenti al mondo dei sogni si cerca di risvegliare la mente creativa e creare le condizioni migliori per attraversare insieme la notte. Con gli occhi chiusi, sotto le coperte, si ascolta la storia di Alice. Le sue parole si fanno sempre più presenti e lentamente diventano realtà. Come accade ad Alice nel paese delle meraviglie anche i bambini vengono rapiti dal Bianconiglio, e con la stessa vitale curiosità lo inseguono nel suo mondo. Questo viaggio dura circa 2 ore, dopodiché si ritorna nel proprio letto e mentre la storia prosegue, questa volta nella direzione del sonno, si scivola fino al cuore nella notte. Cullati dalle parole e dalle note di una ninnananna si abbandonano al sonno e ad altri nuovi possibili sogni.
Alle 7 del mattino una musica lascia filtrare la luce del sole sotto le palpebre e una colazione è servita mentre i ricordi si intrecceranno alla realtà e i sogni restano sospesi tra il sonno e la veglia in un tempo indefinito, dove vicino a un albero insieme alla colazione si può condividere lo stupore e l’incanto di chi, forse, per una notte, ha vissuto in un sogno. Se uno sogna da solo è soltanto un sogno, ma se molti sognano insieme è l’inizio di una nuova realtà?
Prezzi
Posto unico 18€
Prenotazione obbligatoria inviando una email a teatrostudio@teatrodellatoscana.it
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