La vicenda del cantiere di via Gioberti, subappaltato ad un'azienda dei parenti del boss mafioso Onofrio Buzzetta, è diventata un caso e, nonostante le rassicurazioni da Palazzo Vecchio sulla regolarità dell’azienda, restano, per chi scrive, alcuni dubbi che non hanno trovato risposta.
Nella serata di ieri, dopo la richiesta d chiarimenti da parte del consigliere comunale di Fratelli d’Italia Francesco Torselli, il comune di Firenze ha diffuso una nota in cui spiegava che "i controlli previsti per legge ed effettuati sulla ditta aggiudicataria dei lavori hanno avuto esito positivo”, che l’azienda “F.lli Buzzetta SNC d Pietro Buzzetta e c.”è risultata idonea ai controlli “antimafia” in quanto iscritta alla White List della Banca dati nazionale antimafia”. Inoltre che “l'impresa in questione è una società di persone, a cui la persona del menzionato Onofrio Buzzetta non partecipa in alcun ruolo e forma”.
Che Onofrio Buzzetta non comparisse nella società che lavora a Firenze, era una notizia conosciuta. Infatti, l’impresa, come spiega un operaio della ditta sul cantiere di via Gioberti, nel video che abbiamo pubblicato lunedì, è proprio dei cugini del boss.
Sono i parenti di Onofrio Buzzetta quindi a lavorarci.
E certamente non si possono dare ai figli le colpe dei padri, o dei cugini in questo caso. Ci mancherebbe. Ma dobbiamo rilevare alcuni aspetti di questa vicenda che lasciano pensare.
In primo luogo, Onofrio Buzzetta, secondo gli investigatori siciliani, è un imprenditore edile che nelle sue aziende riversava capitali di natura illecita. Lo era almeno, fino alla condanna a 12 anni e 4 mesi dello scorso aprile, per tentato omicidio ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Su questa circostanza va inoltre rilevato come il certificato della White list della Banca dati nazionale antimafia sia del 2017.
Onofrio era il titolare della Bocesm, un’impresa d materiali edili attiva fino al 2010, con sede in via Valle di Taio 40 a Monreale. Proprio allo stesso indirizzo della società dei fratelli Buzzetta (Pietro, Alessandro ed Emanuele) che oggi lavora in via Gioberti. E l’indirizzo delle due sedi è proprio quello dove nel marzo 2016 si sono presentati i carabinieri ad arrestare Onofrio Buzzetta nella maxi inchiesta sui clan di Villagrazia-Santa Maria di Gesù, e quella di San Giuseppe Jato.
La Bocesm non è più nelle mani dirette di Onofrio, perché nel 2011 la cede alla Track Mo.Ter che ha sempre sede in via Valle d Taio 40 a Monreale, e le quote passano a Giovanna Pannizzo che ne detiene la maggioranza, dividendo una piccola quota però con Teresa Buzzetta, che era la procuratrice speciale della Bocesm di Onofrio.
Ma c’è di più, perché spulciando le carte in nostro possesso, l’impero edile dei Buzzetta si muove tutto all’indirizzo in cui Onofrio è stato arrestato e dove ha portato avanti per 17 anni la sua attività edile. Infatti in via Valle di Taio 40 a Monreale, hanno sede anche la F.lli Buzzetta srl, società d lavori edili, intestata sempre a Pietro, Alessandro ed Emanuele, con la partecipazione anche di una quarta socia, Domenica Costa.
Allo stesso indirizzo ha sede anche la Rescavator, altra società di un Buzzetta, in questo caso Salvatore, che si occupa d preparazione d cantieri edili.
Sempre in via Valle di Taio, al numero 40, c’era anche la sede della Buzzetta Pietro, ditta individuale, che si occupava di lavori edili e stradali, che è stata aperta e chiusa nei primi sei mesi del lontano 2007.
Tra queste aziende, la Bocesm, proprio di Onofrio Buzzetta, la Track Mo.Ter, che ha rilevato la Bocesm, e la Rescavator, intestata ad un altro Buzzetta, hanno effettuato lavori per i comuni di Palermo e Monreale, anche con affidamenti diretti.
“Siamo ben felici che da Palazzo Vecchio ci informino che, in 24 ore, hanno effettuato tutte le verifiche richieste e che garantiscano per le ditte che stanno lavorando in via Gioberti" spiega il capogruppo di FdI, Francesco Torselli.
Ma, anche secondo il consigliere "nonostante queste rassicurazioni, restano due dubbi irrisolti". "Perché Onofrio Buzzetta è stato arrestato all’indirizzo della ditta che sta lavorando in via Gioberti?" domanda Torselli che a Palazzo Vecchio chiede anche "che fine abbia fatto la norma, che fino a poco tempo fa l’amministrazione comunale inseriva nei bandi di gara, per favorire le imprese del territorio?”
Inoltre, da ieri, giorno dopo la pubblicazione del nostro servizio, il caso ha voluto, che i lavori in via Gioberti siano rallentati, quasi fino a fermarsi.
Per cui, anche oggi la domanda resta sempre la stessa. Perché i parenti di un boss mafioso lavorano in un cantiere del Comune di Firenze?
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