Niccolò Patriarchi potrebbe aver ucciso il figlio in preda ad uno scatto d'ira, un raptus, connesso a una patologia psichiatrica, di cui soffrirebbe. Il 34enne arrestato a Sant'Agata di Scarperia ha colpito con alcune coltellate il proprio figlio di 1 anno in un litigio con la convivente, madre del piccolo.
E’ questa una prima ipotesi investigativa che i carabinieri stanno seguendo per determinare il contesto in cui è maturato il delitto e individuarne le cause. Secondo gli accertamenti Patriarchi risulta seguito dal Centro di salute mentale della Asl. Nel febbraio scorso era stato ricoverato in ospedale a Borgo San Lorenzo alcuni giorni per sottoporsi ad alcune cure.
Intanto l’uomo “è in stato di choc e non ricorda nulla”, come riferisce l’avvocato Caterina Manni che difende l’uomo e che stamani lo ha incontrato nel carcere di Sollicciano.
"Sono andata stamani in carcere a parlarci - ha riferito all’Ansa l’avvocato Manni -, mi ha solo detto che lui aveva lavorato tutta la giornata, poi quando ha terminato era rientrato a casa tranquillo e si aspettava una serata calma. Poi, sull'accaduto non si ricorda più nulla: credo che in questo momento non sia in grado di ricostruire niente o di dare una spiegazione, è in stato di confusione".
Patriarchi è detenuto in isolamento e la sua cella, dove è solo, viene vigilata a vista dagli agenti di polizia penitenziaria, per scongiurare episodi di autolesionismo. Intanto è stata fissata per lunedì 17 settembre, alle 10.30, l'udienza di convalida dell'arresto davanti al gip Angela Fantechi.
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