Amore: [a-mó-re] 1 Sentimento di vivo affetto verso una persona; 2. Sentimento di affetto intenso basato sull'attrazione sessuale e sul desiderio di unione affettiva, verso una persona; 3. Aspirazione a un ideale etico, sociale, politico e simbolico; 4. Vivo desiderio, brama; 5. Persona o cosa amata; 6. Biologico - Atteggiamento istintivo degli animali che li conduce periodicamente all'accoppiamento ai fini della riproduzione; 7. Religioso - Slancio verso Dio; 8. Mitologico - Amore, Cupido, dio dell'amore
Odio: [ò-dio] 1. Intenso, profondo sentimento di avversione verso qualcuno o qualcosa; 2. Avversione, antipatia, ripugnanza; 3. estens. Oggetto dell'odio: avevo due anni ... e già un odio per la minestra (Palazzeschi)
Amore e odio nelle nostri menti sono due concetti contrapposti, nemici tra loro. Parole che usiamo ogni giorno e di cui, però, non sappiamo spesso neanche capirne il significato più concreto. Seppur sempre, inevitabilmente, astratto.
L’amore è personale, intimo, effimero talvolta, ma è un sentimento a cui l’essere umano si apre inconsapevolmente. Lo fa per natura.
L’amore però è anche un concetto egoistico. Pensiamo ai nostri rapporti personali. Se amo una donna o un uomo, vorrei che lei o lui amasse soltanto me, perché l’idea di amore corrisponde a noi stessi e alle nostre aspettative. Al contrario dell’odio che può essere un sentimento collettivo.
Questo è il pericolo che viviamo in questo Ferragosto caldo e di crisi. L’odio collettivo. Verso qualcuno o qualcosa.
D’altronde basta prendere in mano il proprio cellulare per rendersene conto. Se sei finito a leggere questo articolo, è perché anche tu fai un uso dei social e di internet, e non farai fatica a renderti conto da solo che è un periodo in cui odiamo e basta. Perchè io amo una persona, mia madre, mio padre, ‘amo’ un sapore piuttosto che una squadra, amo ciò che è mio, ma perché odio?
Capisco bene quel sentimento umano di rabbia e vendetta, che ti assale quando sei vittima di qualcosa che ti segna la vita, ma all’odio che vedo, ascolto e leggo oggi, non so dare risposta. Mi rendo conto che, di questi tempi, odiamo qualcuno perché ci dicono di odiarlo. E l’odio, nella storia, è servito più ai totalitarismi e ai fanatici che alle democrazie.
Disprezziamo quegli altri senza sapere perché, e su questo si costruiscono partiti, consensi, giornali, programmi tv, pubblicità. Questo è il periodo in cui odiamo tutte quelle persone che sono su una barca ferma in mare, perché qualcuno ci dice che sono cattivi. E noi diciamo “sì, è vero sono cattivi”, ma la verità è che non li conosciamo e non sappiamo neanche chi sono. Magari sono uguali a noi, chissà..
Oggi non sappiamo più distinguere cosa si può fare e cosa non si può fare. Non ci rendiamo conto della cattiveria sociale che ci devasta. Usiamo le tastiere come se fossero mine antiuomo e perdiamo le giornate a condividere post o commentare articoli, non per affermare la nostra idea ma per screditare quella degli altri.
Tocchiamo il livello più infimo in cui le persone rivendicano la democrazia su Facebook, solo perché gli hanno bloccato l’account dopo che hanno insultato “negri” e “zingari”. E' il tempo in cui ripetiamo le parole che sentiamo, e non ci facciamo neanche paura quando ci ascoltiamo o ci leggiamo.
Oggi abbiamo perso il pudore di vergognarci. Allora iniziamo da qui, ripartiamo dalla vergogna che proviamo quando ci guardiamo tra noi. Almeno per capire cosa rischia di diventare una società che odia.
Buon ferragosto a tutti. Anche a chi continuerà ad odiare senza pensare.
Matteo Calì
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