Massimo Manetti, dottore tributarista e titolare dello Studio Manetti Consulting, nonché nostro collaboratore per la rubrica L'Esperto Risponde, ha risposto alle nostre domande, sulla situazione economica italiana dopo l'uscita (forse) dall'emergenza coronavirus.
Dottore, molte aziende sono in crisi dopo la fase di lockdown e le difficoltà a ripartire. Perché il Governo non interviene sulle imposte per le aziende?
Facciamo subito una premessa, il pagamento delle tasse è un dovere, una responsabilità di ogni cittadino, e l’evasione delle tasse è un reato. Infatti la legge condanna chiunque e con qualsiasi mezzo non paga le tasse - o le paga in maniera inferiore al dovuto - arrecando un danno al Fisco, vi è da dire che condanna anche coloro che non pagano le tasse, non perché non vogliono, ma bensì non possono, differenza fine ma sostanziale.
Ecco appunto, è il caso di molte aziende..
L’evasione fiscale, in altre parole, racchiude tutti gli atteggiamenti che violano gli obblighi di natura tributaria nei confronti dell’Erario. Bisogna però fare alcune precisazioni: se gli importi non pagati sono minimi e la condotta dell’evasore non è grave, non ci sono conseguenze penali ma soltanto sanzioni amministrative di carattere economico. Per questa ragione, la legge stabilisce precisamente le soglie di evasione che fanno scattare il reato e che possono causare anche la condanna in carcere.
Oltretutto, mi permetta di rilevare che la pressione fiscale è a livelli record in Italia. Secondo i dati contenuti nelle ultime “Revenue Statistics” dell'Osce, in Italia abbiamo raggiunto la percentuale ‘monstre’ del 42,1%, ecco per avere un punto di riferimento e creare un raffronto, gli Stati Uniti, grazie alla ‘cura Trump, vantano una percentuale del 24,3% e l’Irlanda addirittura del 22,3%.
Massimo Manetti
Ecco ma per esempio, intervenire su quelle tasse considerate un po' inutili si potrebbe, no?
Si potrebbe. Pensi che in molte città in Italia si paga ancora la tassa sui gradini. E' doveroso dire che sono tutte derivazioni del tributo che si paga per la concessione del suolo pubblico, intanto proseguiremo a retribuire le tasse sulle bandiere, sui tubi, sui funghi, sulla pesca, sulla voce, sulla memoria, sui morti, sui debiti e pure le tasse sulle tasse. Non avendo più vittime da colpire, il sistema fiscale italiano alla fine non è rimasto che punire sé stesso. L’Italia è forse l’unico paese del mondo, infatti, dove si pagano le tasse sulle tasse. Succedeva con la tassa sui rifiuti, alla quale si applicava pure l’Iva, e succede ancora con la benzina e il gasolio, dove si paga l’Iva anche sulla componente rappresentata dalle accise (che sono altre tasse). Ricordiamoci che sulla benzina si pagano ancora le accise introdotte nel 1936 per la guerra di Etiopia, finita circa 90 anni .
Praticamente diventa difficile anche ricordarsi di tutte queste scadenze..
Queste serve anche per comprendere il grosso lavoro che devono fare gli studi professionali per assistere i propri clienti nella normale gestione contabile. Anche se lo sforzo fiscale delle imprese è un qualcosa di profondamente ingiusto. Pensi che rispetto all’ammontare complessivo medio versato dai cittadini dell’Unione Europea. Si tratta di un differenziale che «pesa» quasi 2 punti di Pil. In termini pro capite, invece, abbiamo corrisposto al fisco 552 euro in più rispetto alla media dei cittadini europei. A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia che ha comparato la pressione fiscale dei 28 Paesi dell’UE e, successivamente, ha calcolato il gap esistente tra l’Italia e ciascun Paese appartenente all’Unione. Il concetto è che in Italia ci sono davvero troppe tasse, e talvolta inique.
Tipo? Ce ne elenchi qualcuna..
Non scherzi, che non finiamo più..
No, no, non scherzo, dica pure..
Le faccio l'elenco.
Poi ci sono altre tasse e imposte che gravano non esclusivamente, ma principalmente, sulle imprese
Finite?
Bella domanda..
Ma che succede se aziende o persone non pagano?
Ci sono varie situazioni, tutte diverse da loro. L'evasione fiscale diventa penale con soglie che cambiano a seconda del tipo di tassa e di illecito.
