Questa è una storia davvero assurda, probabilmente, malaugaratamente, anche con un finale molto frequente.
Giulio, ha 51 anni, è un fiorentino che ha prestato alcuni servizi per la pubblica amministrazione, tra il 2004 ed il 2007, e per questo suo impegno ha ricevuto alcuni compensi.
A distanza di anni, otto per l'esattezza, la pubblica amministrazione gli chiede conto di una parte di quei soldi, a lui versati ma che non gli spettavano. Circa 500 euro.
Tutto nasce da una interpretazione errata di una legge da parte della pubblica amministrazione, alla quale poi è stato chiesto il conto. Che ovviamente l'apparato pubblico ha richiesto, a ruota, al povero Giulio che aveva solo la 'colpa' di aver svolto la sua mansione ed essere stato pagato per quello.
Giulio non ha restituito quei soldi, credendo di averne diritto. Una sentenza del giudice di pace, però, lo condanna alla restituzione del dovuto e al pagamento delle spese processuali.
Inizia un iter che porterà la pubblica amministrazione a richiedere il pignoramento della cifra versata quasi un decennio prima, che nel frattempo è raddoppiata superando, addirittura, i 1000 euro. Così Giulio si vede bloccati tutti i conti correnti, compresa la poste pay, intestata a lui, e in uso al figlio adolescente, con 50 euro sopra.
Gli bloccano cifre pari al debito da pagare. Ma non arrivano a coprirlo, perchè Giulio sui conti correnti ha poco più di 800 euro e non arriva a quelli che servono. Gli viene fissata un'udienza in tribunale per quel debito e lui si rivolge all'avvocato per cercare una soluzione.
Così il legale della pubblica amministrazione gli fornisce un iban su cui versare la cifra del debito, in fase di pignoramento sui conti correnti.
Giulio paga 1000 e rotti euro alla pubblica ammistrazione. E pensa che la storia sia finita. L'udienza in tribunale non è neanche iscritta a ruolo.
Ma oggi a distanza di quindici giorni dal pagamento, Giulio ha ancora i conti correnti bloccati e se versa dieci euro la banca li somma a quella accumulati per il debito, già estinto.
Perchè Giulio se ha pagato, anche tutte le more previste della legge, ha ancora il conto bloccato? Dalla banca non possono fare niente e dalla pubblica amministrazione, ineffabile, arriva la risposta che non dipende da loro. Un cittadino sbaglia, e poi paga.
Dovrebbe bastare, invece deve sopportare anche l'indolenza di un apparato pubblico, pronto a punirti e mai ad aiutarti.
Perchè così si incattiviscono anche gli ultimi.
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