"Emerge, purtroppo, dall'insieme dell'inchiesta il desolante spaccato, in certi ambiti, di una 'koinè' universitaria dominata da metodi di cooptazione di carattere spartitorio, basati su reciproci favori anche di carattere corruttivo oltre che sui rapporti di potere e persino di 'vassallaggio'". Con queste parole il tribunale del riesame si è pronunciato nell'ordinanza di ieri sull'inchiesta per corruzione della procura di Firenze sui concorsi truccati per la docenza di diritto tributario.
Il collegio del riesame, presieduto da Livio Genovese, ha confermato le interdizioni decise dal gip per una trentina di tributaristi, e abbassato a 6 mesi la misura interdittiva per Francesco Tundo, Eugenio Della Valle, Loris Tosi, Giuseppe Marino, Thomas Tassani, Giangiacomo D'Angelo e Marco Greggi
Il riesame scrive che "tutti i ricorrenti si sono pienamente inseriti" nella koinè, accettandone le ''regole'' e condividendone fattivamente la ''logica''. Ciò implica la accertata disponibilità dei medesimi a pratiche illegali cosa che è indice di pericolo di recidivanza che deve essere cautelato".
Il collegio del riesame, presieduto da Livio Genovese, ha confermato le interdizioni decise dal gip per una trentina di tributaristi, e abbassato a 6 mesi la misura interdittiva per altri cioè Francesco Tundo, Eugenio Della Valle, Loris Tosi, Giuseppe Marino, Thomas Tassani, Giangiacomo D'Angelo e Marco Greggi.
Il riesame ha deciso su un ricorso del pm Paolo Barlucchi, che aveva impugnato l'ordinanza del gip rispetto alle posizioni di numerosi indagati.
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