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Grandi opere

Inso e Sof, Grassi (FRS): "Preoccupazione per le famiglie che rischiano di perdere il lavoro"

"Impensabile che ditte qualificate e con all'attivo commesse importanti siano in crisi per colpa della società controllante"
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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

"Assistiamo alla crisi delle società Inso e Sof, che sul nostro territorio contano centinaia di lavoratrici e lavoratori, che rischiano di perdere il proprio posto non perché siano società senza lavoro o che siano fuori mercato per colpa della mancanza di innovazione tecnologica, ma soltanto perché la società controllante Condotte, collegata al tema dell'Alta Velocità e ad altre grandi opere, è in crisi economico finanziaria. Esprimiamo la nostra solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori, alle loro famiglie che certo sono preoccupate per il loro futuro". Così il capogruppo di Firenze riparte a sinistra Tommaso Grassi insieme alla consigliera Donella Verdi.

"Non abbiamo mai sostenuto - proseguono - che pur di creare lavoro fosse utile accettare le grandi opere, quando queste sono inutili, creano problemi all'ambiente e al territorio, i cui appalti non appaiono trasparenti e sui quali ogni volta interviene la Magistratura, e nel lungo periodo non garantiscono stabilità occupazionale, quando si bloccano per anni, o decenni. Ancor di più in un Paese dove le piccole opere, le manutenzioni a ciò che esiste già e per la realizzazione di opere strategiche di messa in sicurezza, non mancano. E' indispensabile ripensare al modello delle grandi aziende che detengono grandi lotti di lavoro e che rischiano, nel momento della crisi, di avviare un effetto domino sulle altre società collegate, come appunto in questo caso. Si pensi per esempio quanti interventi si sarebbero potuti realizzare con i milioni di euro di denaro pubblico sprecato nelle opere come il nodo fiorentino dell'Alta Velocità, e ai costi sostenuti per mantenere cantieri deserti vuoti."

"Auspichiamo - concludono - una risoluzione entro breve termine per le due aziende con sede a Firenze, a causa della situazione di Condotte, perché se dalle aziende stesse o dal tavolo con i sindacati al Ministero dello Sviluppo Economico non dovessero arrivare presto sviluppi, il rischio è quello di far entrare irrimediabilmente le due aziende del territorio nel vortice della crisi aziendale della controllante. Ma la politica pensi, fin da subito, anche a come evitare che queste situazioni possano riproporsi in futuro: investa, dagli enti locali al governo centrale, sulla manutenzione e messa in sicurezza del territorio del nostro paese, nel recupero ed efficientamento energetico del patrimonio edilizio esistente soprattutto per fini sociali, nella conservazione e tutela del nostro patrimonio artistico e architettonico unico al mondo".

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