Con le modifiche apportate al DLgs 74/2000 apportate dal dlgs 28 del 2015, è stato introdotto il reato di omessa presentazione della dichiarazione del sostituto d’imposta che comporta la reclusione da un 1,6 a 4 anni. Il reato scatta se l’ammontare delle ritenute non versate risulta superiore a 50.000 euro. Per occultamento e sottrazione di scritture contabili le pene sono state inasprite da un 1 a 6 anni di reclusione dai precedenti 6 mesi a 5 anni. Non si considera invece omessa la dichiarazione presentata entro novanta giorni dalla scadenza del termine.
In caso di dichiarazione fraudolenta, ovvero di falsificazione delle dichiarazioni dei redditi o IVA inserendo elementi passivi fittizi, come false fatture, o alterando le scritture contabili, per i soggetti obbligati, il reato sussiste se l’imposta evasa è superiore a 30mila euro con riferimento a ciascuna delle singole imposte, invece dei precedenti 77.468,53 euro e i redditi non dichiarati superano il 5% del totale o comunque 1,5 milioni di euro (prima era 1 milione). In questi casi è prevista la reclusione da 1 anno e 6 mesi a 6 anni.
L’articolo 4 del DLgs 74/2000 disciplina il delitto di dichiarazione infedele, senza un impianto fraudolento, ma comunque consapevole e volontario. Le modifiche introdotte dalla Riforma Fiscale ne hanno elevato le soglie di punibilità. In particolare i 50mila euro di imposta evasa sono elevati a 150mila euro, mentre il valore assoluto di imponibile evaso passa da 2 a 3 milioni. Sono esclusi dalla rilevanza penale i costi indeducibili, se reali, e gli errori su inerenza e competenza. Non danno luogo a fatti punibili le valutazioni che differiscono in misura inferiore al 10% da quelle corrette.
Per l’omesso versamento delle ritenute, la soglia di 50mila euro è estesa a 150mila euro. Per il mancato versamento IVA, invece, la soglia penale passa da 50mila a 250mila euro, anche se recentemente la Corte di Cassazione ha chiarito che non è punibile per evasione IVA l’imprenditore se supera solo del 4% (pari a 10 mila euro) la soglia di non punibilità penale di 250 mila euro per via della la particolare tenuità del fatto (sentenza n. 1290/2019). In base al d.lgs. n. 8/2016, in vigore dal 6 febbraio 2016, il reato di omesso versamento dei contributi previdenziali è stato depenalizzato per i versamenti di importo inferiore a euro 10.000 annui
Nessuna variazione di pena in caso di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti atte a consentire a terzi l’evasione delle imposte sui redditi e dell’IVA. La reclusione prevista va da 1 anni e 6 mesi a 6 anni per chiunque.
È prevista la reclusione da 1,6 a 6 anni per chi occulta o distrugge le scritture contabili o i documenti per cui è obbligatoria la conservazione al fine di evadere o consentire l’evasione a terzi delle imposte sui redditi e dell’IVA
In caso di compensazione di crediti non spettanti è prevista la reclusione dai 6 mesi ai 2 anni; per la compensazione di crediti inesistenti la reclusione va dai 18 mesi ai 6 anni. Confisca beni Nel caso di condanna o patteggiamento per delitto tributario è ordinata la confisca dei beni che ne costituiscono il profitto o il prezzo ad eccezione che questi appartengono a persona estranea al reato. Qualora il sequestro non sia possibile si procederà a confiscare beni nella disponibilità del soggetto che ha commesso l’illecito per un valore corrispondente a tale prezzo o profitto. La confisca non verrà applicata per la parte che il contribuente si impegna a versare all’Erario.
Ecco e invece quando si evita il penale?
L’articolo 13 bis del Codice Civile stabilisce l’obbligo per il giudice di archiviare il procedimento penale e non applicare la pena per il colpevole se il fatto commesso dal reo è tenue, ovvero quando subentra la non punibilità per particolare tenuità del fatto. La sospensione condizionale della pena non può mai essere applicata invece se l’imposta evasa supera il 30% del volume d’affari e, in generale, i 3 milioni di euro.
Un bel caos insomma?
Beh direi che non c'è male.. Il consiglio che mi sento di dare a chi è in difficoltà con il pagamento delle tasse, è quello di rivolgersi fin da subito ad un professionista. Abbiamo strumenti che possono salvare le aziende e dobbiamo in ogni modo provarci.
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